Cultura, Eventi e Spettacolo
L'Atlante della Pandemia arriva a Bitonto grazie ad Anestetico Urbano
Una mostra sociale e artistica che immortala questo momento storico
Bitonto - martedì 6 aprile 2021
10.47
Raccontare l'anno appena trascorso attraverso una mostra fotografica itinerante, è il progetto del collettivo Arcipelago19, giunto a Bitonto attraverso l'impegno di Anestetico Urbano con il patrocinio del Comune di Bitonto e la collaborazione del Cinema Coviello. La mostra #Anticorpi ha coinvolto freelance professionisti per tracciare un Atlante della Pandemia, tra questi anche il giornalista bitontino Savino Carbone, che ha visto il suo scatto esposto a Bologna.
La mostra sociale e artistica #Anticorpi, partita il mese scorso attraverso affissioni nello spazio pubblico di ben 14 città italiane, è un racconto collettivo di fotografi e fotografe durante il lockdown in Italia. Storie immortalate attraverso immagini scattate negli ospedali, nelle abitazioni e nelle strade, nei luoghi di cultura o in quelli di cura. Per la tappa bitontina sono stati utilizzati due spazi, le teche del Coviello con lo scatto di Chiara Negrello, e una plancia 6x3 in via Volponi, con uno scatto di Michele Lapini. Entrambi gli scatti immortalano la situazione culturale ferma e statica del nostro paese in tempi di covid: un teatro vuoto ed uno smantellato. Dall'inizio del lockdown scorso i teatri sono stati chiusi, hanno dovuto trasformarsi, riconvertirsi, pensare ad una programmazione a porte chiuse, ma niente è valso per riaccendere la macchina teatrale. Un chiaro gesto di solidarietà verso un settore allo stremo.
«L'idea che sta alla base di Anestetico Urbano è proprio la diffusione di mostre urbane che possano portare la galleria d'arte fra le strade con l'obiettivo di spingere cittadine e cittadini ad andare oltre, ad incuriosirsi e ad avvicinarsi in modo dinamico a tematiche di carattere culturale. È stato, pertanto, un richiamo naturale quello verso #Anticorpi. La mostra diffusa, organizzata dal collettivo Arcipelago, racconta frammenti e dettagli dello scenario pandemico in modo intimo, raccolto, mai polemico. Non vuole inserirsi in quel pesante flusso comunicativo fatto di eccessi a cui siamo abituati oggi, ma spingere a fermarsi e "respirare" con il soggetto della foto, empatizzare con lui, lei, loro. Per i giorni che stiamo vivendo, dove il grande rumore di fondo scatenato dall'iper-comunicazione finisce spesso col soffocare le voci di chi dovrebbe essere ascoltato, #Anticorpi diventa una proposta necessaria da sostenere e diffondere il più possibile» ha dichiarato Maria Pia Maiorano, membro di Anestetico Urbano.
La mostra sociale e artistica #Anticorpi, partita il mese scorso attraverso affissioni nello spazio pubblico di ben 14 città italiane, è un racconto collettivo di fotografi e fotografe durante il lockdown in Italia. Storie immortalate attraverso immagini scattate negli ospedali, nelle abitazioni e nelle strade, nei luoghi di cultura o in quelli di cura. Per la tappa bitontina sono stati utilizzati due spazi, le teche del Coviello con lo scatto di Chiara Negrello, e una plancia 6x3 in via Volponi, con uno scatto di Michele Lapini. Entrambi gli scatti immortalano la situazione culturale ferma e statica del nostro paese in tempi di covid: un teatro vuoto ed uno smantellato. Dall'inizio del lockdown scorso i teatri sono stati chiusi, hanno dovuto trasformarsi, riconvertirsi, pensare ad una programmazione a porte chiuse, ma niente è valso per riaccendere la macchina teatrale. Un chiaro gesto di solidarietà verso un settore allo stremo.
«L'idea che sta alla base di Anestetico Urbano è proprio la diffusione di mostre urbane che possano portare la galleria d'arte fra le strade con l'obiettivo di spingere cittadine e cittadini ad andare oltre, ad incuriosirsi e ad avvicinarsi in modo dinamico a tematiche di carattere culturale. È stato, pertanto, un richiamo naturale quello verso #Anticorpi. La mostra diffusa, organizzata dal collettivo Arcipelago, racconta frammenti e dettagli dello scenario pandemico in modo intimo, raccolto, mai polemico. Non vuole inserirsi in quel pesante flusso comunicativo fatto di eccessi a cui siamo abituati oggi, ma spingere a fermarsi e "respirare" con il soggetto della foto, empatizzare con lui, lei, loro. Per i giorni che stiamo vivendo, dove il grande rumore di fondo scatenato dall'iper-comunicazione finisce spesso col soffocare le voci di chi dovrebbe essere ascoltato, #Anticorpi diventa una proposta necessaria da sostenere e diffondere il più possibile» ha dichiarato Maria Pia Maiorano, membro di Anestetico Urbano.