Scuola e Lavoro
I ragazzi e le ragazze del "Galilei" di Bitonto protagonisti al Teatro Abeliano
Il 15 maggio scorso concluso progetto “Riflessi nell’anima: ricerca, identità e appartenenza”
Bitonto - mercoledì 22 maggio 2024
Comunicato Stampa
Il 15 maggio scorso, gli studenti delle classi 4ASA, 4B, 4C e 4D del Liceo Scientifico-Artistico "Galileo Galilei" hanno vissuto la giornata conclusiva del progetto "Riflessi nell'anima: ricerca, identità e appartenenza" presso il teatro Abeliano, alla presenza dell'arcivescovo dell'arcidiocesi di Bari-Bitonto Mons. Giuseppe Satriano. Il percorso di orientamento si è articolato in quattro tappe, condotto da esperti formatori dell'Associazione Verso Mezzogiorno ETS, dalla Pastorale Giovanile guidata dallo staff di Don Michele Birardi, dalla Pastorale della Scuola con Don Angelo Garofalo e dai docenti prof.ssa Clementina Chirico e prof. Giuseppe Ungaro.
Negli ultimi mesi, i docenti hanno proposto una serie di esperimenti sociali e giochi di gruppo per stimolare le capacità di autoregolazione, collaborazione e organizzazione degli studenti. Un progetto che ha accresciuto la fiducia tra compagni di classe e lo spirito di iniziativa di fronte alle diverse sfide. Il tutto è culminato nello spettacolo finale in cui gli studenti del Liceo Scientifico-Artistico "Galileo Galilei", insieme agli studenti di altri Istituti di scuola superiore di Bari, hanno espresso artisticamente la propria idea di felicità. Protagonisti della scena sono stati proprio i giovani che con musica, canti, danze e rappresentazioni teatrali hanno portato un pezzo di sé sul palco del teatro. Alcuni hanno proposto un'intervista basata sullo scambio reciproco di pensieri, permettendo agli spettatori di identificarsi nei tre personaggi intervistati; altri hanno scelto la via della drammatizzazione e reso la scelta del "giusto paio di scarpe" la metafora della ricerca della felicità.
Prima dell'esibizione degli studenti, l'attore Luigi D'Elia si è esibito con un magistrale monologo ricordando la figura di don Lorenzo Milani e la sua tenace lotta contro l'ignoranza a cui i ragazzi del popolo erano predestinati. Don Milani credeva fermamente nell'importanza dell'educazione come strumento di emancipazione e di cambiamento sociale e per questo si oppose alla logica elitaria dell'istruzione tradizionale. La sua era una scuola "fatta per amore"; da qui l'espressione inglese "I care", ovvero "mi sta a cuore".
La giornata si è rivelata un'occasione di riflessione interessante per la formazione dei cittadini del presente, perché, come ha ricordato il vescovo, i giovani sono il Presente, i protagonisti di questo tempo che, tra mille ambiguità e lusinghe ingannevoli, non riesce a spegnere il sogno di Felicità.
Negli ultimi mesi, i docenti hanno proposto una serie di esperimenti sociali e giochi di gruppo per stimolare le capacità di autoregolazione, collaborazione e organizzazione degli studenti. Un progetto che ha accresciuto la fiducia tra compagni di classe e lo spirito di iniziativa di fronte alle diverse sfide. Il tutto è culminato nello spettacolo finale in cui gli studenti del Liceo Scientifico-Artistico "Galileo Galilei", insieme agli studenti di altri Istituti di scuola superiore di Bari, hanno espresso artisticamente la propria idea di felicità. Protagonisti della scena sono stati proprio i giovani che con musica, canti, danze e rappresentazioni teatrali hanno portato un pezzo di sé sul palco del teatro. Alcuni hanno proposto un'intervista basata sullo scambio reciproco di pensieri, permettendo agli spettatori di identificarsi nei tre personaggi intervistati; altri hanno scelto la via della drammatizzazione e reso la scelta del "giusto paio di scarpe" la metafora della ricerca della felicità.
Prima dell'esibizione degli studenti, l'attore Luigi D'Elia si è esibito con un magistrale monologo ricordando la figura di don Lorenzo Milani e la sua tenace lotta contro l'ignoranza a cui i ragazzi del popolo erano predestinati. Don Milani credeva fermamente nell'importanza dell'educazione come strumento di emancipazione e di cambiamento sociale e per questo si oppose alla logica elitaria dell'istruzione tradizionale. La sua era una scuola "fatta per amore"; da qui l'espressione inglese "I care", ovvero "mi sta a cuore".
La giornata si è rivelata un'occasione di riflessione interessante per la formazione dei cittadini del presente, perché, come ha ricordato il vescovo, i giovani sono il Presente, i protagonisti di questo tempo che, tra mille ambiguità e lusinghe ingannevoli, non riesce a spegnere il sogno di Felicità.