Cronaca
Fiumi di droga tra la Puglia e l'Abruzzo, 29 arresti. Uno è di Bitonto
In carcere, per un presunto traffico di stupefacenti, anche il 48enne Giuseppe Tatulli. Tra gli indagati Michele Mongiello
Bitonto - lunedì 10 giugno 2024
17.21
Il centro degli affari era Orta Nova, comune in provincia di Foggia, dove il clan Gaeta è ormai da tempo operativo. Ma l'attività del gruppo si espandeva pure fra le province di Barletta-Andria-Trani, Bari, Teramo e Chieti. Fiumi di droga tra la Puglia e l'Abruzzo. E in carcere è finito anche un bitontino, il 48enne Giuseppe Tatulli.
Una presunta organizzazione criminale è stata smantellata oggi nel corso di una operazione della Guardia di Finanza di Bari sfociata nell'esecuzione di 31 misure cautelari emesse dal giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Bari, Rosa Caramia, su richiesta della Procura Distrettuale Antimafia di Bari: 29 arresti (15 in carcere, 14 ai domiciliari) e due obblighi di dimora. Oltre ai provvedimenti restrittivi è stato attuato il sequestro di beni del valore superiore a 2 milioni di euro.
Per gli inquirenti, il presunto sodalizio aveva una «elevata capacità organizzativa», una «rilevante disponibilità di mezzi finanziari e strumentali», oltre a disporre di una «cassa comune e di una vera e propria contabilità di esercizio». Agli indagati sono contestati i reati di associazione finalizzata al traffico di stupefacenti, oltre a produzione, traffico e detenzione di droga. Tra gli arrestati Andrea Gaeta, 53enne nipote del boss di Orta Nova, Francesco, e imputato per un tentato omicidio.
Le indagini sono iniziate nel maggio 2019 come stralcio di un'altra inchiesta su un gruppo criminale di Bari vecchia. L'organizzazione avrebbe rifornito di droga, in particolare cocaina e hashish, diverse piazze pugliesi e abruzzesi, adoperando «strumenti di comunicazione criptati, mimetizzando le attività illecite nei negozi» e usando «nelle conversazioni un linguaggio allusivo: con "1p" gli indagati indicavano un panetto da 100 grammi di droga, con "una" una cassa da circa 30 chili».
Nei confronti degli indagati sono stati sequestrati 28 terreni agricoli, 7 appartamenti, 900mila euro in contanti, polizze vita, conti correnti e 2 automobili. Le indagini hanno permesso di sequestrare 150 chilogrammi di hashish e 200mila euro in contanti. «La fornitura degli stupefacenti - ha sottolineato il coordinatore dell'Antimafia barese, Francesco Giannella - avveniva da Foggia, mentre lo smistamento delle partite veniva distribuito nelle varie realtà territoriali circostanti».
L'indagine, ha aggiunto Giannella, è partita come «uno stralcio di un'altra attività investigativa su un clan della città vecchia di Bari, il cui principale fornitore era un andriese» che a sua volta si riforniva da Orta Nova. Il clan Gaeta è legato ai Moretti-Pellegrino. Fra gli indagati un altro bitontino, Michele Mongiello, di 43 anni.
Una presunta organizzazione criminale è stata smantellata oggi nel corso di una operazione della Guardia di Finanza di Bari sfociata nell'esecuzione di 31 misure cautelari emesse dal giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Bari, Rosa Caramia, su richiesta della Procura Distrettuale Antimafia di Bari: 29 arresti (15 in carcere, 14 ai domiciliari) e due obblighi di dimora. Oltre ai provvedimenti restrittivi è stato attuato il sequestro di beni del valore superiore a 2 milioni di euro.
Per gli inquirenti, il presunto sodalizio aveva una «elevata capacità organizzativa», una «rilevante disponibilità di mezzi finanziari e strumentali», oltre a disporre di una «cassa comune e di una vera e propria contabilità di esercizio». Agli indagati sono contestati i reati di associazione finalizzata al traffico di stupefacenti, oltre a produzione, traffico e detenzione di droga. Tra gli arrestati Andrea Gaeta, 53enne nipote del boss di Orta Nova, Francesco, e imputato per un tentato omicidio.
Le indagini sono iniziate nel maggio 2019 come stralcio di un'altra inchiesta su un gruppo criminale di Bari vecchia. L'organizzazione avrebbe rifornito di droga, in particolare cocaina e hashish, diverse piazze pugliesi e abruzzesi, adoperando «strumenti di comunicazione criptati, mimetizzando le attività illecite nei negozi» e usando «nelle conversazioni un linguaggio allusivo: con "1p" gli indagati indicavano un panetto da 100 grammi di droga, con "una" una cassa da circa 30 chili».
Nei confronti degli indagati sono stati sequestrati 28 terreni agricoli, 7 appartamenti, 900mila euro in contanti, polizze vita, conti correnti e 2 automobili. Le indagini hanno permesso di sequestrare 150 chilogrammi di hashish e 200mila euro in contanti. «La fornitura degli stupefacenti - ha sottolineato il coordinatore dell'Antimafia barese, Francesco Giannella - avveniva da Foggia, mentre lo smistamento delle partite veniva distribuito nelle varie realtà territoriali circostanti».
L'indagine, ha aggiunto Giannella, è partita come «uno stralcio di un'altra attività investigativa su un clan della città vecchia di Bari, il cui principale fornitore era un andriese» che a sua volta si riforniva da Orta Nova. Il clan Gaeta è legato ai Moretti-Pellegrino. Fra gli indagati un altro bitontino, Michele Mongiello, di 43 anni.