Cronaca
Lavori stadio Bitonto: minacce di morte all'assessore Nacci
Abbaticchio: «Sporcato nostro entusiasmo, ma continueremo a lavorare». La società: «Stigmatizziamo ogni violenza»
Bitonto - venerdì 12 giugno 2020
10.28
Un momento di festa per tutta la città sporcato da qualche esagitato e da chi ha interesse ad avvelenare l'acqua dei pozzi e mantenere le divisioni. È questo il clima in cui nasce il grave episodio che ha visto ieri, suo malgrado, protagonista, l'assessore allo sport del comune di Bitonto, Domenico Nacci, minacciato di morte per strada da un sedicente tifoso della squadra di calcio locale. Il motivo: la partenza dei lavori necessari ad adeguare lo stadio comunale ai criteri della Serie C, categoria per la quale, appena 4 giorni fa, è stata ufficializzata la promozione dell'USD Bitonto.
Stando a quanto rivelato dal sindaco di Bitonto, Michele Abbaticchio, l'assessore, «accompagnato dalla sua signora e da sua figlia, una bambina di tre anni, è stato fermato da un sedicente tifoso. Quest'ultimo, infischiandosene altamente della presenza dell'innocente, ha pensato male di minacciare di morte l'assessore qualora non "rifacesse" lo stadio. È l'ultima delle provocazioni e degli insulti che quotidianamente ci vengono rivolti a tutti i livelli per una questione che non ha nemmeno una scadenza formale certa. E ieri se ne è aggiunto un altro di insulto in diretta TV da chi dovrebbe comprendere quale responsabilità riveste nei confronti della opinione pubblica, con riferimento a menti fragili come quella del suddetto "tifoso". E non voglio soffermarmi su un episodio delle 23 di sera, sotto casa dei miei genitori, rivelatomi da mia madre solo qualche giorno fa, risalente al mese di ottobre scorso. Cori e insulti con tanto di "citofonata" insistente per la famigerata "curva"».
«Finora sono stato paziente – ha aggiunto Abbaticchio - abbiamo messo in scala di priorità l'adeguamento dello stadio tra emergenze sanitarie, ambientali e sociali.
Senza parlare degli appalti per riqualificare la Città che, ad occhio e croce, interessano davvero tutti, non solo una parte della cittadinanza. Pertanto, tralasciando come fattore di secondaria importanza la nostra sicurezza personale, vi chiarisco che non posso non sentirmi responsabile dell'attacco psicologico subito da una bambina innocente da invasati che non sono in grado di intendere ma solo di volere. Invocate dialogo ma praticate violenza. E, francamente, hanno sporcato tutto il nostro entusiasmo. Continueremo a lavorare a testa bassa, ma questo non toglie che lo stiamo facendo con grandissimi ostacoli. Esterni ed interni».
Sull'episodio la Società - integrando un comunicato in cui, in realtà, aveva rincarato le accuse già mosse in Tv dal vicepresidente Orlino sulla mancanza di coinvolgimento da parte dell'Amministrazione sui lavori allo stadio – ha inteso «fortemente stigmatizzare qualsiasi forma di violenza e qualsiasi contegno da cui prende assolutamente le distanze, invitando tutti i sostenitori neroverdi a mantenere la giusta serenità nei toni e nei comportamenti, evitando comportamenti che potrebbero rallentare piuttosto che accelerare il percorso intrapreso, non senza dimenticare che la finalità ultima non è la divisione ma l'unità per il bene del calcio e di tutta la comunità bitontina».
«Prendiamo per buone le parole del Sindaco - si legge ancora nella nota dell'Usd Bitonto - ma per evitare che ci sia un'ulteriore occasione mancata, chiediamo di conoscere una data certa della fruibilità dello stadio e se essa coinciderà con la prima gara casalinga del prossimo campionato di Serie C. Quale è il programma per la realizzazione dei lavori, quali i tempi effettivi. La società U.S.D. Bitonto Calcio ha tutto il diritto di capire se potrà giocare tra le mura domestiche il suo primo storico campionato tra i Professionisti. Questo è tutto ciò che chiediamo al Sindaco e all'Amministrazione comunale tutta, nel massimo spirito collaborativo e di confronto».
