Cultura, Eventi e Spettacolo
Le serate di Nomadelfia oggi e domani fanno tappa a Bitonto
Lo spettacolo itinerante farà dieci tappe in Puglia
Bitonto - mercoledì 25 luglio 2018
17.51
Quest'anno le Serate di Nomadelfia, lo spettacolo itinerante ideato nel 1966 da don Zeno, fondatore dell'omonima comunità di volontari cattolici, sarà in tour in Puglia e toccherà dieci località, partendo proprio da Bitonto.
La prima tappa è in programma stasera 25 luglio e domani 26 luglio a partire dalle 21.30 in Piazza Unità d'Italia. Sul palco saliranno "i figli" di Nomadelfia, un centinaio di giovani dai 6 anni in poi, che si esibiranno nelle danze che da più di 60 anni la popolazione propone nelle piazze di Italia e non solo.
«Si tratta di un modo originale e coinvolgente con cui la piccola realtà di Nomadelfia si fa conoscere al mondo – spiegano gli organizzatori - portando un messaggio di gioia, di speranza e di fraternità. Un'ora e mezzo di danze popolari di vari paesi, lanci di immagini e gag dei giovani, che portano gli spettatori alla scoperta di una sorta di "mondo al contrario" ma concretissimo, perché fondato sulla fraternità. Sono i babbi e le mamme di Nomadelfia, aiutati dai figli più grandi, che al mattino allestiscono gli impianti ed alla sera distribuiscono le pubblicazioni, curano le riprese cinematografiche, le pubbliche relazioni, smontano le attrezzature e puliscono la piazza. Divisi in piccole squadre rendono visibile la forza della collaborazione tra le generazioni. Tutto ciò rende lo spettacolo un evento artistico e un messaggio di vita che continua a coinvolgere ed emozionare».
Quest'anno le Serate di Nomadelfia allieteranno l'estate pugliese, come risposta all'incoraggiamento di Papa Francesco nella visita del 10 maggio scorso a Nomadelfia: «Di fronte a un mondo che talvolta è ostile agli ideali predicati da Cristo, non esitate a rispondere con la testimonianza gioiosa e serena della vostra vita, ispirata al Vangelo».
Nomadelfia (dal greco "legge di fraternità) è una popolazione composta da circa 300 persone, con sedi in Toscana e a Roma; 60 famiglie che tentano di mettere in pratica il Vangelo sullo stile delle prime comunità cristiane, che «avevano un cuor solo, un'anima sola. Nessuno considerava sua proprietà quello che aveva, infatti tra loro tutto era comune».
La prima tappa è in programma stasera 25 luglio e domani 26 luglio a partire dalle 21.30 in Piazza Unità d'Italia. Sul palco saliranno "i figli" di Nomadelfia, un centinaio di giovani dai 6 anni in poi, che si esibiranno nelle danze che da più di 60 anni la popolazione propone nelle piazze di Italia e non solo.
«Si tratta di un modo originale e coinvolgente con cui la piccola realtà di Nomadelfia si fa conoscere al mondo – spiegano gli organizzatori - portando un messaggio di gioia, di speranza e di fraternità. Un'ora e mezzo di danze popolari di vari paesi, lanci di immagini e gag dei giovani, che portano gli spettatori alla scoperta di una sorta di "mondo al contrario" ma concretissimo, perché fondato sulla fraternità. Sono i babbi e le mamme di Nomadelfia, aiutati dai figli più grandi, che al mattino allestiscono gli impianti ed alla sera distribuiscono le pubblicazioni, curano le riprese cinematografiche, le pubbliche relazioni, smontano le attrezzature e puliscono la piazza. Divisi in piccole squadre rendono visibile la forza della collaborazione tra le generazioni. Tutto ciò rende lo spettacolo un evento artistico e un messaggio di vita che continua a coinvolgere ed emozionare».
Quest'anno le Serate di Nomadelfia allieteranno l'estate pugliese, come risposta all'incoraggiamento di Papa Francesco nella visita del 10 maggio scorso a Nomadelfia: «Di fronte a un mondo che talvolta è ostile agli ideali predicati da Cristo, non esitate a rispondere con la testimonianza gioiosa e serena della vostra vita, ispirata al Vangelo».
Nomadelfia (dal greco "legge di fraternità) è una popolazione composta da circa 300 persone, con sedi in Toscana e a Roma; 60 famiglie che tentano di mettere in pratica il Vangelo sullo stile delle prime comunità cristiane, che «avevano un cuor solo, un'anima sola. Nessuno considerava sua proprietà quello che aveva, infatti tra loro tutto era comune».