Cronaca
Il biglietto omofobo: «Curati» La vittima: «Adesso ho paura»
Un 29enne ha trovato il messaggio attaccato alla porta d'ingresso della sua casa. La solidarietà di Ricci
Bitonto - lunedì 15 maggio 2023
17.16
«Vatti a far curare, ricchione».
Sembrano parole pronunciate chissà in quale epoca, eppure, sono state dette oggi, 15 maggio 2023. È questa la frase che un ragazzo bitontino ha trovato scritta in un biglietto attaccato al portone di casa. «Ero di ritorno a casa - ha raccontato Michele (nome di fantasia) - quando ho visto questo biglietto attaccato con lo scotch alla porta. Sono rimasto di ghiaccio, ero distrutto. Non riuscivo neanche a muovermi».
Non è ancora certa l'identità dell'autore di questo messaggio. «Prenderò sicuramente dei provvedimenti», ha detto il ragazzo. Denunciare è fare sì che «la violenza non alimenti la paura, la vergogna o l'isolamento» ed è questo l'invito di Arcigay Bari che sin da subito ha mostrato vicinanza a Michele. È questa la storia di un ragazzo che ha messo insieme i pezzi d'un cuore che vuole solo amare e sa abbracciare la sua fragilità grazie ai suoi amici e sua sorella, le uniche persone che non vedono nel suo orientamento sessuale una "malattia da curare".
Parole inconcepibili, antiche, come obsoleta è la stessa concezione che l'omosessualità sia una malattia. Si potrebbe ricordare al bullo in questione, che già nel 1973 l'American Psychiatric Association ha declassificato l'omosessualità come disturbo mentale, decisione poi ribadita nel 1990 dall'Organizzazione mondiale della sanità.
Sdegno e condanna da parte del sindaco Francesco Paolo Ricci, che ha subito preso le distanze dal vile atto «un gesto assurdo e inammissibile, che la nostra comunità condanna fermamente - ha affermato - nel 2023 è davvero inconcepibile che una persona possa essere vittima di insulti e minacce riguardo i propri orientamenti sessuali».
L'episodio accade proprio nella settimana in cui ricorre la Giornata internazionale contro l'omofobia, la transfobia e la bifobia, che sarà celebrata il 17 maggio attraverso un corteo con partenza alle ore 10 da piazza Aldo Moro. Tutta la città è invitata a partecipare "dimostriamo assieme la nostra piena solidarietà al giovane concittadino, bersaglio di una frase offensiva e di cattivo gusto, opera senza dubbio alcuno di persone ignoranti e incivili che disonorano la nostra comunità" ha concluso il nostro primo cittadino.
Le parole del sindaco fanno da eco alla giornata di mobilitazione a sostegno delle famiglie omogenitoriali e per il matrimonio egualitario, svoltasi a Torino la scorsa settimana. La manifestazione ha visto la partecipazione di più di 400 sindaci di tutta Italia, tra cui quelli di Milano, Roma, Napoli e Bari, perché non ci sarà rispetto verso gli omosessuali finché questi non saranno tutelati dalla legge.
È sempre più aperta la battaglia dei diritti, una battaglia di Civiltà che passa dalla legislazione e dal parlamento, oggettivamente non più procrastinabile.
Sembrano parole pronunciate chissà in quale epoca, eppure, sono state dette oggi, 15 maggio 2023. È questa la frase che un ragazzo bitontino ha trovato scritta in un biglietto attaccato al portone di casa. «Ero di ritorno a casa - ha raccontato Michele (nome di fantasia) - quando ho visto questo biglietto attaccato con lo scotch alla porta. Sono rimasto di ghiaccio, ero distrutto. Non riuscivo neanche a muovermi».
Non è ancora certa l'identità dell'autore di questo messaggio. «Prenderò sicuramente dei provvedimenti», ha detto il ragazzo. Denunciare è fare sì che «la violenza non alimenti la paura, la vergogna o l'isolamento» ed è questo l'invito di Arcigay Bari che sin da subito ha mostrato vicinanza a Michele. È questa la storia di un ragazzo che ha messo insieme i pezzi d'un cuore che vuole solo amare e sa abbracciare la sua fragilità grazie ai suoi amici e sua sorella, le uniche persone che non vedono nel suo orientamento sessuale una "malattia da curare".
Parole inconcepibili, antiche, come obsoleta è la stessa concezione che l'omosessualità sia una malattia. Si potrebbe ricordare al bullo in questione, che già nel 1973 l'American Psychiatric Association ha declassificato l'omosessualità come disturbo mentale, decisione poi ribadita nel 1990 dall'Organizzazione mondiale della sanità.
Sdegno e condanna da parte del sindaco Francesco Paolo Ricci, che ha subito preso le distanze dal vile atto «un gesto assurdo e inammissibile, che la nostra comunità condanna fermamente - ha affermato - nel 2023 è davvero inconcepibile che una persona possa essere vittima di insulti e minacce riguardo i propri orientamenti sessuali».
L'episodio accade proprio nella settimana in cui ricorre la Giornata internazionale contro l'omofobia, la transfobia e la bifobia, che sarà celebrata il 17 maggio attraverso un corteo con partenza alle ore 10 da piazza Aldo Moro. Tutta la città è invitata a partecipare "dimostriamo assieme la nostra piena solidarietà al giovane concittadino, bersaglio di una frase offensiva e di cattivo gusto, opera senza dubbio alcuno di persone ignoranti e incivili che disonorano la nostra comunità" ha concluso il nostro primo cittadino.
Le parole del sindaco fanno da eco alla giornata di mobilitazione a sostegno delle famiglie omogenitoriali e per il matrimonio egualitario, svoltasi a Torino la scorsa settimana. La manifestazione ha visto la partecipazione di più di 400 sindaci di tutta Italia, tra cui quelli di Milano, Roma, Napoli e Bari, perché non ci sarà rispetto verso gli omosessuali finché questi non saranno tutelati dalla legge.
È sempre più aperta la battaglia dei diritti, una battaglia di Civiltà che passa dalla legislazione e dal parlamento, oggettivamente non più procrastinabile.