Cronaca
Mafia foggiana: a processo a Bitonto il boss Rocco Moretti
Chiesti 56 anni di carcere per lui e i suoi sodali
Bitonto - venerdì 22 marzo 2019
11.29
Sarebbe il mandante di un tentativo di estorsione ai danni di un imprenditore foggiano - taglieggiato per anni con minacce a famigliari e dipendenti, uno dei quali addirittura trucidato per strada a colpi di kalašnikov – il 68enne Rocco Moretti, a processo a Bitonto insieme ai suoi presunti sodali. In tutto le richieste di pene per gli imputati ammontano a 56 anni di carcere. Stando a quanto riferito dai pm nell'aula bunker del tribunale bitontino, gli indagati avrebbero inutilmente preteso dall'imprenditore una tangente di 200mila euro per non essersi ritirato dall'acquisto di terreni comunali a Borgo Incoronata, periferia di Foggia.
Proprio il rifiuto dell'imprenditore avrebbe dato il via a una serie di intimidazioni e minacce, rivolte anche ai familiari della vittima, culminate nell'omicidio Matteo Lombardozzi, un pregiudicato 50enne sanseverese suo dipendente, ammazzato in un'area di servizio sulla statale 16 tra San Severo e Foggia. L'uomo, all'epoca in semi libertà, stava tornando in carcere quando alcuni sicari lo trucidarono a colpi di kalashnikov. Solo due giorni dopo arrivò la denuncia dell'imprenditore che portò in carcere Moretti e Domenico Valentini, classe '72. Secondo gli inquirenti Lombardozzi si sarebbe "messo in mezzo" per difendere l'imprenditore. L'estorsione rientrerebbe in ogni caso nelle lotte dei clan garganici e di Capitanata per impadronirsi del traffico di stupefacenti della zona che frutta diversi milioni di euro alla malavita.
Proprio il rifiuto dell'imprenditore avrebbe dato il via a una serie di intimidazioni e minacce, rivolte anche ai familiari della vittima, culminate nell'omicidio Matteo Lombardozzi, un pregiudicato 50enne sanseverese suo dipendente, ammazzato in un'area di servizio sulla statale 16 tra San Severo e Foggia. L'uomo, all'epoca in semi libertà, stava tornando in carcere quando alcuni sicari lo trucidarono a colpi di kalashnikov. Solo due giorni dopo arrivò la denuncia dell'imprenditore che portò in carcere Moretti e Domenico Valentini, classe '72. Secondo gli inquirenti Lombardozzi si sarebbe "messo in mezzo" per difendere l'imprenditore. L'estorsione rientrerebbe in ogni caso nelle lotte dei clan garganici e di Capitanata per impadronirsi del traffico di stupefacenti della zona che frutta diversi milioni di euro alla malavita.