Incatenati per protesta
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Politica

Crisi Maria Cristina: ok del consiglio comunale a una commissione paritetica

Con due anni di stipendi arretrati, i dipendenti chiedono di essere ricollocati. O faranno lo sciopero della fame

Incatenarsi davanti al portone del Comune e iniziare uno sciopero della fame a oltranza per mostrare a tutti il loro disagio. È la scelta che opereranno i dipendenti dell'Istituto Maria Cristina di Savoia, senza stipendio da quasi 2 anni e ormai sull'orlo della disperazione, che sono stati al centro della discussione del consiglio comunale di Bitonto, riunitosi per discutere proprio di questo argomento.
Il consigliere Carmela Rossiello (FI) ha descritto la situazione drammatica in cui opera l'Azienda di Servizi alla Persona che, solo per quanto riguarda i dipendenti, deve ripianare un debito da circa 1 milione di euro, mentre perplessità suscita la proposta della cooperativa tarantina "Costruiamo insieme" che nei giorni scorsi aveva proposto di assumere gli 11 lavoratori senza stipendio da 23 mesi per impiegarli nella sua attività di assistenza ai migranti.
Per Emanuele Sannicandro (Insieme per la Città) e il pentastellato Ciminiello è fondamentale che le unità lavorative mantengano lo status di dipendenti pubblici. Ecco perchè l'ipotesi più percorribile è quella di mettere in mobilità i lavoratori e nominare un commissario per l'ASP. Anche perchè Vito Masciale, appena eletto coordinatore provinciale dello sindacato SNALS-Confsal si è dimesso per incompatibilità.
La decisione del consiglio comunale è stata quella di istituire una commissione consiliare paritetica per affrontare a stretto giro il problema e valutare le possibili soluzioni. Una scelta che ha trovato però il voto contrario di Dino Ciminiello e l'astensione della minoranza, a esclusione di Carmela Rossiello che ha votato favorevolmente.
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