Territorio e Ambiente
Il comitato anti discarica si difende sulla raccolta firme: «Attacchi gratuiti e senza fondamento»
Le precisazioni di “Ambiente è Vita” sull’iniziativa contro la Fer.live
Bitonto - sabato 28 luglio 2018
15.26
«Il comitato "Ambiente è Vita", a seguito dei continui e ripetuti attacchi a dir poco gratuiti e senza alcun fondamento logico giuridico di alcuni soggetti facenti parte di forze politiche, ritiene di dover fare alcune precisazioni in merito alla tanto discussa raccolta firme eseguita con molta passione dai componenti dello stesso comitato». Inizia così la nota del comitato che si oppone alla realizzazione di una discarica di materiali ferrosi in contrada Colaianni, a Bitonto, e che negli ultimi giorni avrebbe ricevuto attacchi da parte di alcuni esponenti dei movimenti politici locali.
«Nello specifico – spiegano i coordinatori del comitato - il presidente del comitato "Ambiente è Vita", nella persona dell'Avv. Maria Rosa Lauta, è stato accusato di non aver dato seguito alle firme raccolte per la petizione, che tutto il lavoro svolto a tal fine è stato perduto per mancanza di interesse, competenza e anche di professionalità. Orbene, bastava semplicemente leggere attentamente il foglio ove le firme venivano apposte e ascoltare quello che con molta puntualità e chiarezza veniva di volta in volta detto ad ogni singolo cittadino prima che lo stesso accettasse liberamente di firmare, per comprendere che la finalità di tale raccolta è stata dall'origine sempre e solo una, divulgazione e informazione sull'affare Fer.Live».
Quanti si aspettavano che dalla raccolta potesse nascere un'iniziativa nei confronti delle istituzioni, dunque, resterà deluso e il motivo lo spiega lo stesso comitato: «Durante la raccolta delle firme in oggetto, mai e dico mai è stato detto che coloro i quali si prestavano a firmare, sarebbero poi divenuti parte di un procedimento giudiziario contro la società Fer. Live, infatti sui fogli usati per la raccolta firme non vi era, proprio in virtù della non necessità, la dicitura in merito alla tutela sulla privacy, la quale sarebbe stata un elemento imprescindibile per l'uso delle firme in aule di tribunale».
«È doveroso a questo punto – prosegue la nota stampa - precisare a chiare lettere che, l'intervento "Ad opponendum" proposto dal comitato "Ambiente è Vita" al Consiglio di Stato, è finalizzato ad ottenere una conferma della sentenza nr 713/16, emessa dal TAR Puglia di Bari, in 1° grado di giudizio, con la quale veniva accertata la legittimità del provvedimento di diniego dell'AIA, in riferimento al progetto sulla realizzazione della piattaforma integrata proposta dalla società Fer. Live. Tale intervento quindi non ha ad oggetto una richiesta di opposizione alla realizzazione del progetto, per dirla in parola facilmente comprensibili ai non addetti ai lavori, ma è meramente finalizzata ad ottenere una conferma su di un provvedimento di diniego già pronunciato e non già da pronunciarsi».
«Nello specifico – spiegano i coordinatori del comitato - il presidente del comitato "Ambiente è Vita", nella persona dell'Avv. Maria Rosa Lauta, è stato accusato di non aver dato seguito alle firme raccolte per la petizione, che tutto il lavoro svolto a tal fine è stato perduto per mancanza di interesse, competenza e anche di professionalità. Orbene, bastava semplicemente leggere attentamente il foglio ove le firme venivano apposte e ascoltare quello che con molta puntualità e chiarezza veniva di volta in volta detto ad ogni singolo cittadino prima che lo stesso accettasse liberamente di firmare, per comprendere che la finalità di tale raccolta è stata dall'origine sempre e solo una, divulgazione e informazione sull'affare Fer.Live».
Quanti si aspettavano che dalla raccolta potesse nascere un'iniziativa nei confronti delle istituzioni, dunque, resterà deluso e il motivo lo spiega lo stesso comitato: «Durante la raccolta delle firme in oggetto, mai e dico mai è stato detto che coloro i quali si prestavano a firmare, sarebbero poi divenuti parte di un procedimento giudiziario contro la società Fer. Live, infatti sui fogli usati per la raccolta firme non vi era, proprio in virtù della non necessità, la dicitura in merito alla tutela sulla privacy, la quale sarebbe stata un elemento imprescindibile per l'uso delle firme in aule di tribunale».
«È doveroso a questo punto – prosegue la nota stampa - precisare a chiare lettere che, l'intervento "Ad opponendum" proposto dal comitato "Ambiente è Vita" al Consiglio di Stato, è finalizzato ad ottenere una conferma della sentenza nr 713/16, emessa dal TAR Puglia di Bari, in 1° grado di giudizio, con la quale veniva accertata la legittimità del provvedimento di diniego dell'AIA, in riferimento al progetto sulla realizzazione della piattaforma integrata proposta dalla società Fer. Live. Tale intervento quindi non ha ad oggetto una richiesta di opposizione alla realizzazione del progetto, per dirla in parola facilmente comprensibili ai non addetti ai lavori, ma è meramente finalizzata ad ottenere una conferma su di un provvedimento di diniego già pronunciato e non già da pronunciarsi».