Politica
Damascelli: «La movida su piazza Cavour merito del governo Valla»
Il consigliere regionale di Forza Italia rivendica i meriti dell'amministrazione in cui era vicesindaco
Bitonto - venerdì 5 giugno 2020
7.28
I beni culturali di cui si vanta questa amministrazione sono arrivati in dono dalle precedenti e se c'è la movida in piazza Cavour lo si deve al governo di Raffaele Valla. Questa, in estrema sintesi, la posizione del consigliere regionale di Forza Italia, Domenico Damascelli, intervenuto nella (sterile) polemiche fra nuovi e vecchi amministratori di Bitonto sui meriti dei beni e dei flussi culturali della città, innescati dalla "denuncia" del consigliere di Bitonto Riformista, Franco Natilla, sulle spese dell'attuale amministrazione in materia di cultura.
«Mi dispiace che un amministratore pubblico arrivi a definire Bitonto "città dormitorio", a prescindere dal periodo a cui fa riferimento – scrive Damascelli nel suo lungo commento - Ogni comunità è animata da un tessuto socio culturale che, al di là di chi l'amministra (foss'anche del tutto inerte), le dà vita e concorre alla sua crescita. Perché un assessore in carica si attarda a puntare l'indice verso un passato ormai lontano (gli anni 2009-2012)? Per distrarre l'attenzione dal proprio operato, di cui è chiamato a dar conto? La cultura non può limitarsi agli eventi (e pure questi si sono estinti), è offerta di un territorio a 360 gradi, con la sua economia e le sue peculiarità storico-artistiche, architettoniche e paesaggistiche. Tutto concorre alla costruzione dell'immagine di una città. I beni culturali che l'attuale amministrazione ha avuto in dono dalle precedenti, si sarebbero dovuti curare e valorizzare, in modo da farne degli straordinari attrattori turistici, concorrendo alla crescita anche economica della città. Questi tesori, serviti su un piatto d'argento, non solo non sono stati messi a frutto, ma sono stati addirittura trascurati (infiltrazioni nel Torrione e nel teatro comunale)».
«E veniamo a piazza Cavour – prosegue Damascelli - consegnata chiavi in mano all'attuale sindaco al primo giorno del suo insediamento. Se è divenuta cuore della movida bitontina, è stato a seguito della ristrutturazione avvenuta grazie al progetto candidato, finanziato e realizzato dalla vituperata giunta degli anni 2009-2012, e grazie all'intraprendenza dei cittadini che hanno investito di tasca propria. E, se vogliamo dirla tutta, l'attuale sindaco in quel triennio è stato fido collaboratore dell'allora primo cittadino Valla, che lo chiamò come dirigente esterno nel suo staff di governo. Tra i vari compiti assegnatigli, ci fu anche la cura di una stagione teatrale. E, in un momento di vacatio politica, fu sempre lui a suggerire al sindaco Valla un assessore alla cultura, poi nominato. Ciò dimostra la sua organicità con quell'amministrazione e con la gestione della cultura in quel breve periodo. Senza dire che diversi esponenti dell'amministrazione Valla siedono oggi nei banchi della maggioranza e nel governo cittadino, ed occupano incarichi di fiducia del sindaco in carica».
«Chiunque abbia ruoli di responsabilità pubblica – conclude il consigliere - ha il dovere di lavorare per il bene della comunità, collaborando a prescindere dagli schieramenti di appartenenza ed evitando atteggiamenti ostruzionistici, per partito preso, verso proposte che provengono da parte politica opposta (vedi il caso di Porta Baresana, riqualificata su mia iniziativa con fondi regionali). La vanità gioca dei brutti scherzi alla memoria (Joseph Conrad). Attenzione, dunque, a gettare fango sugli altri per auto elogiarsi».
«Mi dispiace che un amministratore pubblico arrivi a definire Bitonto "città dormitorio", a prescindere dal periodo a cui fa riferimento – scrive Damascelli nel suo lungo commento - Ogni comunità è animata da un tessuto socio culturale che, al di là di chi l'amministra (foss'anche del tutto inerte), le dà vita e concorre alla sua crescita. Perché un assessore in carica si attarda a puntare l'indice verso un passato ormai lontano (gli anni 2009-2012)? Per distrarre l'attenzione dal proprio operato, di cui è chiamato a dar conto? La cultura non può limitarsi agli eventi (e pure questi si sono estinti), è offerta di un territorio a 360 gradi, con la sua economia e le sue peculiarità storico-artistiche, architettoniche e paesaggistiche. Tutto concorre alla costruzione dell'immagine di una città. I beni culturali che l'attuale amministrazione ha avuto in dono dalle precedenti, si sarebbero dovuti curare e valorizzare, in modo da farne degli straordinari attrattori turistici, concorrendo alla crescita anche economica della città. Questi tesori, serviti su un piatto d'argento, non solo non sono stati messi a frutto, ma sono stati addirittura trascurati (infiltrazioni nel Torrione e nel teatro comunale)».
«E veniamo a piazza Cavour – prosegue Damascelli - consegnata chiavi in mano all'attuale sindaco al primo giorno del suo insediamento. Se è divenuta cuore della movida bitontina, è stato a seguito della ristrutturazione avvenuta grazie al progetto candidato, finanziato e realizzato dalla vituperata giunta degli anni 2009-2012, e grazie all'intraprendenza dei cittadini che hanno investito di tasca propria. E, se vogliamo dirla tutta, l'attuale sindaco in quel triennio è stato fido collaboratore dell'allora primo cittadino Valla, che lo chiamò come dirigente esterno nel suo staff di governo. Tra i vari compiti assegnatigli, ci fu anche la cura di una stagione teatrale. E, in un momento di vacatio politica, fu sempre lui a suggerire al sindaco Valla un assessore alla cultura, poi nominato. Ciò dimostra la sua organicità con quell'amministrazione e con la gestione della cultura in quel breve periodo. Senza dire che diversi esponenti dell'amministrazione Valla siedono oggi nei banchi della maggioranza e nel governo cittadino, ed occupano incarichi di fiducia del sindaco in carica».
«Chiunque abbia ruoli di responsabilità pubblica – conclude il consigliere - ha il dovere di lavorare per il bene della comunità, collaborando a prescindere dagli schieramenti di appartenenza ed evitando atteggiamenti ostruzionistici, per partito preso, verso proposte che provengono da parte politica opposta (vedi il caso di Porta Baresana, riqualificata su mia iniziativa con fondi regionali). La vanità gioca dei brutti scherzi alla memoria (Joseph Conrad). Attenzione, dunque, a gettare fango sugli altri per auto elogiarsi».