Cronaca
Lutto nel mondo della musica bitontina: è morto il dj Mimmo Tarantino
Da 30 anni conviveva con una malattia degenerativa. Tantissimi i ricordi di amici e colleghi
Bitonto - giovedì 11 maggio 2023
È morto a soli 51 anni, dopo una lunga malattia, Mimmo Tarantino, il dj bitontino, che è stato punto di riferimento per un'intera generazione. I ragazzini di allora - che Domenico ha aiutato e sostenuto - ora diventati uomini, si sono stretti in un lungo abbraccio immaginario, durante il rito funebre che è stato celebrato nel pomeriggio di ieri, 10 maggio 2023 presso la Chiesa di San Leucio.
«Era un vulcano di idee – ricorda Francesco Saponieri, amico e collega – non si è mai lasciato condizionare dalla sua disabilità. Dovremmo prendere esempio da Mimmo, nonostante le sue difficoltà, era sempre sorridente e regalava consigli». La sua fama valicava i confini italiani, tanto che, ieri sera, è stato commemorato dal dj spagnolo Horacio Peralta.
Mimmo era affetto, da oltre 30 anni, dalla distrofia muscolare, una malattia degenerativa, che lo ha costretto negli ultimi tempi alla sedia rotella. Eppure, il suo spirito non è mai cambiato «io, Massimo Pasculli, Luigi Mantovani, Gianni Lillo, Michele Picciariello, Giuseppe Villani, Gigi Savoni, Paky Fanelli dobbiamo tutto a lui – ha continuato Francesco – Mimmo e suo fratello Cosimo, furono i primi negli anni '90 a suonare a Bitonto, nelle due discoteche della città. Facevano uno dei primi prodotti di musica reggae su Radio One, suonando live. Tutto quello che ci piace fare ora, lo dobbiamo a loro».
«'Non è importante quanti dischi hai nella borsa, ma quale disco scegli per farli ballare', un insegnamento che da ragazzino mi ha cambiato la vita» ha ricordato Massimo Pasculli. Aveva una forza d'animo immensa, un grande coraggio, «la nostra amicizia dura da quarant'anni – ha invece ricordato Michele Castellano, amico di una vita - ho visto il corso della sua malattia, non c'è mai stato un momento in cui abbia perso la sua vitalità. Abbiamo imparato a conoscere la disabilità attraverso Mimmo».
La sua sensibilità verso la disabilità e l'amore per la musica, lo portarono ad organizzare, diversi anni fa, un evento in collaborazione con l'Unitalsi, nel quale a Bitonto, fu ospitato il gruppo Ladri di carrozzelle, proprio per dimostrare che la sua condizione e quella degli altri, non rappresentava un ostacolo, ma una ricchezza. «Quando Mimmo ha dovuto lasciare la consolle, non poteva più utilizzare le mani, cominciò a entrare in una fase depressiva. Gli segnalai i primi software, la tecnologia lo ha aiutato a superare quel momento buio. Faceva tutto con una mano, sarebbe bastato un mouse e avrebbe potuto suonare per ore. Era più vivo di molti di noi. Era un esempio di vita, di forza e di umiltà. Ci ha insegnato la Vita» ha concluso Francesco Saponieri.
«Era un vulcano di idee – ricorda Francesco Saponieri, amico e collega – non si è mai lasciato condizionare dalla sua disabilità. Dovremmo prendere esempio da Mimmo, nonostante le sue difficoltà, era sempre sorridente e regalava consigli». La sua fama valicava i confini italiani, tanto che, ieri sera, è stato commemorato dal dj spagnolo Horacio Peralta.
Mimmo era affetto, da oltre 30 anni, dalla distrofia muscolare, una malattia degenerativa, che lo ha costretto negli ultimi tempi alla sedia rotella. Eppure, il suo spirito non è mai cambiato «io, Massimo Pasculli, Luigi Mantovani, Gianni Lillo, Michele Picciariello, Giuseppe Villani, Gigi Savoni, Paky Fanelli dobbiamo tutto a lui – ha continuato Francesco – Mimmo e suo fratello Cosimo, furono i primi negli anni '90 a suonare a Bitonto, nelle due discoteche della città. Facevano uno dei primi prodotti di musica reggae su Radio One, suonando live. Tutto quello che ci piace fare ora, lo dobbiamo a loro».
«'Non è importante quanti dischi hai nella borsa, ma quale disco scegli per farli ballare', un insegnamento che da ragazzino mi ha cambiato la vita» ha ricordato Massimo Pasculli. Aveva una forza d'animo immensa, un grande coraggio, «la nostra amicizia dura da quarant'anni – ha invece ricordato Michele Castellano, amico di una vita - ho visto il corso della sua malattia, non c'è mai stato un momento in cui abbia perso la sua vitalità. Abbiamo imparato a conoscere la disabilità attraverso Mimmo».
La sua sensibilità verso la disabilità e l'amore per la musica, lo portarono ad organizzare, diversi anni fa, un evento in collaborazione con l'Unitalsi, nel quale a Bitonto, fu ospitato il gruppo Ladri di carrozzelle, proprio per dimostrare che la sua condizione e quella degli altri, non rappresentava un ostacolo, ma una ricchezza. «Quando Mimmo ha dovuto lasciare la consolle, non poteva più utilizzare le mani, cominciò a entrare in una fase depressiva. Gli segnalai i primi software, la tecnologia lo ha aiutato a superare quel momento buio. Faceva tutto con una mano, sarebbe bastato un mouse e avrebbe potuto suonare per ore. Era più vivo di molti di noi. Era un esempio di vita, di forza e di umiltà. Ci ha insegnato la Vita» ha concluso Francesco Saponieri.