Cronaca
Mafia, processo "Pandora" bis: decimati i clan Diomede e Mercante
Confermate le condanne al boss bitontino Domenico Conte (7 anni) e a Giuseppe Antuofermo (10 anni e 4 mesi)
Bitonto - sabato 20 luglio 2024
10.20
8 condanne riformulate, su 18 imputati alla sbarra, nel processo bis della maxi operazione "Pandora", nato dall'indagine che richiama il vaso della mitologia greca in cui sarebbero stati racchiusi i mali della mafia barese degli ultimi 15 anni. Per loro la Corte di Cassazione aveva deciso un rinvio alla Corte di Appello di Bari.
Il 22 novembre per 33 imputati sono diventate definitive le condanne della Cassazione, mentre per altri 17 gli ermellini hanno rinviato la decisione in Appello. Ieri i giudici (presidente Francesca La Malfa) hanno riformulato le condanne per 8 imputati. Su tutti spiccano i nomi di Nicola Diomede, condannato a 2 anni e che in continuazione con altre pene dovrà scontare 30 anni e suo fratello Giuseppe: condannato a 6 anni, in continuazione con altre pene ha rimediato 9 anni e 9 mesi.
Fra gli altri 2 anni e 8 mesi per Alessandro Abbrescia, 4 anni per Giuseppe Catalano e per Giuseppe Cutrignelli, 2 anni e 4 mesi per Saverio Marella (complessivi 10 anni e 4 mesi), 3 anni per Domenico Ottomano (complessivamente 9 anni e 8 mesi) e, infine, 10 mesi per Francesco Rizzi (totale 5 anni e 10 mesi). Rigettato il giudizio di secondo grado per Francesco Di Liddo, mentre per Domenico Conte la Cassazione aveva stabilito il rinvio per la misura di sicurezza: restano i 7 anni.
Confermate, invece, le condanne di secondo grado a carico di Giacomo Anaclerio (13 anni), Giuseppe Antuofermo (10 anni e 4 mesi), Cosimo Cecconi (7 anni e 10 giorni), il boss Domenico Conte (7 anni), Nicola Favia (7 anni), Domenico Mangiatordi (3 anni e 6 mesi), Domenico Pupillo (4 anni e 8 mesi), Giovanni Scotella (8 anni) e Antonio Vacca (5 anni e 4 mesi). Tutte queste condanne, però, a sei anni dal maxi blitz (risale al 18 giugno 2018) non sono ancora del tutto definitive.
Le due sentenze di primo grado, poi appellate, erano state pronunciate dal Tribunale di Bari il 18 febbraio 2020 e il 21 giugno 2021. Il secondo grado, infine, si era concluso il 17 giugno 2022. L'indagine dei Carabinieri del Raggruppamento Operativo Speciale, retta dai pubblici ministeri antimafia Giuseppe Gatti, Lidia Giorgio e Renato Nitti, è stata denominata "Pandora", come il vaso della mitologia greca nel quale sarebbero racchiusi tutti i mali della mafia barese degli ultimi 15 anni.
In 12 anni di indagini, gli inquirenti hanno ricostruito le ramificazioni dei due clan, federati tra loro, nell'intera regione, da Bitonto a San Severo, passando per altri comuni, e hanno poi accertato collegamenti con le altre organizzazioni criminali pugliesi, oltre a rapporti commerciali con 'Ndrangheta, Cosa Nostra e Camorra.
Il 22 novembre per 33 imputati sono diventate definitive le condanne della Cassazione, mentre per altri 17 gli ermellini hanno rinviato la decisione in Appello. Ieri i giudici (presidente Francesca La Malfa) hanno riformulato le condanne per 8 imputati. Su tutti spiccano i nomi di Nicola Diomede, condannato a 2 anni e che in continuazione con altre pene dovrà scontare 30 anni e suo fratello Giuseppe: condannato a 6 anni, in continuazione con altre pene ha rimediato 9 anni e 9 mesi.
Fra gli altri 2 anni e 8 mesi per Alessandro Abbrescia, 4 anni per Giuseppe Catalano e per Giuseppe Cutrignelli, 2 anni e 4 mesi per Saverio Marella (complessivi 10 anni e 4 mesi), 3 anni per Domenico Ottomano (complessivamente 9 anni e 8 mesi) e, infine, 10 mesi per Francesco Rizzi (totale 5 anni e 10 mesi). Rigettato il giudizio di secondo grado per Francesco Di Liddo, mentre per Domenico Conte la Cassazione aveva stabilito il rinvio per la misura di sicurezza: restano i 7 anni.
Confermate, invece, le condanne di secondo grado a carico di Giacomo Anaclerio (13 anni), Giuseppe Antuofermo (10 anni e 4 mesi), Cosimo Cecconi (7 anni e 10 giorni), il boss Domenico Conte (7 anni), Nicola Favia (7 anni), Domenico Mangiatordi (3 anni e 6 mesi), Domenico Pupillo (4 anni e 8 mesi), Giovanni Scotella (8 anni) e Antonio Vacca (5 anni e 4 mesi). Tutte queste condanne, però, a sei anni dal maxi blitz (risale al 18 giugno 2018) non sono ancora del tutto definitive.
Le due sentenze di primo grado, poi appellate, erano state pronunciate dal Tribunale di Bari il 18 febbraio 2020 e il 21 giugno 2021. Il secondo grado, infine, si era concluso il 17 giugno 2022. L'indagine dei Carabinieri del Raggruppamento Operativo Speciale, retta dai pubblici ministeri antimafia Giuseppe Gatti, Lidia Giorgio e Renato Nitti, è stata denominata "Pandora", come il vaso della mitologia greca nel quale sarebbero racchiusi tutti i mali della mafia barese degli ultimi 15 anni.
In 12 anni di indagini, gli inquirenti hanno ricostruito le ramificazioni dei due clan, federati tra loro, nell'intera regione, da Bitonto a San Severo, passando per altri comuni, e hanno poi accertato collegamenti con le altre organizzazioni criminali pugliesi, oltre a rapporti commerciali con 'Ndrangheta, Cosa Nostra e Camorra.