Attualità
Maradona e il campione del mondo con i nonni di Bitonto
Pedro Pablo Pasculli ricorda il mito del calcio scomparso con cui ha alzato la Coppa del Mondo nell'86'
Bitonto - sabato 28 novembre 2020
05.45
C'è una linea sottile che lega Bitonto ai campioni del mondo dell'Argentina del 1986 e alla recente scomparsa del mito della nazionale albiceleste, Diego Armando Maradona. È la linea che passa attraverso l'albero genealogico di un altro dei campioni di quella leggendaria impresa sportiva, Pedro Pablo Pasculli, il cui passato è legato, notoriamente, alla Puglia e a Lecce in particolare, di cui è stato indimenticato bomber. E a un passato probabilmente meno noto ma certamente non meno importante che lo lega saldamente anche a Bitonto. I suoi nonni infatti sono nati a Bitonto e all'ombra del Torrione hanno vissuto fino alla giovinezza, quando hanno poi deciso di acquistare il loro biglietto di sola andata per il Sudamerica, dove hanno trovato la loro strada. Senza quella scelta, certamente, la storia sportiva recente del Lecce sarebbe stata diversa, ma probabilmente anche quella della Selecciòn argentina, che attorno alla grande amicizia di Pasculli e Maradona ha costruito il gruppo dei giocatori di mister Bilardo.
Pasculli - che in quel mondiale segnò il gol decisivo contro l'Uruguay che consentì a Maradona & company di superare gli Ottavi di finale - è ancora incredulo davanti alla morte del "pibe de oro", di cui era amico intimo, oltre ad aver condiviso gli anni nell'Argentinos Junior, nella nazionale argentina e nel Newell's Old Boys. «Non ci sono parole per descrivere quello che sto provando in questo momento – ha detto ancora sconvolto - È venuto a mancare il numero uno, un amico, una persona che stimavo, un leader, un compagno. Io ricorderò prima la persona e poi il calciatore. Era una persona eccezionale, io ho avuto la fortuna di conoscerlo bene anche oltre il campo. Lontano dal terreno di gioco era un uomo umile che non ha mai fatto pesare la sua grandezza. Diego non si arrabbiava mai, è stato un giocatore eccezionale, ma soprattutto una persona con un cuore immenso».
«Ha passato tutta la sua vita ad aiutare gli altri – prosegue il racconto di Pasculli - mai una parola fuori posto con un compagno in difficoltà, sempre pronto a sostenere tutti, nonostante potesse dare lezioni a chiunque. Purtroppo nella vita ha dimenticato di volere bene solo a una persona: se stesso. Si è maltrattato per tanti anni e alla fine ci ha lasciati. È un giorno triste per tutti».
Pasculli - che in quel mondiale segnò il gol decisivo contro l'Uruguay che consentì a Maradona & company di superare gli Ottavi di finale - è ancora incredulo davanti alla morte del "pibe de oro", di cui era amico intimo, oltre ad aver condiviso gli anni nell'Argentinos Junior, nella nazionale argentina e nel Newell's Old Boys. «Non ci sono parole per descrivere quello che sto provando in questo momento – ha detto ancora sconvolto - È venuto a mancare il numero uno, un amico, una persona che stimavo, un leader, un compagno. Io ricorderò prima la persona e poi il calciatore. Era una persona eccezionale, io ho avuto la fortuna di conoscerlo bene anche oltre il campo. Lontano dal terreno di gioco era un uomo umile che non ha mai fatto pesare la sua grandezza. Diego non si arrabbiava mai, è stato un giocatore eccezionale, ma soprattutto una persona con un cuore immenso».
«Ha passato tutta la sua vita ad aiutare gli altri – prosegue il racconto di Pasculli - mai una parola fuori posto con un compagno in difficoltà, sempre pronto a sostenere tutti, nonostante potesse dare lezioni a chiunque. Purtroppo nella vita ha dimenticato di volere bene solo a una persona: se stesso. Si è maltrattato per tanti anni e alla fine ci ha lasciati. È un giorno triste per tutti».