Cultura, Eventi e Spettacolo
L’attore bitontino Mimmo Mancini su RaiStoria con la docufiction su Cosa Nostra
Interpreta il boss Michele Greco, detto “il Papa”
Bitonto - mercoledì 17 ottobre 2018
11.10
Bitontini ancora protagonisti sul grande e piccolo schermo con la docufiction sul maxi processo alla mafia di Palermo del 1986 che, al termine dei vari gradi di giudizio, portò a 19 ergastoli e 2665 anni complessivi di reclusione per 346 imputati. Sarà infatti l'attore bitontino, Mimmo Mancini, a interpretare uno dei più temuti boss del tempo, Michele Greco, detto il Papa, nella serie Tv che andrà in onda su RaiStoria dal prossimo 23 ottobre.
«Tra i vari colleghi che hanno prestato il volto e la capacità d'immedesimazione nei ruoli dei vari capi mafia – ha detto Mancini commentando questa nuova prestigiosa esperienza - un saluto va al caro Antonio Pennarella che qui interpreta Buscetta e che da lassù potrà meglio indicarci il senso della vita oltre ogni finzione... quotidiana. Il resto è niente! La mafia non è solo quella che spara e che fa saltare in aria strade e palazzi, la mafia è ogni qualvolta ci comportiamo tutti da mafiosi per una raccomandazione, per un problema da risolvere, quando giriamo la testa dall'altra parte, quando diciamo: "Tanto so' tutti uguali"... quando non abbiamo il coraggio di denunciare un sopruso perché purtroppo la legge dimostra che non è poi così uguale per tutti!»
«Tra i vari colleghi che hanno prestato il volto e la capacità d'immedesimazione nei ruoli dei vari capi mafia – ha detto Mancini commentando questa nuova prestigiosa esperienza - un saluto va al caro Antonio Pennarella che qui interpreta Buscetta e che da lassù potrà meglio indicarci il senso della vita oltre ogni finzione... quotidiana. Il resto è niente! La mafia non è solo quella che spara e che fa saltare in aria strade e palazzi, la mafia è ogni qualvolta ci comportiamo tutti da mafiosi per una raccomandazione, per un problema da risolvere, quando giriamo la testa dall'altra parte, quando diciamo: "Tanto so' tutti uguali"... quando non abbiamo il coraggio di denunciare un sopruso perché purtroppo la legge dimostra che non è poi così uguale per tutti!»