Cronaca
Droga dalla Spagna in Italia: arrestati anche due uomini di Bitonto
Ai domiciliari il 38enne Vincenzo Montereale e il 35enne Valentino Capocchiano. Il blitz ad Altamura, Noicattaro e in Campania
Bitonto - mercoledì 28 giugno 2023
23.01
Ci sono anche Vincenzo Montereale e Valentino Capocchiano, di 38 e 35 anni, entrambi residenti a Bitonto, tra le 27 persone arrestate dai Carabinieri nell'ambito di una indagine sul traffico internazionale di droga. I due, con sette persone, sono finite ai domiciliari con l'accusa di detenzione ai fini di spaccio di stupefacenti.
L'organizzazione, per l'accusa, avrebbe importato grossi quantitativi di droga dalla Spagna che arrivavano in aereo, attraverso corrieri ordinari, ad alcuni indirizzi di comodo di Molfetta e San Donato Milanese, per poi essere smistati. Il narcotraffico era gestito in modo gerarchico da una organizzazione criminale che, secondo le indagini, faceva capo al boss Giuseppe Annoscia, alias «Scpidd», affiliato del clan Parisi del rione Japigia di Bari, e attivo nei territori di Altamura e Noicattaro.
Nel corso delle indagini sono stati sequestrati ben 90 chilogrammi di droga. Fra gli indagati, adesso in carcere, c'è anche Alceste Cavallari, figlio di Francesco, l'ex re mida della sanità privata pugliese, che secondo le indagini si sarebbe occupato dell'approvvigionamento della droga nella provincia di Siviglia, delle operazioni di carico, di scarico e trasporto, dell'inserimento nei pacchi di dispositivi Gps e, almeno in un episodio, del recupero delle sostanze presso gli indirizzi di comodo.
Secondo l'accusa, il 19 maggio scorso ad Altamura, i due bitontini «in concorso tra loro cedevano» ad altri due indagati, Giuseppe Calia e Alceste Cavallari, «un quantitativo imprecisato di sostanza stupefacente destinata alla vendita a terzi». Lo stesso scambio, stavolta a parti inverse, è avvenuto cinque giorni più tardi.
L'organizzazione, per l'accusa, avrebbe importato grossi quantitativi di droga dalla Spagna che arrivavano in aereo, attraverso corrieri ordinari, ad alcuni indirizzi di comodo di Molfetta e San Donato Milanese, per poi essere smistati. Il narcotraffico era gestito in modo gerarchico da una organizzazione criminale che, secondo le indagini, faceva capo al boss Giuseppe Annoscia, alias «Scpidd», affiliato del clan Parisi del rione Japigia di Bari, e attivo nei territori di Altamura e Noicattaro.
Nel corso delle indagini sono stati sequestrati ben 90 chilogrammi di droga. Fra gli indagati, adesso in carcere, c'è anche Alceste Cavallari, figlio di Francesco, l'ex re mida della sanità privata pugliese, che secondo le indagini si sarebbe occupato dell'approvvigionamento della droga nella provincia di Siviglia, delle operazioni di carico, di scarico e trasporto, dell'inserimento nei pacchi di dispositivi Gps e, almeno in un episodio, del recupero delle sostanze presso gli indirizzi di comodo.
Secondo l'accusa, il 19 maggio scorso ad Altamura, i due bitontini «in concorso tra loro cedevano» ad altri due indagati, Giuseppe Calia e Alceste Cavallari, «un quantitativo imprecisato di sostanza stupefacente destinata alla vendita a terzi». Lo stesso scambio, stavolta a parti inverse, è avvenuto cinque giorni più tardi.