Attualità
Identità Comunale, Pagliaro candida il bocconotto di Bitonto
La denominazione legherebbe in maniera anagrafica il prodotto tipico al luogo di produzione
Bitonto - martedì 7 novembre 2023
Paolo Pagliaro ha proposto in queste settimane l'istituzione di Ide.Co, Identità Comunale, come denominazione per valorizzare i prodotti tipici locali. E nella lunga lista ci sarebbero anche i bocconotti bitontini.
Di seguito il suo comunicato integrale.
«Si scrive Ide.Co, si legge Identità Comunale. È una denominazione che lega in maniera anagrafica un prodotto tipico al suo luogo storico di origine, una sorta di "sigillo di identità" pensato per contrassegnare, valorizzare e promuovere le produzioni tipiche e caratteristiche di ogni Comune pugliese: produzioni agroalimentari ma anche piatti della tradizione e prodotti artigianali di eccellenza.
Questa l'idea al centro della mia proposta di legge regionale, che sta trovando ampio consenso ed è già stata sottoscritta da 32 colleghi consiglieri.
Parliamo di produzioni identitarie, dalle più rinomate a quelle poco conosciute. Solo per fare alcuni esempi: il rustico leccese, il pasticciotto di Lecce e Galatina, il pane di Monte Sant'Angelo, lo scebalsti di Zollino, la scapece di Gallipoli, la muschiska del Gargano, i fichi secchi di Cisternino, il panino della nonna o la pizzella di Giovinazzo, i ceci neri di Molfetta, il bocconotto di Bitonto, i cuzzieddi di Grottaglie, la fricassea di Noci, la percoca di Loconia, le passulate di Nardò…
I piatti tipici come la trianata di Surbo, la zuppa di pesce di Taranto o di Gallipoli, le popizze e sgagliozze baresi, i cingoli e broccoli di Foggia, la tiedda di patate riso e cozze barese e brindisina, la taieddra leccese…
Ma anche le produzioni artigianali in zuca di Bagnolo del Salento, i panari di Cagnano, la cartapesta leccese, i pumi di Grottaglie, i fischietti di Rutigliano, le panare di Spongano…
Ogni paese, anche il più piccolo, ha un prodotto-simbolo di cui andare fieri, e il marchio Ide.Co può essere uno strumento utile per valorizzarlo e promuoverlo, per difenderlo. Ecco perché mi rivolgo ai Comuni, affinché siano loro stessi ad indicare i prodotti che potrebbero ambire al sigillo Ide.Co. Possono inviare una e-mail al mio indirizzo di posta elettronica istituzionale pagliaro.paolo@consiglio.puglia.it, specificando nell'oggetto "Indicazione produzioni Ide.Co".
La mia è una chiamata all'orgoglio di campanile, che per me è un valore da riscoprire per contrastare la globalizzazione e l'appiattimento dei processi produttivi, dei sapori, dell'artigianato. Perché non è vero che tutto è uguale, e che tutti possono fare tutto allo stesso modo. Ci sono produzioni tipiche che utilizzano materie prime locali e che seguono procedimenti antichi e specifici, tramandati di generazione in generazione, che rischiano di andare perduti e omologati.
Il sigillo Ide.Co serve proprio a questo, a tutelare quel patrimonio identitario di ogni Comune e di ogni cittadino che lo sente proprio, parte di sé. L'Ide.Co identifica ciò che di più prezioso contraddistingue ogni Comune, quella produzione caratteristica in cui ogni cittadino può riconoscersi e ritrovare le sue radici e il suo senso di comunità. Si tratta, in sostanza, di uno strumento utile per difendere le tipicità locali dal rischio di omogeinizzazione di prodotti e sapori, sulla scia del marchio DeCo (Denominazione Comunale) lanciato dal giornalista e scrittore enogastronomo Luigi Veronelli nel 1999.
E può diventare un potente fattore di richiamo per il cosiddetto turismo esperienziale, nato come segmento di nicchia ma sempre più diffuso, che si basa sulla scoperta delle produzioni locali e dei processi di lavorazione, delle abitudini e degli usi dei luoghi, di tutti quegli elementi tipici che "fotografano" un territorio. Un marchio importante non solo per i turisti e i visitatori di prossimità che arrivano da paesi vicini, ma anche per gli stessi cittadini che diventano più consapevoli della ricchezza di cui sono depositari.
L'identità Comunale si propone come riconoscimento concesso dall'amministrazione comunale ad un prodotto in genere strettamente collegato al territorio e alla sua comunità, senza alcuna sovrapposizione con le denominazioni d'origine vigenti. La mia proposta di legge regionale prevede linee guida che dovranno essere osservate dalle amministrazioni comunali che intendano dotarsi di strumenti deliberativi e organizzativi per l'attribuzione dell'Ide.Co a produzioni, beni e attività che hanno caratteristiche di originalità e di tradizione nella produzione agricola, artigianale, commerciale ed enogastronomica strettamente locale.
