Politica
Il consiglio salva Labianca: bocciata la sfiducia al presidente del consiglio
La mozione della maggioranza non passa. Abbaticchio: «Adesso prenda atto dei 15 consiglieri scontenti»
Bitonto - martedì 25 febbraio 2020
18.32
Vito Labianca resta il presidente del consiglio comunale di Bitonto. A sancirlo è stata ieri la votazione con cui i 23 consiglieri presenti hanno espresso il loro parere sulla mozione di sfiducia presentata da 12 consiglieri di maggioranza e dal sindaco di Bitonto, Michele Abbaticchio.
Una scelta motivata, stando a quanto riferito dai firmatari della mozione e anticipato già dal primo cittadino nell'assise dello scorso 9 dicembre, dalla farraginosità con cui Labianca avrebbe ottemperato al lavoro delle commissioni consiliari, in particolare nel portare in consiglio alcuni regolamenti utili a regolamentare aspetti importanti della vita cittadina.
Eppure, dei 23 presenti in consiglio comunale, con due esponenti di maggioranza assenti per motivi professionali, soltanto in 15 avrebbero votato a favore della mozione, compresi gli esponenti di Iniziativa Democratica, passati repentinamente da posizioni di netto contrasto con la compagine di governo a sostenerne le iniziative in consiglio. Il condizionale è d'obbligo, visto che gli esponenti della minoranza hanno chiesto ed ottenuto il voto segreto, consentendo così agli uomini di maggioranza di smarcarsi dal vincolo di fedeltà nel segreto dell'urna. Così, i voti contrari alla mozione sono stati in tutto 7, più un voto di astensione che ha giocato comunque a favore di chi aveva interesse a lasciare Vito Labianca al suo posto. «Nel prendere atto del fatto che il consiglio comunale ha rigettato la proposta di revoca della carica di presidente comunale - ha commentato asettico il riconfermato Labianca - ribadisco l'impegno, peraltro sempre osservato, a rappresentare l'intero consiglio comunale con assoluta imparzialità e neutralità, rispettandone le dialettiche interne, favorendone attraverso un giusto e sereno confronto delle opinioni il ruolo del consiglio, quale massimo organo istituzionale di indirizzo della vita amministrativa della città al fine di favorirne la crescita e lo sviluppo». Esulta, invece, Anita Maurodinoia, eletta in consiglio regionale col Pd ma responsabile del partito Sud al Centro. «Il tentativo di revoca del suo incarico da parte di alcuni consiglieri comunali - scrivono dal partito della Maurodinoia - è stato rigettato ieri in Aula, in occasione della seduta dei lavori dell'Assemblea cittadina, confermando di fatto che l'esponente di Sud al centro, nel suo ruolo, garantisce il corretto funzionamento dell'organo che presiede».
«La riconferma di Vito Labianca - ha aggiunto la Maurodinoia - produce in tutti noi una gioia e una soddisfazione di gran lunga superiore a quella della sua precedente elezione, in quanto significa che Vito ha saputo, con competenza e correttezza, garantire la funzione istituzionale che la legge riserva al presidente del Consiglio: rivestire un ruolo neutrale nonostante le fazioni politiche che il Consiglio stesso rappresenta".
Ma chi ha votato a favore del presidente del consiglio, a tutt'ora, espressione della maggioranza e saldamente all'interno della coalizione di governo con tutto il suo partito?
Praticamente certi i voti dei tre esponenti rimasti all'opposizione - i riformisti Natilla e Scauro e la forzista Rossiello - che, paradossalmente, avrebbero votato a favore del presidente del consiglio eletto dalla maggioranza e da anni, insieme ai colleghi di schieramento, nel mirino dei violenti attacchi degli esponenti della minoranza. Un cambio repentino d'opinione su Vito Labianca che lascia presagire, per coerenza, il voto favorevole anche in futuro agli atti proposti dal presidente del consiglio anche se espressione della maggioranza, che, a questo punto, diventerebbe veramente "bulgara".
Altrettanto certi i voti dei tre di Sud al Centro, il partito in cui milita lo stesso Vito Labianca, che, in ogni caso, di uscire dalla maggioranza non ha alcuna intenzione.
A loro si è aggiunto quasi certamente un esponente della maggioranza, anche se, al momento, non è ancora chiaro chi.
Di sicuro a uscirne malconcio è il sindaco di Bitonto, Michele Abbaticchio, che si è esposto e ha assecondato le richieste di gran parte dei suoi consiglieri, intenzionati a porre la (s)fiducia al presidente del consiglio.
Per il primo cittadino, però, «la questione sulla sfiducia del presidente del consiglio non è mai stato un fatto politico. Lo abbiamo ripetuto in ogni occasione. Nasce dai commenti, dalla insoddisfazione (apparente o reale) di quasi tutti i consiglieri comunali di maggioranza che da mesi bussano alla mia porta per evidenziare questioni oggettive, ancora oggi sul tavolo. Ho lasciato che si procedesse alla verifica perché ho ritenuto fosse corretto nel rispetto del lavoro di tutti. Lo farei anche per altri ruoli, senza distinzione. Il consiglio comunale resta sovrano ed io non sono proprietario di quest'ultimo».
