Il sequestro della Guardia Costiera
Il sequestro della Guardia Costiera
Cronaca

Controlli in una pescheria di Bitonto: sequestrati 3,7 quintali di pesce

Operazione della Guardia Costiera, sanzioni sino a 4.500 euro. Il proprietario dell'attività - denunciato - si difende sui social

Maxi sequestro a Bitonto. Sono 3,7 i quintali di prodotti ittici requisiti ieri in una pescheria di via d'Angio. Sulla pagina Facebook dell'attività, però, il proprietario de Il Faro ammette di essere stato «ferito gravemente», ma afferma: «Ci hanno fatto un bel regalo di Natale, ma non molleremo perché siamo onesti lavoratori».

La Capitaneria di Porto di Molfetta, durante i consueti controlli finalizzati alla tutela della salute del cittadino, ha operato con il personale veterinario dell'Azienda Sanitaria Locale, la Guardia di Finanza e la Polizia Locale, oltre ai Carabinieri ed alla Polizia di Stato. «Abbiamo una pescheria bellissima, ma non vendiamo cose strane o illecite», hanno precisato nel video. In realtà sono scattati verbali e sequestri per la violazione delle norme che disciplinano la vendita dei prodotti ittici.

Il titolare, per cominciare, è stato denunciato a piede libero alla Procura della Repubblica di Bari per aver destinato alla vendita i prodotti ittici - esposti all'esterno del locale sulla pubblica via, occupata abusivamente - in cattivo stato di conservazione e nei suoi confronti sono state elevate sanzioni sino a 4.500 euro perché i prodotti sono risultati esposti ai gas di scarico dei numerosi mezzi in transito e agli agenti atmosferici, senza alcuna attenzione per le norme igienico-sanitarie.
2 fotoControlli in una pescheria di Bitonto: sequestrati 3,7 quintali di pesce
Controlli in una pescheria di Bitonto: sequestrati 3,7 quintali di pesceControlli in una pescheria di Bitonto: sequestrati 3,7 quintali di pesce
All'interno dei locali dell'esercizio, non adeguati, secondo l'Asl, al numero complessivo dei dipendenti assunti, gli operanti hanno sequestrato prodotti ittici senza la documentazione amministrativa per attestarne la tracciabilità: erano privi delle informazioni da fornire al consumatore, poste sulle etichette. «Tutto in offerta», si vantava il titolare su Facebook, ieri, mostrando i banchi gremiti di specialità. «In arrivo astici, ma quelli buoni. Al prezzo più basso d'Italia», ha detto nel video.

Al termine delle verifiche (in 2 ore sono state controllate più di 5 tonnellate di pescato) sono stati sequestrati 370 chilogrammi di prodotti ittici (35 chili connessi a violazioni di carattere amministrativo, i restanti 335 di tipo penale) destinati alla vendita al dettaglio e che non rispettavano i basilari requisiti igienico sanitari. «Robin Hood - il soprannome del titolare - vendeva la roba buona e la venderà sempre. Per il popolo, la nostra unica forza. Tutti gli altri, invece, ci vogliono male».

Molti prodotti, poi, non avevano etichetta e nemmeno il numero del lotto di riferimento. «La nostra pescheria, purtroppo, è piccola, ci stiamo adeguando agli spazi a disposizione. Quindi siamo stati sanzionati per la vendita all'esterno. Ma non vendiamo nulla di illecito, solo pesce fresco», è invece la versione dell'esercente.
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