Attualità
L'Asl Bari fa il punto sull'emergenza Covid coi Sindaci dell'Area Metropolitana
Sanguedolce: «Curva epidemiologica in calo, ma bisogna tenere alta la guardia»
Bitonto - lunedì 14 dicembre 2020
16.38
Il trend delle ulime tre settimane sembrerebbe confortante ma è doveroso evitare trionfalismi. È questo il messaggio cardine della relazione di Antonio Sanguedolce, Direttore generale dell'Asl Bari, ai 41 Sindaci dell'Area Metropolitana - compreso naturalmente il primo cittadino di Bitonto - nel corso della riunione in videoconferenza sull'emergenza Covid che si è tenuta nella mattinata di lunedì 14 dicembre.
Il manager ha illustrato agli amministratori locali un'analisi dettagliata dei dati sull'evoluzione della pandemia da marzo in poi e delle attività svolte dagli ospedali, dai distretti e dal Dipartimento di prenvezione dell'azienda sanitaria. L'obiettivo primario, specie nell'ultimo periodo, è divenuto il potenziamento dell'assistenza sul territorio, in particolare di quella domiciliare.
La flessione in termini di nuovi casi positivi registratasi dal 25 novembre in poi è l'elemento più confortante. Sanguedolce ha illustrato le profonde trasformazioni organizzative compiute in questi dieci mesi: «La programmazione nel periodo intercritico (tra la prima e la seconda ondata) ha consentito alla Asl Bari di reggere l'impatto successivo - ha spiegato il Direttore generale - e si è sviluppata su più livelli: adeguamento strutturale, assunzioni, investimenti per dotazione tecnologica e protocolli operativi di gestione dei pazienti in fase di dimissione per garantire il turn over e liberare posti negli ospedali». Il mantenimento delle zone di osservazione, con percorsi dedicati, in tutti gli ospedali del territorio ha consentito la repentina necessaria riconversione da novembre in poi. «Nei mesi estivi sono state inoltre programmate e accelerate le assunzioni e sono proseguite le acquisizioni di dotazioni tecnologiche, oltre alla formazione continua degli operatori» ha rimarcato.
Secondo i dati forniti, il Dipartimento di prevenzione garantirebbe - attraverso le postazioni distribuite in tutta l'Area Metropolitana - l'esecuzione di 3100 tamponi al giorno per un totale di 22mila tamponi settimanali, all'interno del laboratorio dell'ospedale "Di Venere". Il Dipartimento ha dedicato ben 206 fra i suoi operatori esclusivamente alle attività di contact tracing, contenimento del contagio e sorveglianza sanitaria: medici, infermieri, assistenti sanitari, tecnici della prevenzione sono impegnati a tempo pieno in questo. I focolai nella Rsa e Rssa non hanno riguardato il territorio bitontino.
Sono in fase di attivazione, inoltre, 50 posti letto all'ospedale San Paolo e in quello di Putignano, oltre ai 324 già operativi. È in corso di completamento la rete Usca col raddoppio da 9 a 19 delle unità assistenziali e l'ingresso di 140 nuovi medici in grado di seguire i pazienti Covid in isolamento domiciliare.
«Nonostante la curva epidemiologica sia in calo, bisogna tenere alta la guardia e lavorare nei prossimi giorni per rafforzare la assistenza sul territorio, con particolare riferimento ai percorsi di cura per le persone più fragili, in primis quelle non autosufficienti che, se colpite dal virus, hanno bisogno di una attenzione costante» ha concluso Sanguedolce.
Il manager ha illustrato agli amministratori locali un'analisi dettagliata dei dati sull'evoluzione della pandemia da marzo in poi e delle attività svolte dagli ospedali, dai distretti e dal Dipartimento di prenvezione dell'azienda sanitaria. L'obiettivo primario, specie nell'ultimo periodo, è divenuto il potenziamento dell'assistenza sul territorio, in particolare di quella domiciliare.
La flessione in termini di nuovi casi positivi registratasi dal 25 novembre in poi è l'elemento più confortante. Sanguedolce ha illustrato le profonde trasformazioni organizzative compiute in questi dieci mesi: «La programmazione nel periodo intercritico (tra la prima e la seconda ondata) ha consentito alla Asl Bari di reggere l'impatto successivo - ha spiegato il Direttore generale - e si è sviluppata su più livelli: adeguamento strutturale, assunzioni, investimenti per dotazione tecnologica e protocolli operativi di gestione dei pazienti in fase di dimissione per garantire il turn over e liberare posti negli ospedali». Il mantenimento delle zone di osservazione, con percorsi dedicati, in tutti gli ospedali del territorio ha consentito la repentina necessaria riconversione da novembre in poi. «Nei mesi estivi sono state inoltre programmate e accelerate le assunzioni e sono proseguite le acquisizioni di dotazioni tecnologiche, oltre alla formazione continua degli operatori» ha rimarcato.
Secondo i dati forniti, il Dipartimento di prevenzione garantirebbe - attraverso le postazioni distribuite in tutta l'Area Metropolitana - l'esecuzione di 3100 tamponi al giorno per un totale di 22mila tamponi settimanali, all'interno del laboratorio dell'ospedale "Di Venere". Il Dipartimento ha dedicato ben 206 fra i suoi operatori esclusivamente alle attività di contact tracing, contenimento del contagio e sorveglianza sanitaria: medici, infermieri, assistenti sanitari, tecnici della prevenzione sono impegnati a tempo pieno in questo. I focolai nella Rsa e Rssa non hanno riguardato il territorio bitontino.
Sono in fase di attivazione, inoltre, 50 posti letto all'ospedale San Paolo e in quello di Putignano, oltre ai 324 già operativi. È in corso di completamento la rete Usca col raddoppio da 9 a 19 delle unità assistenziali e l'ingresso di 140 nuovi medici in grado di seguire i pazienti Covid in isolamento domiciliare.
«Nonostante la curva epidemiologica sia in calo, bisogna tenere alta la guardia e lavorare nei prossimi giorni per rafforzare la assistenza sul territorio, con particolare riferimento ai percorsi di cura per le persone più fragili, in primis quelle non autosufficienti che, se colpite dal virus, hanno bisogno di una attenzione costante» ha concluso Sanguedolce.