Attualità
Da Bitonto la cura che può uccidere il Coronavirus
Lo scienziato Francesco Stellacci guida il team sulla supermolecola che stritola i virus
Bitonto - domenica 1 marzo 2020
10.53
Potrebbe letteralmente stritolare le cellule del CoVid19, ma anche quelle di moltissimi altri virus pericolosi per gli esseri viventi e l'idea che l'ha generata arriva da Bitonto. C'è il bitontino Francesco Stellacci alla guida del team nato all'interno dell'EPFL, la Scuola Politecnica Federale di Losanna, che studia nuove forme di cura delle malattie di origine virale.
Partendo da concetti classici della scienza dei materiali, infatti, Stellacci ha individuato, proprio sulla base di una sua idea, un particolare tipo di ciclodestrina, uno zucchero, che si aggrappa alla molecola virale e inizia ad applicarle una forza via via crescente fino a vincere i legami che la tengono unita e sgretolarla. Gli studi effettuati a Losanna sono già molto incoraggianti ma adesso gli approfondimenti in corso a Berna diranno quanto questo metodo sia applicabile anche ad altre forme virali.
L'aspetto più interessante della scoperta è infatti che è a vasto spettro: può cioè aggredire diversi tipi di molecole senza avere la controindicazione delle altre cure finora note, che attaccano anche le altre cellule del corpo.
«Ho iniziato a lavorare sugli antivirali 10 anni fa – spiega Stellacci - e sembra strano per un ingegnere occuparsi di virus. Ma io vedo i virus come un insieme di proteine tenute insieme da un insieme di forze chiamate forze idrofobiche. Noi abbiamo reso queste molecole "virus-cide" attraenti per il virus, che le scambia per cellule di cui nutrirsi e invece si rivelano la loro condanna. Alla fine sono zuccheri modificati che si comportano come nanoparticelle».
«I virus sono un rischio reale della nostra società – ammette Stellacci - sono un rischio di cui oggi ne tocchiamo con mano il pericolo col CoVid19 gli effetti. Per questo ho pensato di voler realizzare delle molecole che fossero utili su quei virus che non sono ancora noti, perchè è importante per evitare la loro diffusione pandemica. Anche perchè si è studiato che la potenza di questi virus aumenta all'aumentare della densità della popolazione. Noi siamo passati da essere 1-2 miliardi di persone al mondo agli attuali 6 miliardi e ci apprestiamo a diventare 10 miliardi nel 2050. Quindi dobbiamo prepararci a nuovi virus sempre più aggressivi e visto che i vaccini impiegano sempre del tempo è importante avere delle cure che in maniera immediata possano scongiurare le pandemie».
Partendo da concetti classici della scienza dei materiali, infatti, Stellacci ha individuato, proprio sulla base di una sua idea, un particolare tipo di ciclodestrina, uno zucchero, che si aggrappa alla molecola virale e inizia ad applicarle una forza via via crescente fino a vincere i legami che la tengono unita e sgretolarla. Gli studi effettuati a Losanna sono già molto incoraggianti ma adesso gli approfondimenti in corso a Berna diranno quanto questo metodo sia applicabile anche ad altre forme virali.
L'aspetto più interessante della scoperta è infatti che è a vasto spettro: può cioè aggredire diversi tipi di molecole senza avere la controindicazione delle altre cure finora note, che attaccano anche le altre cellule del corpo.
«Ho iniziato a lavorare sugli antivirali 10 anni fa – spiega Stellacci - e sembra strano per un ingegnere occuparsi di virus. Ma io vedo i virus come un insieme di proteine tenute insieme da un insieme di forze chiamate forze idrofobiche. Noi abbiamo reso queste molecole "virus-cide" attraenti per il virus, che le scambia per cellule di cui nutrirsi e invece si rivelano la loro condanna. Alla fine sono zuccheri modificati che si comportano come nanoparticelle».
«I virus sono un rischio reale della nostra società – ammette Stellacci - sono un rischio di cui oggi ne tocchiamo con mano il pericolo col CoVid19 gli effetti. Per questo ho pensato di voler realizzare delle molecole che fossero utili su quei virus che non sono ancora noti, perchè è importante per evitare la loro diffusione pandemica. Anche perchè si è studiato che la potenza di questi virus aumenta all'aumentare della densità della popolazione. Noi siamo passati da essere 1-2 miliardi di persone al mondo agli attuali 6 miliardi e ci apprestiamo a diventare 10 miliardi nel 2050. Quindi dobbiamo prepararci a nuovi virus sempre più aggressivi e visto che i vaccini impiegano sempre del tempo è importante avere delle cure che in maniera immediata possano scongiurare le pandemie».