Attualità
Decreto sicurezza: Bitonto nella mappa dei “ribelli”
Su twitter la cartina dei disobbedienti. Abbaticchio: «Legge scritta coi piedi. Mette in difficoltà sindaci e comunità»
Bitonto - mercoledì 9 gennaio 2019
19.58
Ci sono Milano, Napoli e Imperia, insieme a Parma, Reggio Emilia e Bologna, ma anche città di conclamata fede pentastellata - come Livorno e Torino - e leghista - Savona - tra le città che contestano il Decreto Sicurezza del ministro dell'Interno Matteo Salvini. Una lunga serie di comuni fra i quali figura anche Bitonto che, insieme a Bari, Brindisi e Acquaviva delle Fonti rappresenta la Puglia che non vuole piegarsi alle imposizioni del Governo sull'argomento. Una lista talmente lunga da aver meritato una vera e propria "mappa" fatta girare sul web e su twitter in particolare, redatta non si sa ancora bene da chi, con dei contrassegni rossi sui comuni "ribelli". Anche Bitonto ha meritato il "contrassegno" scarlatto, che distingue le città non allineate alle decisioni di Salvini e che hanno predisposto - o sono in procinto di farlo - delle ordinanze ad-hoc per controbilanciare le disposizioni del Decreto Sicurezza.
D'altra parte, la considerazione del sindaco di Bitonto, Michele Abbaticchio, sul provvedimento approvato dal Governo è nota già da tempo. «È una legge scritta coi piedi – aveva commentato il primo cittadino all'indomani dell'approvazione – che mette in difficoltà i sindaci e danneggia le comunità che siamo chiamati a governare».
Un giudizio tranchant che non rimarrà solo nelle parole. È stato infatti proprio il numero 1 di Italia in Comune in Puglia a promettere «un regolamento comunale ad hoc. In altre parole, con i provvedimenti comunali attuativi cerchiamo di limitare i danni di questa legge, visto che ormai questo decreto è legge e i funzionari amministrativi sono tenuti a rispettarla».
D'altra parte, la considerazione del sindaco di Bitonto, Michele Abbaticchio, sul provvedimento approvato dal Governo è nota già da tempo. «È una legge scritta coi piedi – aveva commentato il primo cittadino all'indomani dell'approvazione – che mette in difficoltà i sindaci e danneggia le comunità che siamo chiamati a governare».
Un giudizio tranchant che non rimarrà solo nelle parole. È stato infatti proprio il numero 1 di Italia in Comune in Puglia a promettere «un regolamento comunale ad hoc. In altre parole, con i provvedimenti comunali attuativi cerchiamo di limitare i danni di questa legge, visto che ormai questo decreto è legge e i funzionari amministrativi sono tenuti a rispettarla».