Cronaca
Lite finita in tragedia: 68enne rinviato a giudizio per omicidio
Gaetano Sesto aveva sferrato il fendente mortale al petto di Giuseppe Muscatelli
Bitonto - venerdì 4 maggio 2018
Dovrà affrontare un processo per omicidio colposo aggravato da futili motivi il 68enne Gaetano Sesto che, il 16 agosto 2017, era stato ammanettato dopo aver sferrato una coltellata mortale a Giuseppe Muscatelli, che con la sua auto intralciava il traffico nel centro di Bitonto.
Il giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Bari, Francesco Agnino, ha deciso il rinvio a giudizio per omicidio colposo del presunto assassino: l'uomo, ex ferroviere in pensione, fu rintracciato in appena 24 ore dai Carabinieri della Compagnia di Molfetta diretti dal capitano Vito Ingrosso. Fu lui, secondo le indagini, a conficcare il coltello nell'emitorace destro del 25enne.
L'uomo prima negò di essere lui l'assassino, ma poi alla fine lo ammise consegnando ai militari il coltello usato. Agli inquirenti sua figlia, che al momento della discussione si trovava in auto assieme a una bambina, raccontò di quel pugno, sferrato o minacciato dal ragazzo, che avrebbe scatenato il raptus dell'anziano. A monte di tutto non ci sarebbe alcun rapporto pregresso, come inizialmente ipotizzato, ma un banale litigio per questioni di viabilità.
All'incrocio fra via Verdi e via Garibaldi, infatti, era ferma la Fiat Punto di Muscatelli, che da qualche minuto stava discutendo con l'occupante di un'altra vettura, dopo un piccolo tamponamento. I due si stavano attardando, fermi a centro strada, mentre si allungava la fila di auto impossibilitate e procedere. L'orario di chiusura negozi, peraltro, aggravava il volume del traffico in una strada del centro.
All'arrivo di Sesto con la sua Fiat Palio, raccontano alcuni testimoni, il ragazzo stava già discutendo con un altro automobilista infastidito per l'attesa. Il 68enne, allora, si sarebbe avvicinato e avrebbe detto a entrambi di spostarsi, di non perdere tempo in discussioni inutili e di lasciar passare le macchine. Ma, dicono i presenti, il ragazzo non avrebbe gradito l'intromissione e si sarebbe alterato ancora, scagliandosi contro l'anziano.
Sesto, a quel punto, sarebbe tornato in auto e avrebbe preso il coltello a scatto. Dopo aver colpito il ragazzo, avrebbe urlato ad altre persone presenti di spostare le auto e sarebbe poi scappato, mentre il giovane cercava aiuto nella parallela via della Repubblica, prima di accasciarsi a suolo. Trasportato all'ospedale San Paolo, morì poco dopo.
Le indagini, coordinate dal pubblico ministero di turno Larissa Catella, si concentrarono subito su alcune persone che corrispondevano alla descrizione fornita dai testimoni e possedevano auto simili alla Fiat Palio di Sesto. Nelle ore successive arrivò il fermo con l'accusa di omicidio volontario aggravato dai futili motivi, disposto dallo stesso pm.
Sesto, dunque, il prossimo 5 luglio, comparirà davanti alla Corte d'Assise di Bari. Durante l'iter processuale si sono costituiti parte civile al processo il padre, la madre e la sorella di Muscatelli: sono seguiti dall'avvocato Francesco Bonasia.
Il giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Bari, Francesco Agnino, ha deciso il rinvio a giudizio per omicidio colposo del presunto assassino: l'uomo, ex ferroviere in pensione, fu rintracciato in appena 24 ore dai Carabinieri della Compagnia di Molfetta diretti dal capitano Vito Ingrosso. Fu lui, secondo le indagini, a conficcare il coltello nell'emitorace destro del 25enne.
L'uomo prima negò di essere lui l'assassino, ma poi alla fine lo ammise consegnando ai militari il coltello usato. Agli inquirenti sua figlia, che al momento della discussione si trovava in auto assieme a una bambina, raccontò di quel pugno, sferrato o minacciato dal ragazzo, che avrebbe scatenato il raptus dell'anziano. A monte di tutto non ci sarebbe alcun rapporto pregresso, come inizialmente ipotizzato, ma un banale litigio per questioni di viabilità.
All'incrocio fra via Verdi e via Garibaldi, infatti, era ferma la Fiat Punto di Muscatelli, che da qualche minuto stava discutendo con l'occupante di un'altra vettura, dopo un piccolo tamponamento. I due si stavano attardando, fermi a centro strada, mentre si allungava la fila di auto impossibilitate e procedere. L'orario di chiusura negozi, peraltro, aggravava il volume del traffico in una strada del centro.
All'arrivo di Sesto con la sua Fiat Palio, raccontano alcuni testimoni, il ragazzo stava già discutendo con un altro automobilista infastidito per l'attesa. Il 68enne, allora, si sarebbe avvicinato e avrebbe detto a entrambi di spostarsi, di non perdere tempo in discussioni inutili e di lasciar passare le macchine. Ma, dicono i presenti, il ragazzo non avrebbe gradito l'intromissione e si sarebbe alterato ancora, scagliandosi contro l'anziano.
Sesto, a quel punto, sarebbe tornato in auto e avrebbe preso il coltello a scatto. Dopo aver colpito il ragazzo, avrebbe urlato ad altre persone presenti di spostare le auto e sarebbe poi scappato, mentre il giovane cercava aiuto nella parallela via della Repubblica, prima di accasciarsi a suolo. Trasportato all'ospedale San Paolo, morì poco dopo.
Le indagini, coordinate dal pubblico ministero di turno Larissa Catella, si concentrarono subito su alcune persone che corrispondevano alla descrizione fornita dai testimoni e possedevano auto simili alla Fiat Palio di Sesto. Nelle ore successive arrivò il fermo con l'accusa di omicidio volontario aggravato dai futili motivi, disposto dallo stesso pm.
Sesto, dunque, il prossimo 5 luglio, comparirà davanti alla Corte d'Assise di Bari. Durante l'iter processuale si sono costituiti parte civile al processo il padre, la madre e la sorella di Muscatelli: sono seguiti dall'avvocato Francesco Bonasia.