Cronaca
"Levante", in carcere Giordano: è stato il patron del Bitonto Calcio
Avrebbe ideato «il sistema illecito» per la creazione di ingenti capitali con «frodi fiscali e appropriazioni indebite»
Bitonto - mercoledì 16 febbraio 2022
10.35
75 persone arrestate (15 in carcere, 44 ai domiciliari, 14 destinatarie dell'obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria e 2 destinatarie di misure interdittive). Tra queste Francesco Giordano, 58 anni, imprenditore operante nel settore della somministrazione di manodopera alle aziende per la lavorazione delle carni.
L'uomo, già coinvolto in una precedente indagine della Procura di Milano, era secondo gli inquirenti «il promotore, il costitutore e il dirigente dell'associazione per delinquere». Avrebbe ideato «il sistema illecito finalizzato alla creazione di ingenti capitali, mediante la commissione di frodi fiscali ed appropriazioni indebite, da autoriciclare e riciclare attraverso il trasferimento a mezzo bonifici bancari ordinati a fronte dell'emissione di fatture oggettive e soggettivamente inesistenti».
L'imprenditore di Bitonto, operante nel settore della somministrazione di manodopera delle carni e già arrestato il 20 marzo 2018, era il dominus di un multiforme intreccio societario operante nell'hinterland milanese, ma organizzato e diretto dalla terra di Bari. L'uomo nella complessa dinamica finanziaria criminale sarebbe riuscito a procurarsi illecitamente ingenti proventi, quantificati in 26 milioni di euro attraverso la commissione di numerose frodi fiscali fra il 2014 e il al 2017.
Giordano, assieme a numerosi suoi sodali, avrebbe realizzato sontuosi profitti illeciti, da un lato omettendo sistematicamente il versamento dell'Iva e degli oneri previdenziali e assistenziali a debito delle società e poi procedendo a indebite compensazioni fiscali, il tutto con un ingegnoso sistema di infedeli dichiarazioni. Successivamente il denaro era "drenato" attraverso fittizi rapporti commerciali e finanziari con aziende di comodo, create al solo fine di riciclaggio, nel barese.
In più casi, inoltre, c'erano ingenti tranches di denaro contante, di quasi 4,5 milioni di euro. In particolare a novembre 2017 sono stati sequestrati oltre 3 milioni di euro nascosti nella muratura perimetrale di una lussuosa abitazione a Santo Spirito nella disponibilità dei parenti di Giordano. Nel dicembre 2017 furono anche sequestrati 816mila euro in un borsone custodito in alcune dimore di Giordano. Era un borsone del Bitonto Calcio 1921, in passato presieduto da Tina Aluiso.
Sono stati, durante gli anni, sequestrati oltre 700mila euro rinvenuti sui conti correnti bancari intestati ad alcune fra le società riconducibili a Giordano. Inoltre, per equivalente, tutti i beni mobili e immobili, rapporti finanziari di vario genere, nonché beni mobili suscettibili di valutazione economica nella sua disponibilità.
L'uomo, già coinvolto in una precedente indagine della Procura di Milano, era secondo gli inquirenti «il promotore, il costitutore e il dirigente dell'associazione per delinquere». Avrebbe ideato «il sistema illecito finalizzato alla creazione di ingenti capitali, mediante la commissione di frodi fiscali ed appropriazioni indebite, da autoriciclare e riciclare attraverso il trasferimento a mezzo bonifici bancari ordinati a fronte dell'emissione di fatture oggettive e soggettivamente inesistenti».
L'imprenditore di Bitonto, operante nel settore della somministrazione di manodopera delle carni e già arrestato il 20 marzo 2018, era il dominus di un multiforme intreccio societario operante nell'hinterland milanese, ma organizzato e diretto dalla terra di Bari. L'uomo nella complessa dinamica finanziaria criminale sarebbe riuscito a procurarsi illecitamente ingenti proventi, quantificati in 26 milioni di euro attraverso la commissione di numerose frodi fiscali fra il 2014 e il al 2017.
Giordano, assieme a numerosi suoi sodali, avrebbe realizzato sontuosi profitti illeciti, da un lato omettendo sistematicamente il versamento dell'Iva e degli oneri previdenziali e assistenziali a debito delle società e poi procedendo a indebite compensazioni fiscali, il tutto con un ingegnoso sistema di infedeli dichiarazioni. Successivamente il denaro era "drenato" attraverso fittizi rapporti commerciali e finanziari con aziende di comodo, create al solo fine di riciclaggio, nel barese.
In più casi, inoltre, c'erano ingenti tranches di denaro contante, di quasi 4,5 milioni di euro. In particolare a novembre 2017 sono stati sequestrati oltre 3 milioni di euro nascosti nella muratura perimetrale di una lussuosa abitazione a Santo Spirito nella disponibilità dei parenti di Giordano. Nel dicembre 2017 furono anche sequestrati 816mila euro in un borsone custodito in alcune dimore di Giordano. Era un borsone del Bitonto Calcio 1921, in passato presieduto da Tina Aluiso.
Sono stati, durante gli anni, sequestrati oltre 700mila euro rinvenuti sui conti correnti bancari intestati ad alcune fra le società riconducibili a Giordano. Inoltre, per equivalente, tutti i beni mobili e immobili, rapporti finanziari di vario genere, nonché beni mobili suscettibili di valutazione economica nella sua disponibilità.