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La Caritas saluta monsignor Cacucci e dà il benvenuto al Vescovo Satriano
Don Vito Piccinonna: «Ci ha sempre amorevolmente incoraggiati e sostenuti»
Bitonto - lunedì 25 gennaio 2021
10.14
Mentre monsignor Cacucci si congeda dal suo incarico vescovile nella arcidiocesi di Bari-Bitonto, lasciando il posto al successore Giuseppe Satriano, la Caritas Diocesana, guidata dal rettore della Basilica dei Santi Medici di Bitonto, don Vito Piccinonna, abbraccia in segno di riconoscimento il metropolita uscente e dà il benvenuto al nuovo pastore.
«Nel progetto pastorale mistagogico proposto da mons. Cacucci – hanno ricordato dalla Caritas - la carità è un perno essenziale della vita comunitaria diocesana e parrocchiale non meno che la Liturgia e la Catechesi. Una dimensione sempre presente, sempre messa in evidenza e raccomandata, lontano da modalità vistose ma capace di scavare nel profondo e di porre gesti significativi. Una dimensione, quella della carità, che realizza quanto celebrato e annunciato e connotata da una forte valenza pedagogica: essere carità anzitutto e non solo fare la carità è stato il leit motiv di mons. Cacucci, ispirato dalla convinzione di Paolo VI circa la dimensione pedagogica-educativa».
«Come non gioire – si legge ancora nella lettera di commiato - per la concreta vicinanza dimostrata nel grande mosaico della carità dove le singole tessere sono le parrocchie con i loro pastori, primo presidio dell'attenzione ai poveri, le diverse esperienze di realtà di accompagnamento per le persone che si trovano in difficoltà, dall'accoglienza delle persone senza dimora presso il primo dormitorio "don Vito Diana", inaugurato all'indomani del Congresso eucaristico, alle tante e diversificate attività in favore di soggetti svantaggiati, dalle varie fondazioni che promuovono progetti sociosanitari, socioeducativi e socioculturali, l'impegno contro l'usura, alle diverse mense come alle numerose occasioni di formazione organizzate attraverso percorsi formativi».
«Come équipe Caritas – si legge ancora nella nota - non possiamo dimenticare quanta fiducia e sostegno ci è stata riservata. Siamo stati amorevolmente affiancati, incoraggiati nella fatica, stimolati a continuare il nostro lavoro, anche nei momenti più faticosi. Ci permettiamo nel nostro grazie anche di inserire il grazie per il lavoro compiuto da quanti ci hanno preceduto negli anni di episcopato dell'Arcivescovo Francesco, ringraziando il buon Dio per la dedizione generosa di don Dorino Angelillo con don Mimmo Lieggi, di don Antonio Ruccia, di suor Mariarosaria Imperatore».
«Quanto realizzato – conclude la Caritas - quanto nei progetti per il futuro, il frutto di questo fecondo ministero, consegniamo ora al nostro nuovo pastore, al quale diamo il benvenuto e la nostra piena disponibilità e docilità ad accogliere prospettive e passi da compiere, non facendo mancare il supporto della preghiera. Le sfide erano già tante ma di certo questa emergenza pandemica provoca ascolto-sguardo-operatività a 360 gradi. Ci accompagna la consapevolezza di un cammino ecclesiale, vissuto insieme, seguendo le orme di nostro fratello Gesù Cristo che vive e regna già ora nei più piccoli e fragili verso cui le nostre comunità sono chiamate a farsi solidali e inclusive sempre di più».
«Nel progetto pastorale mistagogico proposto da mons. Cacucci – hanno ricordato dalla Caritas - la carità è un perno essenziale della vita comunitaria diocesana e parrocchiale non meno che la Liturgia e la Catechesi. Una dimensione sempre presente, sempre messa in evidenza e raccomandata, lontano da modalità vistose ma capace di scavare nel profondo e di porre gesti significativi. Una dimensione, quella della carità, che realizza quanto celebrato e annunciato e connotata da una forte valenza pedagogica: essere carità anzitutto e non solo fare la carità è stato il leit motiv di mons. Cacucci, ispirato dalla convinzione di Paolo VI circa la dimensione pedagogica-educativa».
«Come non gioire – si legge ancora nella lettera di commiato - per la concreta vicinanza dimostrata nel grande mosaico della carità dove le singole tessere sono le parrocchie con i loro pastori, primo presidio dell'attenzione ai poveri, le diverse esperienze di realtà di accompagnamento per le persone che si trovano in difficoltà, dall'accoglienza delle persone senza dimora presso il primo dormitorio "don Vito Diana", inaugurato all'indomani del Congresso eucaristico, alle tante e diversificate attività in favore di soggetti svantaggiati, dalle varie fondazioni che promuovono progetti sociosanitari, socioeducativi e socioculturali, l'impegno contro l'usura, alle diverse mense come alle numerose occasioni di formazione organizzate attraverso percorsi formativi».
«Come équipe Caritas – si legge ancora nella nota - non possiamo dimenticare quanta fiducia e sostegno ci è stata riservata. Siamo stati amorevolmente affiancati, incoraggiati nella fatica, stimolati a continuare il nostro lavoro, anche nei momenti più faticosi. Ci permettiamo nel nostro grazie anche di inserire il grazie per il lavoro compiuto da quanti ci hanno preceduto negli anni di episcopato dell'Arcivescovo Francesco, ringraziando il buon Dio per la dedizione generosa di don Dorino Angelillo con don Mimmo Lieggi, di don Antonio Ruccia, di suor Mariarosaria Imperatore».
«Quanto realizzato – conclude la Caritas - quanto nei progetti per il futuro, il frutto di questo fecondo ministero, consegniamo ora al nostro nuovo pastore, al quale diamo il benvenuto e la nostra piena disponibilità e docilità ad accogliere prospettive e passi da compiere, non facendo mancare il supporto della preghiera. Le sfide erano già tante ma di certo questa emergenza pandemica provoca ascolto-sguardo-operatività a 360 gradi. Ci accompagna la consapevolezza di un cammino ecclesiale, vissuto insieme, seguendo le orme di nostro fratello Gesù Cristo che vive e regna già ora nei più piccoli e fragili verso cui le nostre comunità sono chiamate a farsi solidali e inclusive sempre di più».