Territorio e Ambiente
Fauna selvatica: nuovo rinvio al disegno di legge regionale
Coldiretti preoccupata per la situazione in cui versa anche il comune di Bitonto
Bitonto - martedì 27 marzo 2018
14.30
«Un silenzio assordante della politica quello che stiamo registrando sul problema annoso della fauna selvatica in Puglia rappresentato dall'ennesimo rinvio nelle commissioni congiunte II e IV dell'esame del DDL per l'assenza dell'Assessorato all'Agricoltura regionale che doveva discutere dei suoi stessi emendamenti». A denunciare lo stallo regionale è il Presidente di Coldiretti Puglia, Gianni Cantele, che ha raccolto le centinaia di segnalazioni arrivate da tanti comuni pugliesi, compreso quello di Bitonto, dove nelle ultime settimane si sono registrati tanti avvistamenti di cinghiali a pochi passi dalle civili abitazioni.
«Il fenomeno della proliferazione di questi animali – dice Cantele - è divenuto gravissimo e interessa l'intera zona della Murgia e le aree rurali a valle della Murgia stessa, soprattutto i comuni di Andria, Corato, Altamura, Spinazzola, Minervino, Poggiorsini, Ruvo di Puglia, Gravina e ampi areali a Noci e Putignano, dove è denunciata la presenza dei lupi, a Bari e Bitonto. Inaccettabili i tempi biblici con cui viene affrontato dalla politica il delicato tema della fauna selvatica che mette a repentaglio l'incolumità pubblica e arreca danni al settore agricolo».
«Gli imprenditori agricoli vivono uno stato di malessere che cresce in misura esponenziale e la preoccupazione aumenta – denuncia Coldiretti Puglia - se si considera la capacità di adattamento di cinghiali e lupi ai cambiamenti ambientali, dato che sono comparsi anche in aeree da cui risultavano assenti da anni e stanno mettendo a rischio la stessa presenza e il lavoro degli agricoltori».
«In Puglia sono enormi i danni causati dalla fauna selvatica. I cinghiali distruggono le coltivazioni e attaccano gli uomini e gli animali allevati – denuncia Angelo Corsetti, Direttore di Coldiretti Puglia - come anche i lupi e i cani inselvatichiti, gli storni azzerano la produzione di olive e distruggono le piazzole, le lepri divorano letteralmente interi campi di ortaggi, i cormorani mangiano i pesci negli impianti di acquacoltura, con un danno pari ad oltre 11 milioni di euro. Gli agricoltori stanno provvedendo a recintare a proprie spese con costi considerevoli le aziende agricole per difendersi dai cinghiali che distruggono strutture e produzioni. Si tratta di una situazione insostenibile che sta provocando l'abbandono delle aree interne, con problemi sociali, economici e ambientali».
«Gli imprenditori agricoli, ma anche gli automobilisti, gli autotrasportatori e gli avventori occasionali, stanno segnalando – conclude Coldiretti Puglia- con sempre maggiore frequenza i danni provocati da cinghiali e lupi che vivono e si riproducono principalmente nelle aree naturali protette, ma che inevitabilmente sconfinano e fanno razzia nelle aziende agricole e si riversano sulle strade limitrofe ed in prossimità dei centri abitati. Nel giro di dieci anni cinghiali e lupi sono raddoppiati, mettendo a rischio non solo le produzioni agroalimentari e l'assetto idrogeologico del territorio, ma anche la vita stessa di agricoltori e automobilisti, come testimoniato dai frequenti incidenti stradali, anche con feriti gravi. I numeri la dicono lunga sulla necessità di innalzare il livello di allerta e programmare efficaci attività di riequilibrio della fauna selvatica che mette a repentaglio la stessa incolumità delle persone».
«Il fenomeno della proliferazione di questi animali – dice Cantele - è divenuto gravissimo e interessa l'intera zona della Murgia e le aree rurali a valle della Murgia stessa, soprattutto i comuni di Andria, Corato, Altamura, Spinazzola, Minervino, Poggiorsini, Ruvo di Puglia, Gravina e ampi areali a Noci e Putignano, dove è denunciata la presenza dei lupi, a Bari e Bitonto. Inaccettabili i tempi biblici con cui viene affrontato dalla politica il delicato tema della fauna selvatica che mette a repentaglio l'incolumità pubblica e arreca danni al settore agricolo».
«Gli imprenditori agricoli vivono uno stato di malessere che cresce in misura esponenziale e la preoccupazione aumenta – denuncia Coldiretti Puglia - se si considera la capacità di adattamento di cinghiali e lupi ai cambiamenti ambientali, dato che sono comparsi anche in aeree da cui risultavano assenti da anni e stanno mettendo a rischio la stessa presenza e il lavoro degli agricoltori».
«In Puglia sono enormi i danni causati dalla fauna selvatica. I cinghiali distruggono le coltivazioni e attaccano gli uomini e gli animali allevati – denuncia Angelo Corsetti, Direttore di Coldiretti Puglia - come anche i lupi e i cani inselvatichiti, gli storni azzerano la produzione di olive e distruggono le piazzole, le lepri divorano letteralmente interi campi di ortaggi, i cormorani mangiano i pesci negli impianti di acquacoltura, con un danno pari ad oltre 11 milioni di euro. Gli agricoltori stanno provvedendo a recintare a proprie spese con costi considerevoli le aziende agricole per difendersi dai cinghiali che distruggono strutture e produzioni. Si tratta di una situazione insostenibile che sta provocando l'abbandono delle aree interne, con problemi sociali, economici e ambientali».
«Gli imprenditori agricoli, ma anche gli automobilisti, gli autotrasportatori e gli avventori occasionali, stanno segnalando – conclude Coldiretti Puglia- con sempre maggiore frequenza i danni provocati da cinghiali e lupi che vivono e si riproducono principalmente nelle aree naturali protette, ma che inevitabilmente sconfinano e fanno razzia nelle aziende agricole e si riversano sulle strade limitrofe ed in prossimità dei centri abitati. Nel giro di dieci anni cinghiali e lupi sono raddoppiati, mettendo a rischio non solo le produzioni agroalimentari e l'assetto idrogeologico del territorio, ma anche la vita stessa di agricoltori e automobilisti, come testimoniato dai frequenti incidenti stradali, anche con feriti gravi. I numeri la dicono lunga sulla necessità di innalzare il livello di allerta e programmare efficaci attività di riequilibrio della fauna selvatica che mette a repentaglio la stessa incolumità delle persone».