Economia
L'olio extracomunitario invade l'Italia. Sicolo (CNO): «A rischio il nostro mercato»
Quarantacinquemila tonnellate di prodotto tunisino pronte a varcare i confini
Bitonto - venerdì 27 ottobre 2017
9.04
Una enorme quantità di olio extracomunitario, soprattutto tunisino, sta per per invadere il mercato italiano con grave pericolo per l'extravergine prodotto nel Belpaese e in Puglia in particolare. È la denuncia del Consorzio Nazionale degli Olivicoltori che ha chiesto al Ministero di sospendere le importazioni nel periodo della raccolta e calendarizzare l'arrivo del prodotto nei mesi meno caldi per il settore.
Il presidente del consorzio, Gennaro Sicolo, allarmato dall'arrivo, in queste settimane, di olio tunisino a dazio zero in ottemperanza del regolamento comunitario 1918/2006, ha chiesto l'intervento immediato del governo per tutelare la produzione locale.
«Nel solo mese di settembre – fanno sapere dal CNO - sono arrivate dalla Tunisia 6300 tonnellate di prodotto, mentre nei primi 15 giorni di ottobre è stato registrato l'ingresso di quasi 1000 tonnellate di olio».
«Chiedo l'intervento del Ministro dell'Agricoltura, Maurizio Martina – ha detto Sicolo - e del Ministro per lo Sviluppo Economico, Carlo Calenda, per sospendere nei periodi caldi della raccolta e della produzione, da ottobre a maggio, l'arrivo di oli extracomunitari sul nostro territorio. Per coprire il nostro fabbisogno abbiamo bisogno di importare prodotto e l'Unione Europea ci impone di aiutare la Tunisia, lo capisco, ma, lasciando libere le grandi aziende di ritirare olio extracomunitario quando vogliono, si rischia seriamente di alterare il mercato e di mettere in difficoltà centinaia di migliaia di produttori con le rispettive famiglie».
«Bisogna regolare l'arrivo di olio extracomunitario – ha tenuto a rimarcare il presidente del CNO - calendarizzando le richieste di importazioni delle aziende nei mesi meno caldi per il settore per dare la possibilità alla produzione nazionale di piazzarsi sul mercato senza la concorrenza sleale di prodotti con qualità e prezzi inferiori. Inoltre, per tutelare i consumatori, sono necessari controlli più efficaci sull'arrivo e sulla destinazione di questi oli, oltre che sulla tracciabilità e sulle indicazioni riportate in etichetta dalle aziende che ne fanno uso e abuso».
Il presidente del consorzio, Gennaro Sicolo, allarmato dall'arrivo, in queste settimane, di olio tunisino a dazio zero in ottemperanza del regolamento comunitario 1918/2006, ha chiesto l'intervento immediato del governo per tutelare la produzione locale.
«Nel solo mese di settembre – fanno sapere dal CNO - sono arrivate dalla Tunisia 6300 tonnellate di prodotto, mentre nei primi 15 giorni di ottobre è stato registrato l'ingresso di quasi 1000 tonnellate di olio».
«Chiedo l'intervento del Ministro dell'Agricoltura, Maurizio Martina – ha detto Sicolo - e del Ministro per lo Sviluppo Economico, Carlo Calenda, per sospendere nei periodi caldi della raccolta e della produzione, da ottobre a maggio, l'arrivo di oli extracomunitari sul nostro territorio. Per coprire il nostro fabbisogno abbiamo bisogno di importare prodotto e l'Unione Europea ci impone di aiutare la Tunisia, lo capisco, ma, lasciando libere le grandi aziende di ritirare olio extracomunitario quando vogliono, si rischia seriamente di alterare il mercato e di mettere in difficoltà centinaia di migliaia di produttori con le rispettive famiglie».
«Bisogna regolare l'arrivo di olio extracomunitario – ha tenuto a rimarcare il presidente del CNO - calendarizzando le richieste di importazioni delle aziende nei mesi meno caldi per il settore per dare la possibilità alla produzione nazionale di piazzarsi sul mercato senza la concorrenza sleale di prodotti con qualità e prezzi inferiori. Inoltre, per tutelare i consumatori, sono necessari controlli più efficaci sull'arrivo e sulla destinazione di questi oli, oltre che sulla tracciabilità e sulle indicazioni riportate in etichetta dalle aziende che ne fanno uso e abuso».