Cronaca
Ecco cosa accadde quel giorno a Bitonto: IL VIDEO
Ricostruita la giornata di fuoco che portò alla morte della 83enne Anna Rosa Tarantino
Bitonto - sabato 17 marzo 2018
11.48
Polizia e Carabinieri hanno arrestato sette persone appartenenti ai clan Conte e Cipriano di Bitonto, ritenuti responsbaili della faida in atto nel centro dal barese da tempo, guerra culminata il 30 dicembre scorso con l'omicidio della 83enne Anna Rosa Tarantino e del ferimento di un giovane di 20 anni, Giuseppe Casadibari, vero bersaglio dei killer.
Ecco il film di quella giornata di fuoco, così come ricostruita dagli investigatori.
- alle ore 06.30 circa, nei vicoli della città vecchia, Cosimo Liso, esponente del gruppo Conte, esplodeva alcuni colpi d'arma da fuoco all'indirizzo di un manufatto frequentato da componenti del sodalizio rivale;
- alle ore 07.00 circa, affiliati al gruppo Cipriano, in risposta alla precedente azione e con il proposito di vendicarsi nei confronti del predetto Liso, raggiungevano la sua abitazione nei vicoli del centro storico. Non avendolo trovato, i rivali devastavano il portone d'ingresso;
- alle ore 08.15 circa, quattro esponenti del sodalizio Cipriano, tre dei quali successivamente identificati in Francesco Colasuonno, Benito Ruggiero e Rocco Mena, armati e con il volto travisato, a bordo di due ciclomotori, si recavano presso la roccaforte del gruppo avversario, nella periferica via Pertini, dove esplodevano numerosi colpi di arma da fuoco sul portone d'ingresso della palazzina dove ha sede la piazza di spaccio di droga controllata dal gruppo Conte, uccidendo deliberatamente un cane pastore tedesco;
- alle ore 08.25, gregari del gruppo Conte, in risposta all'azione poc'anzi subita, si recavano nei vicoli del borgo antico e per le vie cittadine, con il preciso ordine di colpire qualsivoglia esponente della consorteria avversaria. In tale azione, nella centralissima via delle Marteri, veniva intercettato Giuseppe Casadibari, affiliato al gruppo Cipriano, con funzioni di addetto allo spaccio, all'indirizzo del quale venivano esplosi numerosi colpi d'arma da fuoco, da due pistole diverse, che lo attingevano al torace. In questa fase, tra gli aggressori e la vittima, veniva a trovarsi l'83enne Anna Rosa Tarantino, attinta a sua volta mortalmente da almeno due colpi di pistola, uno al fianco e l'altro alla gamba.
Attraverso le dichiarazioni rese da Vito Antonio Tarullo, elemento di vertice del gruppo Conte, nel frattempo divenuto collaboratore di giustizia, è stato possibile acquisire seri e concreti elementi di colpevolezza a carico degli indagati Michele Sabba e Rocco Papaleo, quali responsabili della tragica azione armata di via delle Marteri.
Le indagini congiunte di Polizia e Carabinieri, sono state condotte con metodi tradizionali, attraverso l'esecuzione di intercettazioni telefoniche e tra presenti; l'escussione di testimoni e l'effettuazione di rilievi tecnico-scientifici, ai quali si aggiungeva il prezioso contributo costituito dalla collaborazione con la giustizia non solo da parte di Tarullo, ma anche del ferito Giuseppe Casadibari.
In tale contesto, agli indagati Benito Ruggiero e Michele Rizzo sono anche contestati i gravi episodi di minacce ed intimidazioni dagli stessi poste in essere in pregiudizio di taluni congiunti e familiari del predetto Casadibari, al fine di impedire la collaborazione con la giustizia da parte del loro ex sodale rimasto ferito il 30 dicembre 2017.
Ecco il film di quella giornata di fuoco, così come ricostruita dagli investigatori.
- alle ore 06.30 circa, nei vicoli della città vecchia, Cosimo Liso, esponente del gruppo Conte, esplodeva alcuni colpi d'arma da fuoco all'indirizzo di un manufatto frequentato da componenti del sodalizio rivale;
- alle ore 07.00 circa, affiliati al gruppo Cipriano, in risposta alla precedente azione e con il proposito di vendicarsi nei confronti del predetto Liso, raggiungevano la sua abitazione nei vicoli del centro storico. Non avendolo trovato, i rivali devastavano il portone d'ingresso;
- alle ore 08.15 circa, quattro esponenti del sodalizio Cipriano, tre dei quali successivamente identificati in Francesco Colasuonno, Benito Ruggiero e Rocco Mena, armati e con il volto travisato, a bordo di due ciclomotori, si recavano presso la roccaforte del gruppo avversario, nella periferica via Pertini, dove esplodevano numerosi colpi di arma da fuoco sul portone d'ingresso della palazzina dove ha sede la piazza di spaccio di droga controllata dal gruppo Conte, uccidendo deliberatamente un cane pastore tedesco;
- alle ore 08.25, gregari del gruppo Conte, in risposta all'azione poc'anzi subita, si recavano nei vicoli del borgo antico e per le vie cittadine, con il preciso ordine di colpire qualsivoglia esponente della consorteria avversaria. In tale azione, nella centralissima via delle Marteri, veniva intercettato Giuseppe Casadibari, affiliato al gruppo Cipriano, con funzioni di addetto allo spaccio, all'indirizzo del quale venivano esplosi numerosi colpi d'arma da fuoco, da due pistole diverse, che lo attingevano al torace. In questa fase, tra gli aggressori e la vittima, veniva a trovarsi l'83enne Anna Rosa Tarantino, attinta a sua volta mortalmente da almeno due colpi di pistola, uno al fianco e l'altro alla gamba.
Attraverso le dichiarazioni rese da Vito Antonio Tarullo, elemento di vertice del gruppo Conte, nel frattempo divenuto collaboratore di giustizia, è stato possibile acquisire seri e concreti elementi di colpevolezza a carico degli indagati Michele Sabba e Rocco Papaleo, quali responsabili della tragica azione armata di via delle Marteri.
Le indagini congiunte di Polizia e Carabinieri, sono state condotte con metodi tradizionali, attraverso l'esecuzione di intercettazioni telefoniche e tra presenti; l'escussione di testimoni e l'effettuazione di rilievi tecnico-scientifici, ai quali si aggiungeva il prezioso contributo costituito dalla collaborazione con la giustizia non solo da parte di Tarullo, ma anche del ferito Giuseppe Casadibari.
In tale contesto, agli indagati Benito Ruggiero e Michele Rizzo sono anche contestati i gravi episodi di minacce ed intimidazioni dagli stessi poste in essere in pregiudizio di taluni congiunti e familiari del predetto Casadibari, al fine di impedire la collaborazione con la giustizia da parte del loro ex sodale rimasto ferito il 30 dicembre 2017.