Cronaca
Lanciarazzi in casa, ma per i giudici non è un'arma da fuoco. Assolto
Un 36enne di Bitonto, condannato in primo grado, è stato scagionato in Appello: il catalogo delle armi è vecchio
Bitonto - domenica 14 maggio 2023
20.41
Detenere una pistola lanciarazzi non è reato. Prima condannato e poi, dopo ben sei anni, assolto il 36enne agricoltore bitontino Nicola Piccinonna. Una storia che ha dell'incredibile quella dell'uomo che si è trovato di fronte ad un mancato aggiornamento amministrativo, dopo 45 anni, dell'ex catalogo nazionale delle armi.
Nel corso di un'operazione dei Carabinieri, il 25 gennaio 2017, dopo una perquisizione in danno dell'uomo fu sequestrata sia della sostanza stupefacente sia una pistola lanciarazzi marca "Mondial", quest'ultima nascosta nella camera dell'agricoltore. In riferimento alla presunta qualità di arma, perfettamente funzionante, ed alla conseguente detenzione, si è aperta una lunga diatriba giuridica tra l'accusa e la difesa dell'imputato assistito dall'avvocato Massimo Roberto Chiusolo.
Mentre la Procura di Bari sosteneva che la pistola fosse annoverabile tra le armi comuni da sparo, la difesa dell'uomo, supportata da una consulenza redatta dal dottore Nicola Donno, diceva che non c'era alcuna condotta penale. E proprio per dirimere la questione, il giudice di primo grado, chiese un'informativa al Banco Nazionale di prova di Gardone Val Trompia (Brescia) che rispose al Tribunale sostenendo come la pistola rinvenuta rientrasse nel catalogo delle armi da sparo.
Dopo aver ottenuto questa relazione il giudice condannò Piccinonna per la detenzione dell'arma a 5 mesi di carcere. Il legale del 36enne bitontino, però, impugnò la decisione, ritenendo come l'inserimento della pistola lanciarazzi nel catalogo delle armi fosse stato regolato da un mancato aggiornamento amministrativo dello stesso da parte della commissione interministeriale per la revisione e il coordinamento della normativa vigente in materia di armi munizioni e di esplosivi.
Pur se istituita con apposito decreto ministeriale il 1° marzo del 1978, dopo ben quarantacinque anni non ha redatto un nuovo ed aggiornato catalogo tanto da comunicare, nel 2018, al Tribunale di Bari, che la pistola lanciarazzi facesse parte del catalogo delle armi nonostante la potenzialità offensiva della stessa fosse obiettivamente limitata. Inoltre, nell'istruttoria, venne provato che l'arma non potesse essere modificata per espletare le funzioni di una comune arma da fuoco.
La conclusione, insomma è che quella pistola "Mondial" non poteva essere considerata un'arma comune. Così i giudici della terza sezione penale della Corte di Appello di Bari hanno assolto il 36enne bitontino «perché il fatto non sussiste», ritenendo che la detenzione della pistola non sia «un fatto penalmente rilevante».
Nel corso di un'operazione dei Carabinieri, il 25 gennaio 2017, dopo una perquisizione in danno dell'uomo fu sequestrata sia della sostanza stupefacente sia una pistola lanciarazzi marca "Mondial", quest'ultima nascosta nella camera dell'agricoltore. In riferimento alla presunta qualità di arma, perfettamente funzionante, ed alla conseguente detenzione, si è aperta una lunga diatriba giuridica tra l'accusa e la difesa dell'imputato assistito dall'avvocato Massimo Roberto Chiusolo.
Mentre la Procura di Bari sosteneva che la pistola fosse annoverabile tra le armi comuni da sparo, la difesa dell'uomo, supportata da una consulenza redatta dal dottore Nicola Donno, diceva che non c'era alcuna condotta penale. E proprio per dirimere la questione, il giudice di primo grado, chiese un'informativa al Banco Nazionale di prova di Gardone Val Trompia (Brescia) che rispose al Tribunale sostenendo come la pistola rinvenuta rientrasse nel catalogo delle armi da sparo.
Dopo aver ottenuto questa relazione il giudice condannò Piccinonna per la detenzione dell'arma a 5 mesi di carcere. Il legale del 36enne bitontino, però, impugnò la decisione, ritenendo come l'inserimento della pistola lanciarazzi nel catalogo delle armi fosse stato regolato da un mancato aggiornamento amministrativo dello stesso da parte della commissione interministeriale per la revisione e il coordinamento della normativa vigente in materia di armi munizioni e di esplosivi.
Pur se istituita con apposito decreto ministeriale il 1° marzo del 1978, dopo ben quarantacinque anni non ha redatto un nuovo ed aggiornato catalogo tanto da comunicare, nel 2018, al Tribunale di Bari, che la pistola lanciarazzi facesse parte del catalogo delle armi nonostante la potenzialità offensiva della stessa fosse obiettivamente limitata. Inoltre, nell'istruttoria, venne provato che l'arma non potesse essere modificata per espletare le funzioni di una comune arma da fuoco.
La conclusione, insomma è che quella pistola "Mondial" non poteva essere considerata un'arma comune. Così i giudici della terza sezione penale della Corte di Appello di Bari hanno assolto il 36enne bitontino «perché il fatto non sussiste», ritenendo che la detenzione della pistola non sia «un fatto penalmente rilevante».