Territorio e Ambiente
I gilet arancioni incontrano Di Maio e chiedono interventi rapidi per l'agricoltura pugliese
Servono aiuti per lavoratori, cooperative e frantoi
Bitonto - lunedì 1 aprile 2019
15.17
Tutelare gli operai agricoli attraverso la conferma delle giornate lavorative dell'anno precedente nei territori colpiti da gelate e xylella, defiscalizzazione dei tributi, degli oneri previdenziali e blocco delle rate dei mutui per i frantoi, cooperative agricole di trasformazione e frantoi aziendali, rottamazione dei frantoi oleari con adeguato ristoro a chi sceglie di uscire definitivamente dal sistema di trasformazione, proroga di 24 mesi per adeguamenti strutturali necessari al comparto.
Sono queste le richieste principali presentate dai gilet arancioni questa mattina durante il vertice al Mise col Ministro Luigi Di Maio.
Folta la delegazione in rappresentanza degli agricoltori: oltre al portavoce Onofrio Spagnoletti Zeuli e al Presidente di Italia Olivicola, Gennaro Sicolo, c'erano il Presidente di Unapol, Tommaso Loiodice, il rappresentante dei frantoiani, Elia Pellegrino, e il rappresentante degli agricoltori salentini, Mimino Primiceri.
I dati della campagna 2018/2019, riportati dai gilet arancioni nel documento consegnato a Di Maio, sono noti: 50mila gli operai agricoli che lavorano in olivicoltura in Puglia, 1 milione le giornate lavorative perse nel territorio compreso tra le province di Bari, Bat e Foggia distrutte dalle gelate, mentre sono 1,5 milioni le giornate lavorative perse nella zona infetta da xylella del Salento.
«L'olivicoltura in Puglia, in termini di operai assunti, vale il 200% della Fiat ed il 300% dell'Ilva – scrivono i gilet arancioni - i frantoi che a causa della xylella hanno totalmente dismesso la propria attività sono quasi 200 ed almeno altri 100 sono in procinto di fare altrettanto».
«Le chiediamo di intervenire per salvare l'industria pugliese più ecosostenibile che ci sia, l'unica in grado di dare futuro ai giovani, e di non farli andar via, grazie ad una tradizione millenaria, l'unica che per la sua alta specializzazione è lontana anni luce da fenomeni di capolarato, il polmone economico green di un settore che vale in termini di assunzioni il 200% della Fiat ed il 300% dell'Ilva», ha sottolineato il portavoce dei gilet arancioni, Onofrio Spagnoletti Zeuli.
«Le chiediamo di venire in Puglia a visitare la realtà economica più importante della nostra Regione, il traino economico di una terra abituata a non chiedere aiuti dello Stato ma a lavorare per portare ogni giorno il pane a casa - ha sottolineato Spagnoletti Zeuli - vogliamo che sia garantita ai lavoratori della terra e ai frantoiani la dignità che purtroppo non ci viene riconosciuta».
«Occorre individuare misure per i frantoi che ristorino la perdita di attività economica, la difficoltà a supportare il credito bancario, gli oneri previdenziali e la necessità di rivedere alcune importanti procedure normative - ha aggiunto il portavoce dei gilet arancioni - agli operai agricoli, che sono i più specializzati che ci siano, forse ancor prima che alle aziende, è necessario garantire la "sopravvivenza": il 2018 è stato devastante per tutti loro, giorni tristi con redditi inesistenti. A loro bisogna garantire il futuro e bisogna dare dignità».
Sono queste le richieste principali presentate dai gilet arancioni questa mattina durante il vertice al Mise col Ministro Luigi Di Maio.
Folta la delegazione in rappresentanza degli agricoltori: oltre al portavoce Onofrio Spagnoletti Zeuli e al Presidente di Italia Olivicola, Gennaro Sicolo, c'erano il Presidente di Unapol, Tommaso Loiodice, il rappresentante dei frantoiani, Elia Pellegrino, e il rappresentante degli agricoltori salentini, Mimino Primiceri.
I dati della campagna 2018/2019, riportati dai gilet arancioni nel documento consegnato a Di Maio, sono noti: 50mila gli operai agricoli che lavorano in olivicoltura in Puglia, 1 milione le giornate lavorative perse nel territorio compreso tra le province di Bari, Bat e Foggia distrutte dalle gelate, mentre sono 1,5 milioni le giornate lavorative perse nella zona infetta da xylella del Salento.
«L'olivicoltura in Puglia, in termini di operai assunti, vale il 200% della Fiat ed il 300% dell'Ilva – scrivono i gilet arancioni - i frantoi che a causa della xylella hanno totalmente dismesso la propria attività sono quasi 200 ed almeno altri 100 sono in procinto di fare altrettanto».
«Le chiediamo di intervenire per salvare l'industria pugliese più ecosostenibile che ci sia, l'unica in grado di dare futuro ai giovani, e di non farli andar via, grazie ad una tradizione millenaria, l'unica che per la sua alta specializzazione è lontana anni luce da fenomeni di capolarato, il polmone economico green di un settore che vale in termini di assunzioni il 200% della Fiat ed il 300% dell'Ilva», ha sottolineato il portavoce dei gilet arancioni, Onofrio Spagnoletti Zeuli.
«Le chiediamo di venire in Puglia a visitare la realtà economica più importante della nostra Regione, il traino economico di una terra abituata a non chiedere aiuti dello Stato ma a lavorare per portare ogni giorno il pane a casa - ha sottolineato Spagnoletti Zeuli - vogliamo che sia garantita ai lavoratori della terra e ai frantoiani la dignità che purtroppo non ci viene riconosciuta».
«Occorre individuare misure per i frantoi che ristorino la perdita di attività economica, la difficoltà a supportare il credito bancario, gli oneri previdenziali e la necessità di rivedere alcune importanti procedure normative - ha aggiunto il portavoce dei gilet arancioni - agli operai agricoli, che sono i più specializzati che ci siano, forse ancor prima che alle aziende, è necessario garantire la "sopravvivenza": il 2018 è stato devastante per tutti loro, giorni tristi con redditi inesistenti. A loro bisogna garantire il futuro e bisogna dare dignità».