Cronaca
«La giustizia non ha punito chi ha ridotto in fin di vita mio figlio»
Parla la madre del 16enne pestato in villa l'anno scorso
Bitonto - giovedì 31 agosto 2017
13.00
«Leggere le notizie sulle recenti, gratuite e ripetute aggressioni a ragazzi avvenute a Bitonto rinnova il mio dolore e accresce il mio risentimento».
Ha commentato così Maria Pia, la mamma del 16enne brutalmente picchiato nella villa comunale l'anno scorso, gli ultimi fatti di cronaca che hanno visto come vittime, ancora una volta, alcuni giovanissimi.
«È passato più di un anno – ricorda la mamma del ragazzo aggredito a giugno scorso - da quando mio figlio ha subito il pestaggio da parte di un branco di delinquenti (e chiamiamoli, per favore, con il loro nome!), a seguito di analoghe provocazioni. Quel 29 giugno molti lo avranno dimenticato, ma mio figlio no, io no, la mia famiglia no, perché le conseguenze restano a lungo e, spenti i riflettori della cronaca che fa effetto, si resta soli a gestirsele nel quotidiano. Non racconterò i dettagli, per rispetto di mio figlio, ma riprendersi la normalità, la propria vita tra le mani, è conquista lunga e dolorosa. Con coraggio si fa la scelta della denuncia: non può esserci più coraggio che in una mamma ferita e toccata negli affetti più cari e preziosi».
Un dolore che aumenta per le vittime di questo episodio specialmente davanti all'epilogo che, fino a questo momento, l'ha caratterizzato.
«Noi quel coraggio lo abbiamo avuto – spiega Maria Pia - ma ad oggi nulla è successo e apprendere che invece tutto si ripete con una logica di immobilismo e di rassegnazione nei confronti di altri figli, acuisce il nostro dolore, facendoci percepire la vacuità e l'inutilità del sacrificio di nostro figlio che quel giorno ha perso una fetta importante della sua adolescenza spensierata...scusate l'amarezza e la durezza delle mie parole, ma una giustizia latitante è un'ulteriore condanna per chi fa del rispetto e dell'onestà i propri valori di riferimento ogni giorno, nonostante tutto».
Ha commentato così Maria Pia, la mamma del 16enne brutalmente picchiato nella villa comunale l'anno scorso, gli ultimi fatti di cronaca che hanno visto come vittime, ancora una volta, alcuni giovanissimi.
«È passato più di un anno – ricorda la mamma del ragazzo aggredito a giugno scorso - da quando mio figlio ha subito il pestaggio da parte di un branco di delinquenti (e chiamiamoli, per favore, con il loro nome!), a seguito di analoghe provocazioni. Quel 29 giugno molti lo avranno dimenticato, ma mio figlio no, io no, la mia famiglia no, perché le conseguenze restano a lungo e, spenti i riflettori della cronaca che fa effetto, si resta soli a gestirsele nel quotidiano. Non racconterò i dettagli, per rispetto di mio figlio, ma riprendersi la normalità, la propria vita tra le mani, è conquista lunga e dolorosa. Con coraggio si fa la scelta della denuncia: non può esserci più coraggio che in una mamma ferita e toccata negli affetti più cari e preziosi».
Un dolore che aumenta per le vittime di questo episodio specialmente davanti all'epilogo che, fino a questo momento, l'ha caratterizzato.
«Noi quel coraggio lo abbiamo avuto – spiega Maria Pia - ma ad oggi nulla è successo e apprendere che invece tutto si ripete con una logica di immobilismo e di rassegnazione nei confronti di altri figli, acuisce il nostro dolore, facendoci percepire la vacuità e l'inutilità del sacrificio di nostro figlio che quel giorno ha perso una fetta importante della sua adolescenza spensierata...scusate l'amarezza e la durezza delle mie parole, ma una giustizia latitante è un'ulteriore condanna per chi fa del rispetto e dell'onestà i propri valori di riferimento ogni giorno, nonostante tutto».