Cronaca
Da Bitonto spiata la carta di credito del Ministro Crosetto
Si allarga l'inchiesta sul presunto dossieraggio partito da un dipendente infedele di Intesa Sanpaolo
Bitonto - sabato 12 ottobre 2024
14.22
Si allarga l'inchiesta sul presunto dossieraggio partito da un dipendente infedele di Intesa Sanpaolo, sottoposto la scorsa estate a procedimento disciplinare e poi licenziato dall'istituto bancario.
Vincenzo Coviello avrebbe, secondo gli inquirenti, spiato anche i movimenti della carta di credito del Ministro della Difesa, Guido Crosetto, che nelle scorse ore è tornato sulla vicenda definendola inquietante perché, se l'impianto accusatorio fosse provato, significherebbe aver spiato i movimenti dei politici spiati.
Coviello sarebbe stato autorizzato a farlo solo per motivi inerenti il proprio lavoro, ma non si sarebbe mai limitato a questo, effettuando anche oltre 7mila accessi su più di 3500 conti, tra i quali quelli della premier Giorgia Meloni, del Ministro Daniela Santanché, ma anche di esponenti politici del MoVimento 5 Stelle e sull'ex Ministro Luigi Di Maio.
La domanda che rimbalza in queste ore è dunque la seguente: aveva un complice o dei complici? E chi sono i mandanti di questa azione?
Il quadro che si va delineando, in parallelo con l'inchiesta di Perugia, è dunque davvero sconvolgente e sulla vicenda è intervenuto anche il Ministro dell'Interno, Matteo Piantedosi, che è stato chiaro: «Si tenta di mettere a rischio la democrazia».
Chi dunque aveva intesse a ricevere quelle informazioni e per quale scopo se non uno di carattere eversivo o criminale?
Vincenzo Coviello avrebbe, secondo gli inquirenti, spiato anche i movimenti della carta di credito del Ministro della Difesa, Guido Crosetto, che nelle scorse ore è tornato sulla vicenda definendola inquietante perché, se l'impianto accusatorio fosse provato, significherebbe aver spiato i movimenti dei politici spiati.
Coviello sarebbe stato autorizzato a farlo solo per motivi inerenti il proprio lavoro, ma non si sarebbe mai limitato a questo, effettuando anche oltre 7mila accessi su più di 3500 conti, tra i quali quelli della premier Giorgia Meloni, del Ministro Daniela Santanché, ma anche di esponenti politici del MoVimento 5 Stelle e sull'ex Ministro Luigi Di Maio.
La domanda che rimbalza in queste ore è dunque la seguente: aveva un complice o dei complici? E chi sono i mandanti di questa azione?
Il quadro che si va delineando, in parallelo con l'inchiesta di Perugia, è dunque davvero sconvolgente e sulla vicenda è intervenuto anche il Ministro dell'Interno, Matteo Piantedosi, che è stato chiaro: «Si tenta di mettere a rischio la democrazia».
Chi dunque aveva intesse a ricevere quelle informazioni e per quale scopo se non uno di carattere eversivo o criminale?