Attualità
I rifugiati del Maria Cristina spostati nel Casale Fon Sylos su via Fornaci?
La Misericordia, che occupa il lotto, partecipa al bando per la collocazione. Il Comune sbarra la strada, ma la commissione ammette con riserva
Bitonto - sabato 19 maggio 2018
11.50
Potrebbero esserci novità importanti all'orizzonte per i rifugiati attualmente ospitati in alcuni locali dell'Istituto Maria Cristina di Savoia di Bitonto. La loro "casa" infatti potrebbe presto cambiare e potrebbro presto traslocare nel Casale Fon Sylos, nelle campagne bitontine, sull'estremo prolungamento di via delle Fornaci, parallela della Provinciale 91 che collega Bitonto a Santo Spirito.
La Prefettura ha infatti disposto un bando per la collocazione dei migranti cui sono pervenute due differenti candidature. Una è quella della cooperativa tarantina "Costruiamo insieme" che attualmente gestisce gli ospiti del Maria Cristina di Savoia, recentemente finita nell'occhio del ciclone per alcune irregolarità che secondo il gruppo parlamentare del Movimento 5 Stelle sarebbero state commesse. L'altra è quella della Confraternita Misericordia, che ha sede proprio all'interno del Casale Fon Sylos. Circa un anno fa, infatti, la struttura è stata acquisita dall'associazione nazionale di volontariato in affitto con un regolare contratto, all'interno del quale erano previste anche iniziative di scopo sociale, come una mensa per i poveri con centro di cottura integrato per la distribuzione di pacchi viveri in tutta Italia e una serie di alloggi temporanei per cittadini svantaggiati ricavati all'interno delle foresterie un tempo dedicate agli studenti accolti durante gli scambi culturali con le altre nazioni. Dopo aver fissato la sede della locale sezione dell'associazione e lo snodo logistico per le ambulanze del 118, i gestori hanno però deciso di partecipare al bando per la collocazione dei migranti, senza chiedere alcuna autorizzazione ai proprietari, peraltro parenti del sindaco di Bitonto, Michele Abbaticchio, preoccupati del rischio di vedere i rifugiati accasati in pianta stabile nella struttura anche dopo la fine del progetto e dei fondi a disposizione. La cooperativa, in realtà, secondo l'amministrazione comunale non avrebbe nemmeno le carte in regola per la partecipazione al bando. Stando a quanto rilevato dal comune di Bitonto, infatti, per partecipare sarebbero stati avviati alcuni lavori di adeguamento strutturale, prima però che al lotto venisse cambiata la destinazione d'uso e senza quindi le indispensabili autorizzazioni. Ecco perchè da Palazzo Gentile, a firma proprio del primo cittadino, è stata inviata alla commissione nominata dalla Prefettura per scegliere l'offerta migliore una dettagliata relazione, sulla base dei rilievi effettuati dalla Polizia Edilizia, in cui venivano evidenziate le irregolarità riscontrate. Una relazione in cui venivano segnalati anche dubbi sulle presunte "mancanze" dell'altra cooperativa in gara, "Costriamo insieme".
Per tutta risposta la commissione ha però offerto a entrambe le cooperative la possibilità di integrare la documentazione necessaria, completando i lavori iniziati e versando anche gli oneri di urbanizzazione previsti.
La parola adesso passa alla commissione nominata dalla Prefettura che dovrà stabilire quale delle due offerte sia maggiormente vicina ai criteri di selezione inseriti all'interno del bando.
La Prefettura ha infatti disposto un bando per la collocazione dei migranti cui sono pervenute due differenti candidature. Una è quella della cooperativa tarantina "Costruiamo insieme" che attualmente gestisce gli ospiti del Maria Cristina di Savoia, recentemente finita nell'occhio del ciclone per alcune irregolarità che secondo il gruppo parlamentare del Movimento 5 Stelle sarebbero state commesse. L'altra è quella della Confraternita Misericordia, che ha sede proprio all'interno del Casale Fon Sylos. Circa un anno fa, infatti, la struttura è stata acquisita dall'associazione nazionale di volontariato in affitto con un regolare contratto, all'interno del quale erano previste anche iniziative di scopo sociale, come una mensa per i poveri con centro di cottura integrato per la distribuzione di pacchi viveri in tutta Italia e una serie di alloggi temporanei per cittadini svantaggiati ricavati all'interno delle foresterie un tempo dedicate agli studenti accolti durante gli scambi culturali con le altre nazioni. Dopo aver fissato la sede della locale sezione dell'associazione e lo snodo logistico per le ambulanze del 118, i gestori hanno però deciso di partecipare al bando per la collocazione dei migranti, senza chiedere alcuna autorizzazione ai proprietari, peraltro parenti del sindaco di Bitonto, Michele Abbaticchio, preoccupati del rischio di vedere i rifugiati accasati in pianta stabile nella struttura anche dopo la fine del progetto e dei fondi a disposizione. La cooperativa, in realtà, secondo l'amministrazione comunale non avrebbe nemmeno le carte in regola per la partecipazione al bando. Stando a quanto rilevato dal comune di Bitonto, infatti, per partecipare sarebbero stati avviati alcuni lavori di adeguamento strutturale, prima però che al lotto venisse cambiata la destinazione d'uso e senza quindi le indispensabili autorizzazioni. Ecco perchè da Palazzo Gentile, a firma proprio del primo cittadino, è stata inviata alla commissione nominata dalla Prefettura per scegliere l'offerta migliore una dettagliata relazione, sulla base dei rilievi effettuati dalla Polizia Edilizia, in cui venivano evidenziate le irregolarità riscontrate. Una relazione in cui venivano segnalati anche dubbi sulle presunte "mancanze" dell'altra cooperativa in gara, "Costriamo insieme".
Per tutta risposta la commissione ha però offerto a entrambe le cooperative la possibilità di integrare la documentazione necessaria, completando i lavori iniziati e versando anche gli oneri di urbanizzazione previsti.
La parola adesso passa alla commissione nominata dalla Prefettura che dovrà stabilire quale delle due offerte sia maggiormente vicina ai criteri di selezione inseriti all'interno del bando.