Politica
Emergenza ambientale: politica locale contro discarica Fer.live e inceneritore Newo
Il consiglio chiede all'unanimità il ritiro della VIA alla discarica. Sull'inceneritore 70032 polemica con la Regione
Bitonto - giovedì 18 gennaio 2018
11.55
La politica locale si mobilita contro le emergenze ambientali che minacciano il comune di Bitonto e provano a trovare una linea comune d'intervento.
I primi passi sono stati mossi già durante il consiglio comunale monotematico in programma lo scorso 16 gennaio che ha approvato, all'unanimità, un atto di indirizzo per chiedere l'annullamento del provvedimento con cui la Città Metropolitana di Bari ha, di fatto, prolungato di altri 5 anni il tempo a disposizione della Fer.Live per confermare la validità della Valutazione di Impatto Ambientale per la discarica di materiali ferrosi che intende realizzare in contrada Colaianni.
«Al termine del Consiglio comunale monotematico sulla FER.LIVE (proposto dalla minoranza e successivamente condiviso dalle forze di maggioranza) – scrivono le forze dell'opposizione di centrosinistra - la coalizione di centrosinistra, composta da Governare il futuro, Insieme per la Città, Laboratorio, Partito Democratico, Partito Socialista e Sinistra Italiana, ha consegnato al Presidente del Consiglio comunale un documento, per la successiva lettura e messa ai voti. Il documento intende fornire un atto di indirizzo specifico alla giunta comunale per la richiesta alla città metropolitana di annullamento di ufficio del provvedimento di rinnovo della V.I.A. L'intera assise ha votato all'unanimità il documento in questione. La coalizione di centrosinistra non può non esprimere soddisfazione».
«Ci riteniamo soddisfatti della bella e fruttuosa assemblea consiliare sulla FER.Live – hanno concordato gli attivisti del Movimento 5 Stelle di Bitonto - ma non tranquilli, se chi deve vigilare non lo fa, se chi deve bonificare non lo fa, chi deve preservare le nostre campagne e la nostra produzione di olio extravergine d'oliva DOP non lo fa, non possiamo permettere che il nostro territorio venga martoriato ancora perché non sono stati capaci di ripensare il ciclo dei rifiuti. Una cava dismessa non deve essere più vista come un buco da colmare di materiale da nascondere alla vista, ma come opportunità per il territorio, come previsto da disposizioni regionali, spesso disattese dalla stessa Regione».
Il gruppo politico "70032 città in Movimento", rappresentato in consiglio comunale da Giuseppe Santoruvo e Giuseppe Fioriello, ha invece stigmatizzato il disco verde concesso dalla Regione per la realizzazione di un inceneritore, da parte della Newo, nella zona industriale di Bari, a poche centinaia di metri dal confine territoriale di Bitonto, esprimendo «massimo dissenso» per la decisione della Regione Puglia. «È evidente – spiegano i due consiglieri - come un impianto del genere produrrebbe un impatto negativo dal punto di vista ambientale sulla città di Bitonto, insediandosi a pochi metri dal nostro territorio comunale, il quale si troverebbe in una situazione di cui nessuno era a conoscenza, se non prima delle notizie diffuse in questi mesi. Un insediamento del genere produrrebbe un enorme rischio per la salute dei cittadini bitontini».
Per Santoruvo e Fioriello «è assurdo che si parli ancora di inceneritori dei rifiuti. Numerosi studi dimostrano chiaramente che per tutelare salute e ambiente bisogna promuovere il riciclo. In più, dando uno sguardo al lato occupazionale che di questi tempi non si può non guardare, per tenere acceso un inceneritore basterebbero pochissime unità rispetto a quante ne servirebbero invece con politiche di riduzione e riciclo. Il che vorrebbe dire garantire una maggiore ricaduta occupazionale con i sistemi di raccolta differenziata che si stanno attivando nei vari territori.
«Non è assolutamente questo il modo di far chiudere le discariche questi mostri dell'ambiente infatti, restituiscono soltanto ceneri residuali nocive per l'ambiente circostante» rincarano Santoruvo e Fioriello, annunciando nel contempo «massimo sostegno a tutte le iniziative che giustamente il Sindaco Michele Abbaticchio sta già intraprendendo e verranno intraprese nei prossimi giorni, insieme a tutti coloro i quali stanno lottando al fine di evitare che questa scelta scellerata possa compromettere irrimediabilmente l'intero tessuto sociale bitontino».
