Cronaca
La caccia all'untore fa un'altra vittima a Bitonto: «Il nuovo caso di coronavirus non è nostro parente»
I titolari di un esercizio commerciale del centro smentiscono il solito insensato messaggio virale nelle chat
Bitonto - sabato 14 marzo 2020
9.03
Era successo già in occasione del primo contagio da coronavirus registrato in città; è successo ancora, puntualmente, anche con il secondo caso rilevato dalla Asl stavolta a Palombaio e, ancora una volta, una persona del tutto estranea alla questione è finita nel tritacarne delle chat delle comari impenitenti. La caccia all'untore fa un'altra ignara vittima a Bitonto, dove i parenti di un anziano ricoverato negli scorsi giorni per una patologia che nulla aveva a che vedere con il CoVid19 sono stati costretti a smentire il testo di un messaggio che invece individuava proprio nel loro congiunto l'identità del nuovo contagiato in città.
A parlare è la nipote dell'uomo che si è scagliata contro l'individuo «che si è permesso di far girare una notizia così grave senza aver alcuna conferma: mio nonno è stato "prelevato" dall'ambulanza la scorsa notte non per il coronavirus, ma per insufficienza renale. Se fosse stato vero, ci avrebbero fatto fare quantomeno i tamponi, cosa che invece non è accaduta».
«Prima di far girare notizie rigorosamente false – aggiunge la ragazza – informatevi. E, dal momento che nessun membro della mia famiglia ha sintomi ed è tantomeno infetto, la nostra macelleria resterà aperta».
Si ripete, dunque, l'assurda pratica della diffusione di insensati pettegolezzi nelle chat dei social network, in particolare whatsapp, che coinvolge, in ogni caso, due tipologie di idiota: quello che la "notizia" la confeziona, magari sulla base di un pettegolezzo intercettato di straforo, e quello che invece la "inoltra" e diffonde nei gruppi di cui fa parte. Una pratica in cui molti di esibiscono con disinvoltura, ignari del fatto che è reato penale passibile di denuncia, detenzione e pesanti risarcimenti sia la creazione di una calunnia che la sua diffusione e il semplice "girare" il messaggio nelle chat "private".
A parlare è la nipote dell'uomo che si è scagliata contro l'individuo «che si è permesso di far girare una notizia così grave senza aver alcuna conferma: mio nonno è stato "prelevato" dall'ambulanza la scorsa notte non per il coronavirus, ma per insufficienza renale. Se fosse stato vero, ci avrebbero fatto fare quantomeno i tamponi, cosa che invece non è accaduta».
«Prima di far girare notizie rigorosamente false – aggiunge la ragazza – informatevi. E, dal momento che nessun membro della mia famiglia ha sintomi ed è tantomeno infetto, la nostra macelleria resterà aperta».
Si ripete, dunque, l'assurda pratica della diffusione di insensati pettegolezzi nelle chat dei social network, in particolare whatsapp, che coinvolge, in ogni caso, due tipologie di idiota: quello che la "notizia" la confeziona, magari sulla base di un pettegolezzo intercettato di straforo, e quello che invece la "inoltra" e diffonde nei gruppi di cui fa parte. Una pratica in cui molti di esibiscono con disinvoltura, ignari del fatto che è reato penale passibile di denuncia, detenzione e pesanti risarcimenti sia la creazione di una calunnia che la sua diffusione e il semplice "girare" il messaggio nelle chat "private".