Cronaca
I costi per lo "sballo" a Bitonto: l'amnesia venduta a 10 euro al grammo
L'analisi, parte 2. I prezzi: 0,30 grammi di cocaina a 20 euro, «un bombone» di marijuana 30 euro, «un tocchetto» di hashish 5 euro
Bitonto - giovedì 24 febbraio 2022
8.59
«Un'azienda, una ditta», così è stata definita l'organizzazione di Domenico Conte secondo le parole di un collaboratore di giustizia, Vito Antonio Tarullo. Dai gravi indizi raccolti, è emerso che, grazie a una accorta strategia commerciale - che prevedeva, rispetto alla "concorrenza", migliore qualità e quantità - l'organizzazione avrebbe garantito introiti sino «dai 20 ai 30mila euro al giorno», riuscendo a smerciare, mensilmente, circa 40 chilogrammi di sostanze stupefacenti tra cocaina, hashish e marijuana, ma anche amnesia («un'erba che ti fulmina il cervello», secondo lo stesso pentito).
A Bitonto lo "sballo" costa 10 euro. Sarebbe questo, sempre secondo il racconto dei collaboratori di giustizia, il prezzo di un grammo di amnesia: marijuana di pessima qualità, trattata con metadone, eroina, solventi e addirittura acidi delle batterie delle auto. Chi la acquista, se non la conosce, può pensare si tratti di marijuana, invece no: i princìpi attivi della presunta erba sono quasi del tutto inesistenti. Le gocce di metadone ed eroina spruzzate sulle foglie essiccate creano un cocktail micidiale e altamente tossico che rischia di provocare effetti neurologici irreversibili.
Il nome è accattivante (Amnèsia è una gettonata discoteca di Ibiza). Gli effetti, però, sono a dir poco devastanti: azzera la memoria, altera la percezione della realtà, danneggia in modo grave e permanente il cervello. Bastava - e forse basta ancora - fare due passi nella zona 167 di Bitonto, e in particolar modo lungo via Pertini, per trovarla, acquistarla e mettersela in tasca. Le singole dosi e i dati erano trascritti sui post-it per una contabilità (con i numeri da 1 a 7) efficace e facile da ricordare. «La cocaina - ha spiegato ancora Tarullo - viene venduta a 20 euro (circa 0,30 grammi)» oppure a «40 euro (0,60 grammi)».
Ed ancora: la marijuana viene venduta «a 30 euro al pezzo (i bomboni, noi li chiamiamo i bomboni); un bombone equivale a circa 4-6 grammi di erba a seconda della qualità». Il prezzo della bustina è invece di 5 euro e arriva a circa 1 grammo: «Queste sono le 5, le 5 euro per i ragazzini che non possono... vengono a prendere le 5 euro». Infine, l'hashish: «Il prezzo del tocchetto è di 5 euro e varia da 1,40 grammi ad 1,50 grammi, mentre il pezzo del pezzo è di 20 euro ed è di circa 6 grammi: «Questi - le parole di Tarullo - sono per i forestieri che vengono da parecchio lontano diciamo».
Al momento del "cambio turno" i due pusher controllavano la cosiddetta "rimanenza" che il turnista montante prendeva in carico dal precedente. «Anche in questo caso - è scritto nell'ordinanza di custodia cautelare firmata dal giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Bari, Antonella Cafagna - la contabilità aveva una regola ben precisa. Lo spacciatore "montante" segnava sul post-it quanti pezzi di sostanza stupefacente riceveva dallo "smontante"».
Tarullo, inoltre, ha descritto anche come, alla fine di ogni turno, venisse contabilizzata la rimanenza dello stupefacente ed il ricavo della vendita dello stesso. Il denaro accumulato in mazzette, secondo le indagini, veniva portato alla fine di ogni giornata in via Pertini nella zona 167: «Viene portata nel nostro portone, alla zona 167, tutti i giorni! I conti tutti i giorni devono essere chiusi», da Rocco Papaleo ovvero da Domenico Liso e al fratello Cosimo e poi affidato direttamente al boss Domenico Conte, se presente: «Se c'era il Conte Domenico, già glielo davano al Conte Domenico, quando si trovava il Conte».
Il denaro sarebbe quindi contato, effettuata la dovuta verifica rispetto al materiale venduto e immediatamente consegnato nelle mani di Rosa Natilla, alias «Rosa Scapezz», da sempre utilizzata da Conte, sempre secondo le indagini, quale custode: «Quando il Conte non c'era - ha detto ancora Tarullo - questi soldi venivano portati sopra alla casa... contati da noi, vedere... non è che tu mi porti i soldi e noi li portiamo là! Mancano i soldi, poi li dobbiamo mettere noi i soldi. Venivano contati da noi e portati sulla casa di Rosa Scapezz, Natilla, che lei soffre di malavita». E si faceva chiamare «Rosy Abate», proprio come la "madrina della cupola" della serie televisiva Squadra Antimafia.
