Cronaca
Duplice omicidio: confermati ergastoli ai due sicari del clan Strisciuglio
Confermate la pene per Giuseppe Digiacomantonio e per Salvatore Ficarelli, a 30 anni di carcere per Giosuè Perrelli
Bitonto - mercoledì 24 gennaio 2018
18.32
La Corte di Assise di Appello di Bari ha confermato le tre condanne, due ergastoli e una a 30 anni di reclusione, inflitte nei confronti dei presunti sicari di due omicidi di mafia commessi a Bitonto nel luglio 2007.
In particolare i giudici del secondo grado hanno confermato la pena dell'ergastolo per il 29enne Giuseppe Digiacomantonio e per il 32enne Salvatore Ficarelli, a 30 anni di carcere per il 37enne Giosuè Perrelli, tutti pregiudicati affiliati al clan Strisciuglio di Bari.
I due delitti contestati nel processo sono l'omicidio del 29enne Vito Napoli, ritenuto all'epoca elemento di spicco del clan Conte di Bitonto, e quello del 29enne Giuseppe Dellino, affiliato allo stesso gruppo criminale degli assassini, il clan Strisciuglio.
Stando alle indagini dei Carabinieri, coordinati dal pubblico ministero della Direzione Distrettuale Antimafia di Bari Renato Nitti, il 20 luglio 2007 Digiacomantonio, Ficarelli, Dellino, e Giuseppe Ladisa (quest'ultimo morto suicida in carcere nel 2009) avrebbero ucciso a colpi di arma da fuoco Napoli, mentre nel conflitto a fuoco rimase illeso il capo clan Domenico Conte.
Alcuni giorni dopo Digiacomantonio e Perrelli, su ordine del clan, avrebbero deciso di eliminare Dellino, ritenuto un affiliato inaffidabile. Lo avrebbero sequestrato, portato in un casolare, ucciso con un colpo di pistola alla testa e gettato poi il cadavere in un pozzo (i suoi resti verranno ritrovati nel 2013).
Per questo gli imputati rispondevano anche di occultamento di cadavere.
In particolare i giudici del secondo grado hanno confermato la pena dell'ergastolo per il 29enne Giuseppe Digiacomantonio e per il 32enne Salvatore Ficarelli, a 30 anni di carcere per il 37enne Giosuè Perrelli, tutti pregiudicati affiliati al clan Strisciuglio di Bari.
I due delitti contestati nel processo sono l'omicidio del 29enne Vito Napoli, ritenuto all'epoca elemento di spicco del clan Conte di Bitonto, e quello del 29enne Giuseppe Dellino, affiliato allo stesso gruppo criminale degli assassini, il clan Strisciuglio.
Stando alle indagini dei Carabinieri, coordinati dal pubblico ministero della Direzione Distrettuale Antimafia di Bari Renato Nitti, il 20 luglio 2007 Digiacomantonio, Ficarelli, Dellino, e Giuseppe Ladisa (quest'ultimo morto suicida in carcere nel 2009) avrebbero ucciso a colpi di arma da fuoco Napoli, mentre nel conflitto a fuoco rimase illeso il capo clan Domenico Conte.
Alcuni giorni dopo Digiacomantonio e Perrelli, su ordine del clan, avrebbero deciso di eliminare Dellino, ritenuto un affiliato inaffidabile. Lo avrebbero sequestrato, portato in un casolare, ucciso con un colpo di pistola alla testa e gettato poi il cadavere in un pozzo (i suoi resti verranno ritrovati nel 2013).
Per questo gli imputati rispondevano anche di occultamento di cadavere.