Cronaca
Disastro ATR72: il pilota condannato libero per un errore del Ministero
Damascelli: «Inaudito. Orlando chieda scusa e sostenga i familiari»
Bitonto - mercoledì 2 agosto 2017
11.12
Ci sono voluti quasi 12 anni per condannare le 7 persone ritenute responsabili del disastro aereo dell'Atr 72 Bari-Djerba della Tuninter in cui morirono 16 persone, fra cui un bitontino, e quasi altrettanti per riuscire a mettere le mani sull'unico dei 7 che è stato possibile bloccare in Francia, prima che sparisse in Tunisia insieme agli altri. Per un errore del Ministero della Giustizia italiano nell'invio della documentazione richiesta dall'autorità giudiziaria francese però la Corte di Appello di Parigi ha rigettato la richiesta di consegna all'Italia del pilota che è tornato libero.
A denunciarlo è l'Associazione familiari delle vittime del disastro aereo di Capo Gallo del 6 agosto 2005, in una lettera inviata al ministro Andrea Orlando. «Purtroppo al disastro aereo sembra essersi aggiunto quello burocratico-diplomatico» ha commentato la presidente dell'Associazione e mamma di una delle vittime, Rosanna Albergo Baldacci, parlando di ennesima «disattenzione» e «superficialità». L'ammaraggio dell'Atr al largo delle coste di Palermo costò la vita a 16 persone e provocò il ferimento di altri 23 passeggeri.
«Un errore imperdonabile, liquidato come "refuso", rappresenta uno schiaffo che rinnova il dolore per la perdita subìta, proprio a pochi giorni dal dodicesimo anniversario della sciagura e riapre una ferita che non potrà rimarginarsi finché i responsabili non avranno scontato le pene a cui sono stati condannati in via definitiva». Ha commentato così il consigliere regionale di Forza Italia, Domenico Damascelli, la notizia.
«In quella sciagura persero la vita 14 pugliesi – ha aggiunto – e nonostante il processo celebrato in Italia abbia condannato in via definitiva i sette responsabili, nessuno di essi ha scontato neppure un giorno di carcere, perché la convenzione fra Italia e Tunisia non prevede l'estradizione. E proprio ora che per il copilota, arrestato e trattenuto in Francia da gennaio scorso, si profilava una possibile consegna alle autorità italiane, ecco che il nostro Ministero scivola su un errore così grossolano e irreparabile, vanificando le legittime speranze dei parenti delle vittime che invocano giustizia da dodici anni, il lavoro della magistratura. È una vergogna inaudita, il guardasigilli Orlando chieda scusa e accerti immediatamente le responsabilità sia del mandato di arresto europeo sbagliato, sia del documento di chiarimenti inviato per errore».
Damascelli ha anche annunciato una mozione urgente che impegni la Giunta regionale «a sollecitare il Governo italiano a porre rimedio all'irremissibile errore del Ministero della Giustizia nell'invio della documentazione richiesta dall'autorità giudiziaria francese, e a sostenere i familiari delle vittime del disastro aereo di Capo Gallo nella battaglia per ottenere giustizia per i loro cari, affinché sia onorata la memoria dei 16 italiani che hanno perso la vita in quel drammatico incidente, causato da errori gravissimi, rimasti di fatto impuniti».
A denunciarlo è l'Associazione familiari delle vittime del disastro aereo di Capo Gallo del 6 agosto 2005, in una lettera inviata al ministro Andrea Orlando. «Purtroppo al disastro aereo sembra essersi aggiunto quello burocratico-diplomatico» ha commentato la presidente dell'Associazione e mamma di una delle vittime, Rosanna Albergo Baldacci, parlando di ennesima «disattenzione» e «superficialità». L'ammaraggio dell'Atr al largo delle coste di Palermo costò la vita a 16 persone e provocò il ferimento di altri 23 passeggeri.
«Un errore imperdonabile, liquidato come "refuso", rappresenta uno schiaffo che rinnova il dolore per la perdita subìta, proprio a pochi giorni dal dodicesimo anniversario della sciagura e riapre una ferita che non potrà rimarginarsi finché i responsabili non avranno scontato le pene a cui sono stati condannati in via definitiva». Ha commentato così il consigliere regionale di Forza Italia, Domenico Damascelli, la notizia.
«In quella sciagura persero la vita 14 pugliesi – ha aggiunto – e nonostante il processo celebrato in Italia abbia condannato in via definitiva i sette responsabili, nessuno di essi ha scontato neppure un giorno di carcere, perché la convenzione fra Italia e Tunisia non prevede l'estradizione. E proprio ora che per il copilota, arrestato e trattenuto in Francia da gennaio scorso, si profilava una possibile consegna alle autorità italiane, ecco che il nostro Ministero scivola su un errore così grossolano e irreparabile, vanificando le legittime speranze dei parenti delle vittime che invocano giustizia da dodici anni, il lavoro della magistratura. È una vergogna inaudita, il guardasigilli Orlando chieda scusa e accerti immediatamente le responsabilità sia del mandato di arresto europeo sbagliato, sia del documento di chiarimenti inviato per errore».
Damascelli ha anche annunciato una mozione urgente che impegni la Giunta regionale «a sollecitare il Governo italiano a porre rimedio all'irremissibile errore del Ministero della Giustizia nell'invio della documentazione richiesta dall'autorità giudiziaria francese, e a sostenere i familiari delle vittime del disastro aereo di Capo Gallo nella battaglia per ottenere giustizia per i loro cari, affinché sia onorata la memoria dei 16 italiani che hanno perso la vita in quel drammatico incidente, causato da errori gravissimi, rimasti di fatto impuniti».