La speranza è che, allontanando quanti, da una parte e dall'altra, hanno interesse affinchè non si trovi mai accordo fra Amministrazione e Società e continuano ad alimentare le polemiche in particolare sui social, le due componenti tornino finalmente a lavorare insieme per raggiungere l'obiettivo che non può che essere comune: permettere alla squadra di casa di giocare fra le mura amiche già dalla prima gara del campionato di calcio di serie C.
Stando a quanto rivelato dal sindaco di Bitonto, Michele Abbaticchio, l'assessore, «accompagnato dalla sua signora e da sua figlia, una bambina di tre anni, è stato fermato da un sedicente tifoso. Quest'ultimo, infischiandosene altamente della presenza dell'innocente, ha pensato male di minacciare di morte l'assessore qualora non "rifacesse" lo stadio. È l'ultima delle provocazioni e degli insulti che quotidianamente ci vengono rivolti a tutti i livelli per una questione che non ha nemmeno una scadenza formale certa. E ieri se ne è aggiunto un altro di insulto in diretta TV da chi dovrebbe comprendere quale responsabilità riveste nei confronti della opinione pubblica, con riferimento a menti fragili come quella del suddetto "tifoso". E non voglio soffermarmi su un episodio delle 23 di sera, sotto casa dei miei genitori, rivelatomi da mia madre solo qualche giorno fa, risalente al mese di ottobre scorso. Cori e insulti con tanto di "citofonata" insistente per la famigerata "curva"».
«Finora sono stato paziente – ha aggiunto Abbaticchio - abbiamo messo in scala di priorità l'adeguamento dello stadio tra emergenze sanitarie, ambientali e sociali.
Senza parlare degli appalti per riqualificare la Città che, ad occhio e croce, interessano davvero tutti, non solo una parte della cittadinanza. Pertanto, tralasciando come fattore di secondaria importanza la nostra sicurezza personale, vi chiarisco che non posso non sentirmi responsabile dell'attacco psicologico subito da una bambina innocente da invasati che non sono in grado di intendere ma solo di volere. Invocate dialogo ma praticate violenza. E, francamente, hanno sporcato tutto il nostro entusiasmo. Continueremo a lavorare a testa bassa, ma questo non toglie che lo stiamo facendo con grandissimi ostacoli. Esterni ed interni».
Sull'episodio la Società - integrando un comunicato in cui, in realtà, aveva rincarato le accuse già mosse in Tv dal vicepresidente Orlino sulla mancanza di coinvolgimento da parte dell'Amministrazione sui lavori allo stadio – ha inteso «fortemente stigmatizzare qualsiasi forma di violenza e qualsiasi contegno da cui prende assolutamente le distanze, invitando tutti i sostenitori neroverdi a mantenere la giusta serenità nei toni e nei comportamenti, evitando comportamenti che potrebbero rallentare piuttosto che accelerare il percorso intrapreso, non senza dimenticare che la finalità ultima non è la divisione ma l'unità per il bene del calcio e di tutta la comunità bitontina».
«Prendiamo per buone le parole del Sindaco - si legge ancora nella nota dell'Usd Bitonto - ma per evitare che ci sia un'ulteriore occasione mancata, chiediamo di conoscere una data certa della fruibilità dello stadio e se essa coinciderà con la prima gara casalinga del prossimo campionato di Serie C. Quale è il programma per la realizzazione dei lavori, quali i tempi effettivi. La società U.S.D. Bitonto Calcio ha tutto il diritto di capire se potrà giocare tra le mura domestiche il suo primo storico campionato tra i Professionisti. Questo è tutto ciò che chiediamo al Sindaco e all'Amministrazione comunale tutta, nel massimo spirito collaborativo e di confronto».
La speranza è che, allontanando quanti, da una parte e dall'altra, hanno interesse affinchè non si trovi mai accordo fra Amministrazione e Società e continuano ad alimentare le polemiche in particolare sui social, le due componenti tornino finalmente a lavorare insieme per raggiungere l'obiettivo che non può che essere comune: permettere alla squadra di casa di giocare fra le mura amiche già dalla prima gara del campionato di calcio di serie C.