Attualità
«Il Covid non è letale». Striscia la Notizia a Bitonto intervista Mario Bacco
L'epidemiologo Lopalco: «Non scherziamo: dobbiamo rispetto alle vittime»
Bitonto - giovedì 4 giugno 2020
07.00
Il virus Covid-19 non è in grado di uccidere le persone, era in Italia già da molto tempo prima del febbraio di quest'anno e ha infettato anche il 40% della popolazione. Sono queste alcune delle dichiarazioni rese da Pasquale Bacco, portavoce della Meleam – azienda bitontina che si occupa di sicurezza sul lavoro – intervistato negli scorsi giorni da Striscia la Notizia che, proprio a Bitonto, ha spedito il suo inviato Pinuccio.
Il Tg satirico di Canale 5 ironizza sui titoli di Bacco e sui suoi passati tentativi di entrare nel mondo del calcio attraverso l'acquisizione di squadre, anche di Serie A, mai concretizzati, per poi passare ad analizzare le singolari tesi mediche emerse dal suo "studio".
«Definirlo "studio" è stato abbastanza superficiale – ammette Bacco – si tratta della sintesi di un'attività i cui numeri si stanno rivelando tutti veri e per questo ci stanno avvicinando tutti gli enti e gli istituti di ricerca che stanno rivalutando tutto»
Ma a controbattere le tesi di Bacco è il dottor Pier Luigi Lopalco, epidemiologo e professore di Igiene all'Università di Pisa, che spiega come, nei casi più esposti e maggiormente a rischio, siano state individuate percentuali di contagio che sfiorano, senza raggiungerlo, il 2%. «Poi non si dicono i metodi con cui sarebbero stati effettuati questi test – aggiunge Lopalco - si parla di un generico test del sangue capillare eseguito il 3 febbraio. Ma, sinceramente, non riesco a capire che tipo di test si sarebbe potuto effettuare il 3 febbraio». Quando ancora in Lombardia non era stato nemmeno registrato il "paziente 1" infetto dal Covid.
Ma per Bacco il fatto che il virus sia partito dalla Lombardia è solo «una grande frottola: in realtà ci hanno descritto un mostro che mostro non era. Questo virus non è assolutamente capace di uccidere nessuno».
«Il virus – spiega però Lopalco - causa una serie di complicanze, ma in particolare una polmonite interstiziale che chiaramente colpisce anche chi ha già altre patologie. Ma è ovvio che i soggetti colpiti muoiono a causa del coronavirus perchè, senza l'infezione, avrebbero potuto continuare a vivere fino alla fine dei loro giorni con la loro patologia di base».
La perplessità dell'inviato di Striscia si sofferma sia sul fatto che le università di Bari, Napoli e Milano avrebbero "chiesto" lo studio di Bacco, ma soprattutto sul fatto che il suo "gruppo di ricerca" avrebbe eseguito anche delle autopsie in giro per l'Italia.
La risposta di Bacco, in questo caso, è tutt'altro che precisa, visto che si limita a indicare Lazio, Lombardia, Veneto e Campania come regioni in cui i suoi ricercatori avrebbero effettuato le autopsie.
Il servizio di Pinuccio si conclude in ogni caso con la disponibilità da parte della redazione di Striscia ad accogliere altri eventuali contributi all'argomento.
Il Tg satirico di Canale 5 ironizza sui titoli di Bacco e sui suoi passati tentativi di entrare nel mondo del calcio attraverso l'acquisizione di squadre, anche di Serie A, mai concretizzati, per poi passare ad analizzare le singolari tesi mediche emerse dal suo "studio".
«Definirlo "studio" è stato abbastanza superficiale – ammette Bacco – si tratta della sintesi di un'attività i cui numeri si stanno rivelando tutti veri e per questo ci stanno avvicinando tutti gli enti e gli istituti di ricerca che stanno rivalutando tutto»
Ma a controbattere le tesi di Bacco è il dottor Pier Luigi Lopalco, epidemiologo e professore di Igiene all'Università di Pisa, che spiega come, nei casi più esposti e maggiormente a rischio, siano state individuate percentuali di contagio che sfiorano, senza raggiungerlo, il 2%. «Poi non si dicono i metodi con cui sarebbero stati effettuati questi test – aggiunge Lopalco - si parla di un generico test del sangue capillare eseguito il 3 febbraio. Ma, sinceramente, non riesco a capire che tipo di test si sarebbe potuto effettuare il 3 febbraio». Quando ancora in Lombardia non era stato nemmeno registrato il "paziente 1" infetto dal Covid.
Ma per Bacco il fatto che il virus sia partito dalla Lombardia è solo «una grande frottola: in realtà ci hanno descritto un mostro che mostro non era. Questo virus non è assolutamente capace di uccidere nessuno».
«Il virus – spiega però Lopalco - causa una serie di complicanze, ma in particolare una polmonite interstiziale che chiaramente colpisce anche chi ha già altre patologie. Ma è ovvio che i soggetti colpiti muoiono a causa del coronavirus perchè, senza l'infezione, avrebbero potuto continuare a vivere fino alla fine dei loro giorni con la loro patologia di base».
La perplessità dell'inviato di Striscia si sofferma sia sul fatto che le università di Bari, Napoli e Milano avrebbero "chiesto" lo studio di Bacco, ma soprattutto sul fatto che il suo "gruppo di ricerca" avrebbe eseguito anche delle autopsie in giro per l'Italia.
La risposta di Bacco, in questo caso, è tutt'altro che precisa, visto che si limita a indicare Lazio, Lombardia, Veneto e Campania come regioni in cui i suoi ricercatori avrebbero effettuato le autopsie.
Il servizio di Pinuccio si conclude in ogni caso con la disponibilità da parte della redazione di Striscia ad accogliere altri eventuali contributi all'argomento.