I primi passi sono stati mossi già durante il consiglio comunale monotematico in programma lo scorso 16 gennaio che ha approvato, all'unanimità, un atto di indirizzo per chiedere l'annullamento del provvedimento con cui la Città Metropolitana di Bari ha, di fatto, prolungato di altri 5 anni il tempo a disposizione della Fer.Live per confermare la validità della Valutazione di Impatto Ambientale per la discarica di materiali ferrosi che intende realizzare in contrada Colaianni.
«Al termine del Consiglio comunale monotematico sulla FER.LIVE (proposto dalla minoranza e successivamente condiviso dalle forze di maggioranza) – scrivono le forze dell'opposizione di centrosinistra - la coalizione di centrosinistra, composta da Governare il futuro, Insieme per la Città, Laboratorio, Partito Democratico, Partito Socialista e Sinistra Italiana, ha consegnato al Presidente del Consiglio comunale un documento, per la successiva lettura e messa ai voti. Il documento intende fornire un atto di indirizzo specifico alla giunta comunale per la richiesta alla città metropolitana di annullamento di ufficio del provvedimento di rinnovo della V.I.A. L'intera assise ha votato all'unanimità il documento in questione. La coalizione di centrosinistra non può non esprimere soddisfazione».
«Ci riteniamo soddisfatti della bella e fruttuosa assemblea consiliare sulla FER.Live – hanno concordato gli attivisti del Movimento 5 Stelle di Bitonto - ma non tranquilli, se chi deve vigilare non lo fa, se chi deve bonificare non lo fa, chi deve preservare le nostre campagne e la nostra produzione di olio extravergine d'oliva DOP non lo fa, non possiamo permettere che il nostro territorio venga martoriato ancora perché non sono stati capaci di ripensare il ciclo dei rifiuti. Una cava dismessa non deve essere più vista come un buco da colmare di materiale da nascondere alla vista, ma come opportunità per il territorio, come previsto da disposizioni regionali, spesso disattese dalla stessa Regione».
Il gruppo politico "70032 città in Movimento", rappresentato in consiglio comunale da Giuseppe Santoruvo e Giuseppe Fioriello, ha invece stigmatizzato il disco verde concesso dalla Regione per la realizzazione di un inceneritore, da parte della Newo, nella zona industriale di Bari, a poche centinaia di metri dal confine territoriale di Bitonto, esprimendo «massimo dissenso» per la decisione della Regione Puglia. «È evidente – spiegano i due consiglieri - come un impianto del genere produrrebbe un impatto negativo dal punto di vista ambientale sulla città di Bitonto, insediandosi a pochi metri dal nostro territorio comunale, il quale si troverebbe in una situazione di cui nessuno era a conoscenza, se non prima delle notizie diffuse in questi mesi. Un insediamento del genere produrrebbe un enorme rischio per la salute dei cittadini bitontini».
Per Santoruvo e Fioriello «è assurdo che si parli ancora di inceneritori dei rifiuti. Numerosi studi dimostrano chiaramente che per tutelare salute e ambiente bisogna promuovere il riciclo. In più, dando uno sguardo al lato occupazionale che di questi tempi non si può non guardare, per tenere acceso un inceneritore basterebbero pochissime unità rispetto a quante ne servirebbero invece con politiche di riduzione e riciclo. Il che vorrebbe dire garantire una maggiore ricaduta occupazionale con i sistemi di raccolta differenziata che si stanno attivando nei vari territori.
«Non è assolutamente questo il modo di far chiudere le discariche questi mostri dell'ambiente infatti, restituiscono soltanto ceneri residuali nocive per l'ambiente circostante» rincarano Santoruvo e Fioriello, annunciando nel contempo «massimo sostegno a tutte le iniziative che giustamente il Sindaco Michele Abbaticchio sta già intraprendendo e verranno intraprese nei prossimi giorni, insieme a tutti coloro i quali stanno lottando al fine di evitare che questa scelta scellerata possa compromettere irrimediabilmente l'intero tessuto sociale bitontino».