Attualità
Il vescovo Savino accompagna in Metro i giovani della diocesi dal Papa
In 70mila al Circo Massimo per incontrare il Pontefice
Bitonto - martedì 14 agosto 2018
11.56
Ha scelto di affrontare il viaggio verso Papa Francesco fra i giovani della sua Diocesi, utilizzando un normale mezzo pubblico anziché una vettura privata, ricevendone in cambio l'entusiasmo dei tanti ragazzi con cui ha condiviso il suo percorso. Che Monsignor Savino, per molti ancora affettuosamente "Don Ciccio", avesse deciso di essere "vescovo fatto popolo" lo si sapeva fin dal primo giorno della sua "missione" alla guida della Diocesi di Cassano allo Ionio, in Calabria. Negli scorsi giorni, però, il vescovo bitontino ha dato un'altra prova di questa sua intenzione dichiarata, accompagnando i giovani della Diocesi fra la gente comune, in Metro, fino al Circo Massimo dove hanno potuto incontrare il Pontefice in un grande abbraccio da 70mila persone.
In vista del Sinodo di ottobre, tantissimi giovani provenienti da 200 Diocesi sparse in tutta Italia, si sono messi in cammino verso la Capitale. Nella "città eterna" hanno ascoltato le parole del Papa, omaggiato con un bastone pastorale scolpito in legno.
«Un giovane che non sa sognare è un giovane anestetizzato – ha detto il Pontefice parlando ai ragazzi - e non potrà capire la forza della vita. I sogni ti svegliano». Ma i giovani devono tornare a sognare in grande, oltre il proprio ego, per essere «capaci di essere fecondi, di seminare pace e fraternità, ecco, questi sono sogni grandi perché pensano a tutti con il Noi. Il contrario dell'Io è il Noi. I sogni grandi includono, coinvolgono, sono estroversi, condividono, generano nuova vita. E i sogni grandi, per restare tali, hanno bisogno di una sorgente inesauribile di speranza, di un Infinito che soffia dentro e li dilata. I sogni grandi hanno bisogno di Dio per non diventare miraggi o delirio di onnipotenza».
In vista del Sinodo di ottobre, tantissimi giovani provenienti da 200 Diocesi sparse in tutta Italia, si sono messi in cammino verso la Capitale. Nella "città eterna" hanno ascoltato le parole del Papa, omaggiato con un bastone pastorale scolpito in legno.
«Un giovane che non sa sognare è un giovane anestetizzato – ha detto il Pontefice parlando ai ragazzi - e non potrà capire la forza della vita. I sogni ti svegliano». Ma i giovani devono tornare a sognare in grande, oltre il proprio ego, per essere «capaci di essere fecondi, di seminare pace e fraternità, ecco, questi sono sogni grandi perché pensano a tutti con il Noi. Il contrario dell'Io è il Noi. I sogni grandi includono, coinvolgono, sono estroversi, condividono, generano nuova vita. E i sogni grandi, per restare tali, hanno bisogno di una sorgente inesauribile di speranza, di un Infinito che soffia dentro e li dilata. I sogni grandi hanno bisogno di Dio per non diventare miraggi o delirio di onnipotenza».