Prodotti che non hanno alcun impatto sul commercio comunitario o internazionale e che non sono attualmente oggetto di disciplina comunitaria. In questo senso, le Ide.Co. possono essere veri e propri strumenti di marketing, una risorsa reale e concreta destinata a dimostrare la storia e la valenza identitaria di ogni singolo Comune».
Di seguito il suo comunicato integrale.
«Si scrive Ide.Co, si legge Identità Comunale. È una denominazione che lega in maniera anagrafica un prodotto tipico al suo luogo storico di origine, una sorta di "sigillo di identità" pensato per contrassegnare, valorizzare e promuovere le produzioni tipiche e caratteristiche di ogni Comune pugliese: produzioni agroalimentari ma anche piatti della tradizione e prodotti artigianali di eccellenza.
Questa l'idea al centro della mia proposta di legge regionale, che sta trovando ampio consenso ed è già stata sottoscritta da 32 colleghi consiglieri.
Parliamo di produzioni identitarie, dalle più rinomate a quelle poco conosciute. Solo per fare alcuni esempi: il rustico leccese, il pasticciotto di Lecce e Galatina, il pane di Monte Sant'Angelo, lo scebalsti di Zollino, la scapece di Gallipoli, la muschiska del Gargano, i fichi secchi di Cisternino, il panino della nonna o la pizzella di Giovinazzo, i ceci neri di Molfetta, il bocconotto di Bitonto, i cuzzieddi di Grottaglie, la fricassea di Noci, la percoca di Loconia, le passulate di Nardò…
I piatti tipici come la trianata di Surbo, la zuppa di pesce di Taranto o di Gallipoli, le popizze e sgagliozze baresi, i cingoli e broccoli di Foggia, la tiedda di patate riso e cozze barese e brindisina, la taieddra leccese…
Ma anche le produzioni artigianali in zuca di Bagnolo del Salento, i panari di Cagnano, la cartapesta leccese, i pumi di Grottaglie, i fischietti di Rutigliano, le panare di Spongano…
Ogni paese, anche il più piccolo, ha un prodotto-simbolo di cui andare fieri, e il marchio Ide.Co può essere uno strumento utile per valorizzarlo e promuoverlo, per difenderlo. Ecco perché mi rivolgo ai Comuni, affinché siano loro stessi ad indicare i prodotti che potrebbero ambire al sigillo Ide.Co. Possono inviare una e-mail al mio indirizzo di posta elettronica istituzionale pagliaro.paolo@consiglio.puglia.it, specificando nell'oggetto "Indicazione produzioni Ide.Co".
La mia è una chiamata all'orgoglio di campanile, che per me è un valore da riscoprire per contrastare la globalizzazione e l'appiattimento dei processi produttivi, dei sapori, dell'artigianato. Perché non è vero che tutto è uguale, e che tutti possono fare tutto allo stesso modo. Ci sono produzioni tipiche che utilizzano materie prime locali e che seguono procedimenti antichi e specifici, tramandati di generazione in generazione, che rischiano di andare perduti e omologati.
Il sigillo Ide.Co serve proprio a questo, a tutelare quel patrimonio identitario di ogni Comune e di ogni cittadino che lo sente proprio, parte di sé. L'Ide.Co identifica ciò che di più prezioso contraddistingue ogni Comune, quella produzione caratteristica in cui ogni cittadino può riconoscersi e ritrovare le sue radici e il suo senso di comunità. Si tratta, in sostanza, di uno strumento utile per difendere le tipicità locali dal rischio di omogeinizzazione di prodotti e sapori, sulla scia del marchio DeCo (Denominazione Comunale) lanciato dal giornalista e scrittore enogastronomo Luigi Veronelli nel 1999.
E può diventare un potente fattore di richiamo per il cosiddetto turismo esperienziale, nato come segmento di nicchia ma sempre più diffuso, che si basa sulla scoperta delle produzioni locali e dei processi di lavorazione, delle abitudini e degli usi dei luoghi, di tutti quegli elementi tipici che "fotografano" un territorio. Un marchio importante non solo per i turisti e i visitatori di prossimità che arrivano da paesi vicini, ma anche per gli stessi cittadini che diventano più consapevoli della ricchezza di cui sono depositari.
L'identità Comunale si propone come riconoscimento concesso dall'amministrazione comunale ad un prodotto in genere strettamente collegato al territorio e alla sua comunità, senza alcuna sovrapposizione con le denominazioni d'origine vigenti. La mia proposta di legge regionale prevede linee guida che dovranno essere osservate dalle amministrazioni comunali che intendano dotarsi di strumenti deliberativi e organizzativi per l'attribuzione dell'Ide.Co a produzioni, beni e attività che hanno caratteristiche di originalità e di tradizione nella produzione agricola, artigianale, commerciale ed enogastronomica strettamente locale.
Prodotti che non hanno alcun impatto sul commercio comunitario o internazionale e che non sono attualmente oggetto di disciplina comunitaria. In questo senso, le Ide.Co. possono essere veri e propri strumenti di marketing, una risorsa reale e concreta destinata a dimostrare la storia e la valenza identitaria di ogni singolo Comune».