Territorio e Ambiente
«I pagliari di Bitonto rischiano di essere distrutti»
La denuncia dell'architetto Lombardi che chiede l'intervento del sindaco: «Demoliti per motivi fiscali»
Bitonto - mercoledì 27 settembre 2017
9.27
Gli storici "pagliari", antiche costruzioni di pietra usate per secoli dai contadini come ripari o depositi che caratterizzano il paesaggio pugliese, nel territorio di Bitonto rischiano di essere distrutti. La denuncia è dell'architetto Eugenio Lombardi, da sempre in prima linea nella difesa del territorio Barese, che ha lanciato il suo allarme per impedire un possibile scempio ai danni di questi testimoni silenziosi della della realtà agraria pugliese.
«Hanno resistito al tempo – racconta Lombardi - baluardi di memoria nel territorio agrario. Insieme a tanti straordinari elementi (in primo luogo, i muretti a secco) che hanno dato identità alle nostre terre, andrebbero tutelati e valorizzati, specie ora che i percorsi di fruizione culturale e turistica (in bicicletta, a piedi) si vanno moltiplicando. Ma mi è giunto un allarmato invito ad intervenire».
«Pare che nel territorio di Bitonto – spiega ancora l'architetto barese - alcuni proprietari stiano preferendo distruggere questi tesori territoriali, ad evitare di pagare le tasse sui 'volumi' che essi rappresentano, messi in linea con strutture abitative, commerciali, industriali. Che si tratti di volumi, non ci sono dubbi, ma che siano gestiti come strutture produttive, i dubbi ci sono eccome!».
In realtà la questione non è del tutto chiara, perchè sembrerebbe che i manufatti non utilizzabili e senza agibilità sarebbero definiti catastalmente "collabenti" e quindi non avrebbero reddito catastale. A mettere a repentaglio l'integrità di questi monumenti della ruralità pugliese ci sono però le possibili interpretazioni della normativa fiscale da parte di qualche amministrazione.
«Non sarebbe il caso di rivedere una situazione che ha dell'incredibile – si domanda Lombardi - e anzi studiare i modi per incentivare la manutenzione e valorizzazione della Storia dei nostri antenati? Mi rivolgo al sindaco di Bitonto Michele Abbaticchio, sperando di trovare ascolto».
«Hanno resistito al tempo – racconta Lombardi - baluardi di memoria nel territorio agrario. Insieme a tanti straordinari elementi (in primo luogo, i muretti a secco) che hanno dato identità alle nostre terre, andrebbero tutelati e valorizzati, specie ora che i percorsi di fruizione culturale e turistica (in bicicletta, a piedi) si vanno moltiplicando. Ma mi è giunto un allarmato invito ad intervenire».
«Pare che nel territorio di Bitonto – spiega ancora l'architetto barese - alcuni proprietari stiano preferendo distruggere questi tesori territoriali, ad evitare di pagare le tasse sui 'volumi' che essi rappresentano, messi in linea con strutture abitative, commerciali, industriali. Che si tratti di volumi, non ci sono dubbi, ma che siano gestiti come strutture produttive, i dubbi ci sono eccome!».
In realtà la questione non è del tutto chiara, perchè sembrerebbe che i manufatti non utilizzabili e senza agibilità sarebbero definiti catastalmente "collabenti" e quindi non avrebbero reddito catastale. A mettere a repentaglio l'integrità di questi monumenti della ruralità pugliese ci sono però le possibili interpretazioni della normativa fiscale da parte di qualche amministrazione.
«Non sarebbe il caso di rivedere una situazione che ha dell'incredibile – si domanda Lombardi - e anzi studiare i modi per incentivare la manutenzione e valorizzazione della Storia dei nostri antenati? Mi rivolgo al sindaco di Bitonto Michele Abbaticchio, sperando di trovare ascolto».