Cronaca
Furti d'auto e ricettazione, quattro bitontini in manette. I NOMI
L'operazione "Lockdown" avrebbe sventato anche una ritorsione nei confronti di un sottufficiale dell'Arma
Bitonto - mercoledì 5 maggio 2021
10.03
Avrebbero messo in piedi un florido business illegale, del valore complessivo stimato in 200mila euro, attraverso una serie di furti d'auto, commessi soprattutto a Bari, lo stoccaggio in un centro per demolizioni a Orta Nova dove venivano smontate e la loro immissione sul mercato parallelo dei ricambi d'auto.
Quattro bitontini, tutti già noti alle forze dell'ordine per reati specifici, sono stati arrestati alle prime luci dell'alba con le accuse di furto aggravato e ricettazione in concorso. I Carabinieri della Compagnia di Monopoli, nelle province di Bari, Foggia e Lecce, hanno eseguito un'ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Bari su richiesta della Procura della Repubblica del capoluogo pugliese nei confronti di cinque indagati.
In manette sono finiti il 35enne Gaetano Rossiello, che nel 2009 nonostante il posto di blocco dei Carabinieri, scappò investendo con il suo ciclomotore il militare che gli aveva imposto di fermarsi, il 47enne Roberto Brilli, già sorvegliato speciale di pubblica sicurezza, arrestato nel 2006 perché rubava sui tir in sosta lungo le autostrade del nord Italia, il 54enne Luciano Lella, e il 51enne Giuseppe Pantaleo, arrestato nel 2013 perché ritenuto uno dei membri di un'altra banda dei tir.
L'indagine, a cura degli uomini del maggiore Emanuele D'Onofri, è stata condotta nel periodo compreso fra febbraio e luglio 2020: "Lockdown" il nome scelto per l'operazione che ha consentito di disarticolare una rete di persone originarie di Bitonto. Gli atti predatori si sono verificati nella città di Bari, in particolar modo, ma anche a Triggiano: i mezzi, una volta rubati, erano trasportati all'interno di un'autodemolizione di Orta Nova e qui smontati: i pezzi erano poi messi in vendita. I Carabinieri della Compagnia di Monopoli hanno ricostruito il modus operandi degli indagati, tutti gravati da precedenti per reati contro il patrimonio e operativi anche durante il periodo del lockdown nazionale. Il gruppo, specializzato nel settore, sceglieva il mezzo da rubare solo dopo un accurato sopralluogo e utilizzava, all'occorrenza, centraline clonate e chiavi contraffate, mentre la fuga era garantita da una "staffetta" che segnalava l'eventuale presenza delle forze di polizia.
Le autovetture, una volta asportate, erano nascoste nei pressi di un uliveto fra le campagne di Binetto, Bitonto e Grumo Appula e "bonificate", ovvero private di eventuali sistemi di allarme oppure di localizzazione. I militari dell'Arma hanno documentato vari furti di autovetture, per un valore complessivo stimato in circa 200mila euro, che, per singolare ricorrenza di alcuni veicoli presi particolarmente di mira, avevano fatto registrare un crescente allarme fra la popolazione.
Quantificato in 1.500 euro circa il prezzo di ciascuna autovettura ceduta al ricettatore, che a sua volta la "piazzava" per una cifra dai 1.800 euro in su. L'attività di indagine ha consentito, inoltre, di accertare come tra i propositi degli arrestati rientrasse anche l'intenzione di incendiare l'autovettura di un sottufficiale dell'Arma dei Carabinieri, quale "ritorsione" per aver recuperato gran parte di un carico di generi alimentari proveniente dal FEAD, il Fondo di aiuti europei agli indigenti.
Quel carico, trafugato da uno degli indagati durante un raid notturno, era destinato ad un'associazione umanitaria di Bari. I cinque arrestati, accusati di furto e di ricettazione in concorso, sono stati condotti e rinchiusi nei penitenziari di Bari, Foggia, Lecce e Lucera, a disposizione della competente Autorità Giudiziaria.
Quattro bitontini, tutti già noti alle forze dell'ordine per reati specifici, sono stati arrestati alle prime luci dell'alba con le accuse di furto aggravato e ricettazione in concorso. I Carabinieri della Compagnia di Monopoli, nelle province di Bari, Foggia e Lecce, hanno eseguito un'ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Bari su richiesta della Procura della Repubblica del capoluogo pugliese nei confronti di cinque indagati.
In manette sono finiti il 35enne Gaetano Rossiello, che nel 2009 nonostante il posto di blocco dei Carabinieri, scappò investendo con il suo ciclomotore il militare che gli aveva imposto di fermarsi, il 47enne Roberto Brilli, già sorvegliato speciale di pubblica sicurezza, arrestato nel 2006 perché rubava sui tir in sosta lungo le autostrade del nord Italia, il 54enne Luciano Lella, e il 51enne Giuseppe Pantaleo, arrestato nel 2013 perché ritenuto uno dei membri di un'altra banda dei tir.
L'indagine, a cura degli uomini del maggiore Emanuele D'Onofri, è stata condotta nel periodo compreso fra febbraio e luglio 2020: "Lockdown" il nome scelto per l'operazione che ha consentito di disarticolare una rete di persone originarie di Bitonto. Gli atti predatori si sono verificati nella città di Bari, in particolar modo, ma anche a Triggiano: i mezzi, una volta rubati, erano trasportati all'interno di un'autodemolizione di Orta Nova e qui smontati: i pezzi erano poi messi in vendita. I Carabinieri della Compagnia di Monopoli hanno ricostruito il modus operandi degli indagati, tutti gravati da precedenti per reati contro il patrimonio e operativi anche durante il periodo del lockdown nazionale. Il gruppo, specializzato nel settore, sceglieva il mezzo da rubare solo dopo un accurato sopralluogo e utilizzava, all'occorrenza, centraline clonate e chiavi contraffate, mentre la fuga era garantita da una "staffetta" che segnalava l'eventuale presenza delle forze di polizia.
Le autovetture, una volta asportate, erano nascoste nei pressi di un uliveto fra le campagne di Binetto, Bitonto e Grumo Appula e "bonificate", ovvero private di eventuali sistemi di allarme oppure di localizzazione. I militari dell'Arma hanno documentato vari furti di autovetture, per un valore complessivo stimato in circa 200mila euro, che, per singolare ricorrenza di alcuni veicoli presi particolarmente di mira, avevano fatto registrare un crescente allarme fra la popolazione.
Quantificato in 1.500 euro circa il prezzo di ciascuna autovettura ceduta al ricettatore, che a sua volta la "piazzava" per una cifra dai 1.800 euro in su. L'attività di indagine ha consentito, inoltre, di accertare come tra i propositi degli arrestati rientrasse anche l'intenzione di incendiare l'autovettura di un sottufficiale dell'Arma dei Carabinieri, quale "ritorsione" per aver recuperato gran parte di un carico di generi alimentari proveniente dal FEAD, il Fondo di aiuti europei agli indigenti.
Quel carico, trafugato da uno degli indagati durante un raid notturno, era destinato ad un'associazione umanitaria di Bari. I cinque arrestati, accusati di furto e di ricettazione in concorso, sono stati condotti e rinchiusi nei penitenziari di Bari, Foggia, Lecce e Lucera, a disposizione della competente Autorità Giudiziaria.