Cultura, Eventi e Spettacolo
Il Covid toglie a Bitonto l'ultimo zampognaro
Il "vecchio" Enzo non verrà quest'anno nella città dell'olio a causa della pandemia. Ma spera di tornarci nel 2021
Bitonto - domenica 20 dicembre 2020
10.28
L'ultimo zampognaro che visitava, come da tradizione, la città nel periodo natalizio quest'anno non allieterà le strade di Bitonto. A riferire la triste notizia è il Cenacolo dei Poeti, che ad Enzo, lo zampognaro che in abiti tradizionali matesi arrivava dal Molise per suonare le musiche tipiche di questo periodo, è molto legato.
«I bitontini si stanno chiedendo come mai questo dicembre non sia ancora nell'aria il suono magico della zampogna di Enzo – scrivono dal Cenacolo - Enzo, purtoppo, non verrà! E non certo per sua negligenza! Noi tutti bitontini abbiamo sentito la sua mancanza nei primi giorni di dicembre, durante la novena dell'Immacolata, la stiamo avvertendo adesso, nella novena di Gesù Bambino. Tantissimi amici hanno chiesto di Enzo, pur immaginando la ragione della sua assenza legata ovviamente all'incertezza del momento dovuta alla pandemia».
«Enzo sta benissimo – precisano dall'associazione culturale - il suo unico malessere è un male dell'anima, la malinconia unita alla nostalgia per Bitonto. A chi non conosce Enzo personalmente sembrerà strano che qualcuno aneli alla città della pace e dell'olio, eppure Enzo è affetto da "saudade" per la sua Bitonto che lo ricambia chiedendosi dove si sia cacciato in questo dicembre. Ebbene Enzo non ci ha traditi con un altro Comune, Enzo è rimasto a casa, come tutti, a San Polo Matese (Campobasso) splendido borgo dell'incantato Molise. Ci saluta con affetto e con l'augurio sincero che nel prossimo Natale possiamo riabbracciarci tutti. Così per la prima volta nella sua vita non percorrerà i vicoli e le corti del centro storico avvolto nel suo splendido abito tipico matese, non entrerà nelle nostre case riportandoci in uno stato di rimembranza mediante il suono ancestrale della zampogna».
Erede di un'antichissima tradizione legata alla transumanza lungo i tratturi che dagli Abruzzi scendevano al tavoliere delle Puglie, Enzo giunge a Bitonto due volte l'anno: a fine novembre per la novena dell'Immacolata e subito dopo a metà dicembre per la novena di Gesù Bambino. Quando erano in tanti a scendere dai monti, gli zampognari erano sempre in coppia o in trio: l'uno suonava la zampogna, l'altro suonava la ciaramella, talvolta un terzo cantava. Celebre il canto "Tu scendi dalle stelle" (quanno nascette ninno) scritto nel 1754 da Sant'Alfonso Maria de' Liguori, che ha legato per sempre la figura dello zampognaro al presepe (da taluni riferita addirittura a San Francesco d'Assisi).
«La zampogna – raccontano dal Cenacolo - nel periodo natalizio giunge nelle metropoli con gli zampognari che ancora scendono dai monti; ma da alcuni anni è protagonista di un revival grazie a musicisti colti ed etno-musicologi, fenomeno presente anche nella nostra città grazie alla passione di alcuni ottimi e stimati musicisti che l'hanno fatta propria. Pur tuttavia occorre riconoscere ad Enzo l'espressione di tipicità e tradizione in linea diretta. I nostri stimatissimi musicisti nonchè studiosi e divulgatori, rappresentano con onore il fenomeno contemporaneo della ricerca colta etno-musicologica. Fiduciosi attendiamo il ritorno di Enzo, depositario di un sapere antico, consapevoli che il suo viaggio San Polo - Bitonto è un libro di storia e speriamo ci serbi ancora tanti capitoli».
«I bitontini si stanno chiedendo come mai questo dicembre non sia ancora nell'aria il suono magico della zampogna di Enzo – scrivono dal Cenacolo - Enzo, purtoppo, non verrà! E non certo per sua negligenza! Noi tutti bitontini abbiamo sentito la sua mancanza nei primi giorni di dicembre, durante la novena dell'Immacolata, la stiamo avvertendo adesso, nella novena di Gesù Bambino. Tantissimi amici hanno chiesto di Enzo, pur immaginando la ragione della sua assenza legata ovviamente all'incertezza del momento dovuta alla pandemia».
«Enzo sta benissimo – precisano dall'associazione culturale - il suo unico malessere è un male dell'anima, la malinconia unita alla nostalgia per Bitonto. A chi non conosce Enzo personalmente sembrerà strano che qualcuno aneli alla città della pace e dell'olio, eppure Enzo è affetto da "saudade" per la sua Bitonto che lo ricambia chiedendosi dove si sia cacciato in questo dicembre. Ebbene Enzo non ci ha traditi con un altro Comune, Enzo è rimasto a casa, come tutti, a San Polo Matese (Campobasso) splendido borgo dell'incantato Molise. Ci saluta con affetto e con l'augurio sincero che nel prossimo Natale possiamo riabbracciarci tutti. Così per la prima volta nella sua vita non percorrerà i vicoli e le corti del centro storico avvolto nel suo splendido abito tipico matese, non entrerà nelle nostre case riportandoci in uno stato di rimembranza mediante il suono ancestrale della zampogna».
Erede di un'antichissima tradizione legata alla transumanza lungo i tratturi che dagli Abruzzi scendevano al tavoliere delle Puglie, Enzo giunge a Bitonto due volte l'anno: a fine novembre per la novena dell'Immacolata e subito dopo a metà dicembre per la novena di Gesù Bambino. Quando erano in tanti a scendere dai monti, gli zampognari erano sempre in coppia o in trio: l'uno suonava la zampogna, l'altro suonava la ciaramella, talvolta un terzo cantava. Celebre il canto "Tu scendi dalle stelle" (quanno nascette ninno) scritto nel 1754 da Sant'Alfonso Maria de' Liguori, che ha legato per sempre la figura dello zampognaro al presepe (da taluni riferita addirittura a San Francesco d'Assisi).
«La zampogna – raccontano dal Cenacolo - nel periodo natalizio giunge nelle metropoli con gli zampognari che ancora scendono dai monti; ma da alcuni anni è protagonista di un revival grazie a musicisti colti ed etno-musicologi, fenomeno presente anche nella nostra città grazie alla passione di alcuni ottimi e stimati musicisti che l'hanno fatta propria. Pur tuttavia occorre riconoscere ad Enzo l'espressione di tipicità e tradizione in linea diretta. I nostri stimatissimi musicisti nonchè studiosi e divulgatori, rappresentano con onore il fenomeno contemporaneo della ricerca colta etno-musicologica. Fiduciosi attendiamo il ritorno di Enzo, depositario di un sapere antico, consapevoli che il suo viaggio San Polo - Bitonto è un libro di storia e speriamo ci serbi ancora tanti capitoli».