Per tale attività, la donna percepiva dalle 300 alle 500 euro a settimana: «Quella viene pagata! Quella ogni settimana viene pagata... viene pagata dai 500... o 300 o 500 euro... Sì, ogni settimana - ha ribadito Tarullo -. Ma questo è un lavoro che fa da anni Rosa».
A Bitonto lo "sballo" costa 10 euro. Sarebbe questo, sempre secondo il racconto dei collaboratori di giustizia, il prezzo di un grammo di amnesia: marijuana di pessima qualità, trattata con metadone, eroina, solventi e addirittura acidi delle batterie delle auto. Chi la acquista, se non la conosce, può pensare si tratti di marijuana, invece no: i princìpi attivi della presunta erba sono quasi del tutto inesistenti. Le gocce di metadone ed eroina spruzzate sulle foglie essiccate creano un cocktail micidiale e altamente tossico che rischia di provocare effetti neurologici irreversibili.
Il nome è accattivante (Amnèsia è una gettonata discoteca di Ibiza). Gli effetti, però, sono a dir poco devastanti: azzera la memoria, altera la percezione della realtà, danneggia in modo grave e permanente il cervello. Bastava - e forse basta ancora - fare due passi nella zona 167 di Bitonto, e in particolar modo lungo via Pertini, per trovarla, acquistarla e mettersela in tasca. Le singole dosi e i dati erano trascritti sui post-it per una contabilità (con i numeri da 1 a 7) efficace e facile da ricordare. «La cocaina - ha spiegato ancora Tarullo - viene venduta a 20 euro (circa 0,30 grammi)» oppure a «40 euro (0,60 grammi)».
Ed ancora: la marijuana viene venduta «a 30 euro al pezzo (i bomboni, noi li chiamiamo i bomboni); un bombone equivale a circa 4-6 grammi di erba a seconda della qualità». Il prezzo della bustina è invece di 5 euro e arriva a circa 1 grammo: «Queste sono le 5, le 5 euro per i ragazzini che non possono... vengono a prendere le 5 euro». Infine, l'hashish: «Il prezzo del tocchetto è di 5 euro e varia da 1,40 grammi ad 1,50 grammi, mentre il pezzo del pezzo è di 20 euro ed è di circa 6 grammi: «Questi - le parole di Tarullo - sono per i forestieri che vengono da parecchio lontano diciamo».
Al momento del "cambio turno" i due pusher controllavano la cosiddetta "rimanenza" che il turnista montante prendeva in carico dal precedente. «Anche in questo caso - è scritto nell'ordinanza di custodia cautelare firmata dal giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Bari, Antonella Cafagna - la contabilità aveva una regola ben precisa. Lo spacciatore "montante" segnava sul post-it quanti pezzi di sostanza stupefacente riceveva dallo "smontante"».
Tarullo, inoltre, ha descritto anche come, alla fine di ogni turno, venisse contabilizzata la rimanenza dello stupefacente ed il ricavo della vendita dello stesso. Il denaro accumulato in mazzette, secondo le indagini, veniva portato alla fine di ogni giornata in via Pertini nella zona 167: «Viene portata nel nostro portone, alla zona 167, tutti i giorni! I conti tutti i giorni devono essere chiusi», da Rocco Papaleo ovvero da Domenico Liso e al fratello Cosimo e poi affidato direttamente al boss Domenico Conte, se presente: «Se c'era il Conte Domenico, già glielo davano al Conte Domenico, quando si trovava il Conte».
Il denaro sarebbe quindi contato, effettuata la dovuta verifica rispetto al materiale venduto e immediatamente consegnato nelle mani di Rosa Natilla, alias «Rosa Scapezz», da sempre utilizzata da Conte, sempre secondo le indagini, quale custode: «Quando il Conte non c'era - ha detto ancora Tarullo - questi soldi venivano portati sopra alla casa... contati da noi, vedere... non è che tu mi porti i soldi e noi li portiamo là! Mancano i soldi, poi li dobbiamo mettere noi i soldi. Venivano contati da noi e portati sulla casa di Rosa Scapezz, Natilla, che lei soffre di malavita». E si faceva chiamare «Rosy Abate», proprio come la "madrina della cupola" della serie televisiva Squadra Antimafia.
Per tale attività, la donna percepiva dalle 300 alle 500 euro a settimana: «Quella viene pagata! Quella ogni settimana viene pagata... viene pagata dai 500... o 300 o 500 euro... Sì, ogni settimana - ha ribadito Tarullo -. Ma questo è un lavoro che fa da anni Rosa».