Territorio e Ambiente
Discarica rifiuti ferrosi: anche Legambiente Terlizzi contro Fer.Live
«Rischi per la salute dei cittadini e per i danni ad ambiente e comparto agricolo»
Bitonto - venerdì 29 settembre 2017
18.37
Nuova bocciatura per la discarica di rifiuti ferrosi che la Fer.Live vorrebbe realizzare a Bitonto, in contrada Colaianni. A schierarsi contro la struttura di stoccaggio e lavorazione di metalli è questa volta il circolo Legambiente di Terlizzi, che ha espresso la sua profonda preoccupazione in una dettagliata relazione a seguito dell'audizione nella V Commissione consiliare permanente del Consiglio regionale della Puglia del 20 luglio scorso.
«L'impianto in questione non è una mera discarica di materiali ferrosi – fanno notare gli ambientalisti – e come tale innocua per la salute pubblica, ma si tratta, come da progetto presentato dalla Fer.Live Srl alla Provincia di Bari (ora Città Metropolitana di Bari) per la Valutazione di Impatto Ambientale, di una "Piattaforma integrata per il trattamento e recupero di metalli da rifiuti con bacino energetico secondario», in grado di produrre quindi «percolato, biogas, varie emissioni gassose, emissioni sonore, acque meteoriche da trattare ed energia».
I 2.100.000 metri cubi di rifiuti, con uno smaltimento annuo di circa 180.000 tonnellate preoccupano non poco gli ambientalisti terlizzesi, anche perchè «la localizzazione dell'impianto è di fatto a ridosso del territorio comunale di Terlizzi, a soli 3 chilometri da Sovereto. Il locale Circolo di Legambiente è dunque fortemente preoccupato per la salute dei cittadini, per l'impatto ambientale che tale impianto provocherebbe e per i danni economici che tale piattaforma produrrebbe sul comparto agricolo a seguito della sua localizzazione».
Grosse perplessità anche per quanto riguarda l'iter autorizzativo della discarica, con una serie di dinieghi, culminati poi in un'inaspettato annullamento del diniego alla proroga per la presentazione dell'Autorizzazione Integrata Ambientale che potrebbe lasciare agli imprenditori il tempo per produrre le carte necessarie a ribaltare gli appelli.
«Parte dell'area in cui la Fer.Live Srl ha previsto di realizzare la piattaforma integrata per il trattamento dei rifiuti - fanno poi notare gli attivisti - ai sensi del PPTR è tra le "aree tutelate per legge" (art. 142, comma 1 del D.Lgs. n. 42/2004), tipizzata come beni paesaggistici "fiumi e torrenti, acque pubbliche", oltre che come ulteriori contesti "lame e gravine". La zona, infatti, è attraversata dal torrente Marisabella all'interno della lama Balice».
«A prescindere dalla VIA e dall'AIA – conclude perentoriamente Legambiente, chiedendo un maggiore coinvolgimento delle istituzioni terlizzesi - i vincoli paesaggistici attualmente presenti nella zona individuata per l'impianto, non ne consentirebbero la realizzazione. Alla luce delle osservazioni elaborate, si invitano gli Enti territoriali a qualsiasi titolo coinvolti nel rilascio di provvedimenti autorizzatori e/o concessori, licenze, pareri, nulla osta ecc., ad esaminare approfonditamente la questione, negando la realizzazione di tale impianto nel sito attualmente individuato».
«L'impianto in questione non è una mera discarica di materiali ferrosi – fanno notare gli ambientalisti – e come tale innocua per la salute pubblica, ma si tratta, come da progetto presentato dalla Fer.Live Srl alla Provincia di Bari (ora Città Metropolitana di Bari) per la Valutazione di Impatto Ambientale, di una "Piattaforma integrata per il trattamento e recupero di metalli da rifiuti con bacino energetico secondario», in grado di produrre quindi «percolato, biogas, varie emissioni gassose, emissioni sonore, acque meteoriche da trattare ed energia».
I 2.100.000 metri cubi di rifiuti, con uno smaltimento annuo di circa 180.000 tonnellate preoccupano non poco gli ambientalisti terlizzesi, anche perchè «la localizzazione dell'impianto è di fatto a ridosso del territorio comunale di Terlizzi, a soli 3 chilometri da Sovereto. Il locale Circolo di Legambiente è dunque fortemente preoccupato per la salute dei cittadini, per l'impatto ambientale che tale impianto provocherebbe e per i danni economici che tale piattaforma produrrebbe sul comparto agricolo a seguito della sua localizzazione».
Grosse perplessità anche per quanto riguarda l'iter autorizzativo della discarica, con una serie di dinieghi, culminati poi in un'inaspettato annullamento del diniego alla proroga per la presentazione dell'Autorizzazione Integrata Ambientale che potrebbe lasciare agli imprenditori il tempo per produrre le carte necessarie a ribaltare gli appelli.
«Parte dell'area in cui la Fer.Live Srl ha previsto di realizzare la piattaforma integrata per il trattamento dei rifiuti - fanno poi notare gli attivisti - ai sensi del PPTR è tra le "aree tutelate per legge" (art. 142, comma 1 del D.Lgs. n. 42/2004), tipizzata come beni paesaggistici "fiumi e torrenti, acque pubbliche", oltre che come ulteriori contesti "lame e gravine". La zona, infatti, è attraversata dal torrente Marisabella all'interno della lama Balice».
«A prescindere dalla VIA e dall'AIA – conclude perentoriamente Legambiente, chiedendo un maggiore coinvolgimento delle istituzioni terlizzesi - i vincoli paesaggistici attualmente presenti nella zona individuata per l'impianto, non ne consentirebbero la realizzazione. Alla luce delle osservazioni elaborate, si invitano gli Enti territoriali a qualsiasi titolo coinvolti nel rilascio di provvedimenti autorizzatori e/o concessori, licenze, pareri, nulla osta ecc., ad esaminare approfonditamente la questione, negando la realizzazione di tale impianto nel sito attualmente individuato».