Cultura, Eventi e Spettacolo
«Dov'è finita Bitonto?». Il video è commovente
Le immagini e la poesia di Danilo Dell'Olio per raccontare il paese “sospeso” al tempo della quarantena
Bitonto - giovedì 26 marzo 2020
18.10
«Uscendo di casa mi stavo chiedendo dove fosse finita la città. Dov'è la città con le sue pietre e i suoi mattoni a far da cornice alla vita». Inizia con questi versi, sulle note malinconiche di Last Waltz di Jo Yeong-Wook, la struggente poesia in versi e immagini che Danilo Dell'Olio ha voluto dedicare a Bitonto, la sua città, sospesa al tempo della quarantena da coronavirus.
Danilo, che nella vita di tutti i giorni gestisce un locale del centro storico ma è stato segretario, ispettore di produzione ma anche regista e autore in diversi film, videoclip e cortometraggi, racconta di una Bitonto ferma nel tempo e anche nello spazio, impaurita e smarrita, che sembra osservare se stessa dietro i vetri imperlati delle gocce di pioggia di questi giorni.
«La città che segna il tempo per ognuno di noi – prosegue il racconto prendendo in prestito la voce di Alessandra Sgaramella - contenitori di rabbia, delusioni, sorrisi, tristezza, sogni e paure. Con le sue vite, lenti, veloci, frettolose, ma sempre uniche. Dov'è la città che si sveglia e sa che dovrà essere più forte del vento e della pioggia, che aspetta di vedere il sole per essere più bella, che aspetta di vedere le nuvole per potersi nascondere quando si sente triste, abbattuta, maltrattata e abbandonata».
«Vado a zonzo cercando di ripercorrere i ricordi – continua Danilo - ad ogni angolo corrisponde un momento della mia vita. I ricordi hanno il sapore dolce di un bacio rubato, sotto un balcone durante la pioggia, dove l'acqua scorre verso di te ma in fondo te ne freghi perchè in quel preciso istante è tutto ciò di cui hai bisogno. Qualcuno una volta ha detto che bisogna perdersi dentro la città per conoscerla a fondo. Qui è facile smarrirsi, basta fermarsi a osservare e restare sospesi. Almeno per un po'».
Danilo, che nella vita di tutti i giorni gestisce un locale del centro storico ma è stato segretario, ispettore di produzione ma anche regista e autore in diversi film, videoclip e cortometraggi, racconta di una Bitonto ferma nel tempo e anche nello spazio, impaurita e smarrita, che sembra osservare se stessa dietro i vetri imperlati delle gocce di pioggia di questi giorni.
«La città che segna il tempo per ognuno di noi – prosegue il racconto prendendo in prestito la voce di Alessandra Sgaramella - contenitori di rabbia, delusioni, sorrisi, tristezza, sogni e paure. Con le sue vite, lenti, veloci, frettolose, ma sempre uniche. Dov'è la città che si sveglia e sa che dovrà essere più forte del vento e della pioggia, che aspetta di vedere il sole per essere più bella, che aspetta di vedere le nuvole per potersi nascondere quando si sente triste, abbattuta, maltrattata e abbandonata».
«Vado a zonzo cercando di ripercorrere i ricordi – continua Danilo - ad ogni angolo corrisponde un momento della mia vita. I ricordi hanno il sapore dolce di un bacio rubato, sotto un balcone durante la pioggia, dove l'acqua scorre verso di te ma in fondo te ne freghi perchè in quel preciso istante è tutto ciò di cui hai bisogno. Qualcuno una volta ha detto che bisogna perdersi dentro la città per conoscerla a fondo. Qui è facile smarrirsi, basta fermarsi a osservare e restare sospesi. Almeno per un po'».