Politica
I partigiani di Bitonto dicono no alla vendita della sede del Pd ai privati
«Non è esempio di una visione futura e lungimirante di crescita del territorio»
Bitonto - lunedì 6 luglio 2020
8.20
Dalla lotta per la difesa della causa partigiana agli interventi per indirizzare le scelte politico-amministrative della città.
L'Associazione Nazionale dei Partigiani d'Italia della sede di Bitonto amplia i suoi orizzonti operativi e decide di offrire il suo apporto anche in questioni non strettamente legate alle finalità statutali, suggerendo all'amministrazione comunale di non vendere ai privati la storica sede del Partito Democratico.
«La concessione a soggetti privati con finalità commerciali – spiega la presidente dell'Anpi Bitonto, Antonella De Napoli - seppur attraverso una gara, di beni comuni e storici che rappresentano e testimoniano percorsi sociali, culturali e politici della nostra comunità, non è esempio di una visione futura e lungimirante di crescita del nostro territorio. L'intera comunità è chiamata a interrogarsi e intervenire nelle decisioni sulla destinazione e gestione dei beni della collettività».
«Ci impegneremo attraverso una raccolta di firme – promette la De Napoli - per la difesa di quei beni immobili che hanno accompagnato e rispondono alla crescita sociale ed umana dell'intera comunità cittadina, un simbolo e una testimonianza culturale e storica che non può finire nelle mani di privati e deve essere invece nelle disponibilità dell'intera comunità. Basti ricordare che l'immobile della "Pescara" ubicato in corso Vittorio Emanuele è stata una delle grandi Pescare pubbliche costruite in città per far fronte alla grande necessità di acqua della comunità. Inizialmente sede del Partito Nazionale Fascista, successivamente i Partigiani ne fecero una delle loro prime postazioni in città e da allora è sempre rimasta presidio politico-sociale».
«Pertanto – è la richiesta dell'ANPI - chiediamo alla Amministrazione Comunale di non procedere ulteriormente con la cessione di questi beni pubblici. Ritenendo fondamentale la sensibilizzazione e il coinvolgimento dell'intera cittadinanza auspichiamo e invitiamo alla partecipazione a tale iniziativa di tutti quei soggetti, forze politiche e associazioni, che non sono solo custodi di un patrimonio storico e politico di questa città, ma che ancora credono nei processi di partecipazione attiva, di libertà, di confronto plurale e costruttivo, fondamentale per la crescita socio-culturale della nostra città che solo in tal senso si trasforma in ente portatore di beneficio per ogni singolo cittadino».
«È essenziale – conclude la nota - dal punto di vista giuridico, il rapporto tra uomo e territorio: senza territorio non può aversi una "comunità politica" e senza quest'ultima non può aversi il diritto. Chiunque voglia aderire a tale iniziativa, può inviare una mail all'indirizzo anpibitonto@libero.it».
L'Associazione Nazionale dei Partigiani d'Italia della sede di Bitonto amplia i suoi orizzonti operativi e decide di offrire il suo apporto anche in questioni non strettamente legate alle finalità statutali, suggerendo all'amministrazione comunale di non vendere ai privati la storica sede del Partito Democratico.
«La concessione a soggetti privati con finalità commerciali – spiega la presidente dell'Anpi Bitonto, Antonella De Napoli - seppur attraverso una gara, di beni comuni e storici che rappresentano e testimoniano percorsi sociali, culturali e politici della nostra comunità, non è esempio di una visione futura e lungimirante di crescita del nostro territorio. L'intera comunità è chiamata a interrogarsi e intervenire nelle decisioni sulla destinazione e gestione dei beni della collettività».
«Ci impegneremo attraverso una raccolta di firme – promette la De Napoli - per la difesa di quei beni immobili che hanno accompagnato e rispondono alla crescita sociale ed umana dell'intera comunità cittadina, un simbolo e una testimonianza culturale e storica che non può finire nelle mani di privati e deve essere invece nelle disponibilità dell'intera comunità. Basti ricordare che l'immobile della "Pescara" ubicato in corso Vittorio Emanuele è stata una delle grandi Pescare pubbliche costruite in città per far fronte alla grande necessità di acqua della comunità. Inizialmente sede del Partito Nazionale Fascista, successivamente i Partigiani ne fecero una delle loro prime postazioni in città e da allora è sempre rimasta presidio politico-sociale».
«Pertanto – è la richiesta dell'ANPI - chiediamo alla Amministrazione Comunale di non procedere ulteriormente con la cessione di questi beni pubblici. Ritenendo fondamentale la sensibilizzazione e il coinvolgimento dell'intera cittadinanza auspichiamo e invitiamo alla partecipazione a tale iniziativa di tutti quei soggetti, forze politiche e associazioni, che non sono solo custodi di un patrimonio storico e politico di questa città, ma che ancora credono nei processi di partecipazione attiva, di libertà, di confronto plurale e costruttivo, fondamentale per la crescita socio-culturale della nostra città che solo in tal senso si trasforma in ente portatore di beneficio per ogni singolo cittadino».
«È essenziale – conclude la nota - dal punto di vista giuridico, il rapporto tra uomo e territorio: senza territorio non può aversi una "comunità politica" e senza quest'ultima non può aversi il diritto. Chiunque voglia aderire a tale iniziativa, può inviare una mail all'indirizzo anpibitonto@libero.it».