«Alla conclusione dei lavori di ieri – ha concluso il sindaco - occorre prendere atto che 15 consiglieri (praticamente una maggioranza relativa) non sono stati soddisfatti del lavoro condotto dal presidente. Vito dovrà farsene carico, a cominciare dal coordinamento degli stessi per risolvere il problema delle commissioni consiliari, urgente ed improcrastinabile».
Una scelta motivata, stando a quanto riferito dai firmatari della mozione e anticipato già dal primo cittadino nell'assise dello scorso 9 dicembre, dalla farraginosità con cui Labianca avrebbe ottemperato al lavoro delle commissioni consiliari, in particolare nel portare in consiglio alcuni regolamenti utili a regolamentare aspetti importanti della vita cittadina.
Eppure, dei 23 presenti in consiglio comunale, con due esponenti di maggioranza assenti per motivi professionali, soltanto in 15 avrebbero votato a favore della mozione, compresi gli esponenti di Iniziativa Democratica, passati repentinamente da posizioni di netto contrasto con la compagine di governo a sostenerne le iniziative in consiglio. Il condizionale è d'obbligo, visto che gli esponenti della minoranza hanno chiesto ed ottenuto il voto segreto, consentendo così agli uomini di maggioranza di smarcarsi dal vincolo di fedeltà nel segreto dell'urna. Così, i voti contrari alla mozione sono stati in tutto 7, più un voto di astensione che ha giocato comunque a favore di chi aveva interesse a lasciare Vito Labianca al suo posto. «Nel prendere atto del fatto che il consiglio comunale ha rigettato la proposta di revoca della carica di presidente comunale - ha commentato asettico il riconfermato Labianca - ribadisco l'impegno, peraltro sempre osservato, a rappresentare l'intero consiglio comunale con assoluta imparzialità e neutralità, rispettandone le dialettiche interne, favorendone attraverso un giusto e sereno confronto delle opinioni il ruolo del consiglio, quale massimo organo istituzionale di indirizzo della vita amministrativa della città al fine di favorirne la crescita e lo sviluppo». Esulta, invece, Anita Maurodinoia, eletta in consiglio regionale col Pd ma responsabile del partito Sud al Centro. «Il tentativo di revoca del suo incarico da parte di alcuni consiglieri comunali - scrivono dal partito della Maurodinoia - è stato rigettato ieri in Aula, in occasione della seduta dei lavori dell'Assemblea cittadina, confermando di fatto che l'esponente di Sud al centro, nel suo ruolo, garantisce il corretto funzionamento dell'organo che presiede».
«La riconferma di Vito Labianca - ha aggiunto la Maurodinoia - produce in tutti noi una gioia e una soddisfazione di gran lunga superiore a quella della sua precedente elezione, in quanto significa che Vito ha saputo, con competenza e correttezza, garantire la funzione istituzionale che la legge riserva al presidente del Consiglio: rivestire un ruolo neutrale nonostante le fazioni politiche che il Consiglio stesso rappresenta".
Ma chi ha votato a favore del presidente del consiglio, a tutt'ora, espressione della maggioranza e saldamente all'interno della coalizione di governo con tutto il suo partito?
Praticamente certi i voti dei tre esponenti rimasti all'opposizione - i riformisti Natilla e Scauro e la forzista Rossiello - che, paradossalmente, avrebbero votato a favore del presidente del consiglio eletto dalla maggioranza e da anni, insieme ai colleghi di schieramento, nel mirino dei violenti attacchi degli esponenti della minoranza. Un cambio repentino d'opinione su Vito Labianca che lascia presagire, per coerenza, il voto favorevole anche in futuro agli atti proposti dal presidente del consiglio anche se espressione della maggioranza, che, a questo punto, diventerebbe veramente "bulgara".
Altrettanto certi i voti dei tre di Sud al Centro, il partito in cui milita lo stesso Vito Labianca, che, in ogni caso, di uscire dalla maggioranza non ha alcuna intenzione.
A loro si è aggiunto quasi certamente un esponente della maggioranza, anche se, al momento, non è ancora chiaro chi.
Di sicuro a uscirne malconcio è il sindaco di Bitonto, Michele Abbaticchio, che si è esposto e ha assecondato le richieste di gran parte dei suoi consiglieri, intenzionati a porre la (s)fiducia al presidente del consiglio.
Per il primo cittadino, però, «la questione sulla sfiducia del presidente del consiglio non è mai stato un fatto politico. Lo abbiamo ripetuto in ogni occasione. Nasce dai commenti, dalla insoddisfazione (apparente o reale) di quasi tutti i consiglieri comunali di maggioranza che da mesi bussano alla mia porta per evidenziare questioni oggettive, ancora oggi sul tavolo. Ho lasciato che si procedesse alla verifica perché ho ritenuto fosse corretto nel rispetto del lavoro di tutti. Lo farei anche per altri ruoli, senza distinzione. Il consiglio comunale resta sovrano ed io non sono proprietario di quest'ultimo».
«Alla conclusione dei lavori di ieri – ha concluso il sindaco - occorre prendere atto che 15 consiglieri (praticamente una maggioranza relativa) non sono stati soddisfatti del lavoro condotto dal presidente. Vito dovrà farsene carico, a cominciare dal coordinamento degli stessi per risolvere il problema delle commissioni consiliari, urgente ed improcrastinabile».