Cultura, Eventi e Spettacolo
Natale a Bitonto: «Sterile gara a chi "conquista" questo o l'altro bando»
La lettera inviata alla redazione da un gruppo di bitontini
Bitonto - giovedì 5 dicembre 2024
"Lettera aperta: Bitonto e il Natale, tra delusione e speranze". Si intitola così la lunga lettera inviata alla stampa da un gruppo di bitontini, che vuole dire la propria in merito alle prossime festività natalizie.
«Siamo un gruppo di cittadini di Bitonto che, con grande amarezza, assiste al declino di quella che dovrebbe essere una delle festività più sentite e partecipate della nostra comunità. Il Natale a Bitonto, da ormai due anni, sembra essersi trasformato in un triste "buco nero", fatto di lotte fratricide e polemiche che nulla hanno a che vedere con lo spirito natalizio. Altro che "siamo tutti più buoni": tutto ciò che ci viene comunicato è una sterile gara a chi "conquista" questo o quell'altro bando, in un susseguirsi di rivalità che inevitabilmente lasciano indietro qualcuno».
«Ogni anno si ripete lo stesso copione: bandi onnicomprensivi che raggruppano tutte le associazioni locali sotto un unico "cavallo di Troia". Un meccanismo che, di per sé, non sarebbe sbagliato, se fosse pensato per valorizzare davvero l'originalità del nostro territorio. Siamo stanchi di luminarie anonime, prive di identità, che sembrano uscite da un centro commerciale e che nulla hanno a che fare con la tradizione bitontina - prosegue la lettera -. Siamo contenti che i commercianti locali vogliano investire per dare un contributo alla città, ma perché non investire sul capitale umano? Perché, invece, non investire sui nostri artigiani? Perché non coinvolgere ricamatrici, lavoratori dell'uncinetto o altri talenti locali per creare decorazioni uniche e artigianali? Un simile progetto non solo renderebbe il Natale più autentico, ma favorirebbe anche l'aggregazione sociale e la valorizzazione del nostro patrimonio umano».
«La scritta "Xmas – Love" (che poi che significa in traduzione letterale?) davanti alla villa comunale, poi, è l'ennesima dimostrazione di come Bitonto stia diventando il "mercato americano" di Bari, riproponendo decorazioni già scartate nel capoluogo, come ad esempio la casa di Babbo Natale dello scorso anno, già utilizzata l'anno prima a Bari in piazza del Ferrarese. L'anno scorso questa scritta era sul lungomare barese e creò le stesse polemiche lette in questi giorni sui social, in cui si faceva richiamo e riferimento alla Decima Mas, il reparto dei mezzi d'assalto della Marina italiana nel marzo del 1941 assunse la denominazione di X flottiglia Mas, dal motto dannunziano «Memento audere semper». E che, dopo l'armistizio, continuò a combattere al fianco del Terzo Reich. Beh, sì. Faremmo altri tipi di commenti sulla "Marina" nostra, Santo Spirito: e pure quella ci è stata tolta da Bari. Possibile che la nostra città non sia in grado di proporre qualcosa di nuovo, originale, che rispecchi la sua identità storica e culturale?», chiede il gruppo di cittadini.
«Anche quest'anno, ci troviamo a vivere un Natale pieno di improvvisazione: un calendario degli eventi approssimativo, comunicazioni fatte all'ultimo minuto tramite gruppi WhatsApp e locandine che sembrano uscite dagli anni '90. È questa la qualità che merita Bitonto? Il nostro sindaco ha dichiarato di recente: "Bari cresce quando cresce il territorio vicino. C'è 'mamma Bari' e poi ci siamo noi". Ma noi crediamo che, prima di pensare a far crescere Bari, dovremmo occuparci di far crescere Bitonto. Siamo una città ricca di tradizioni, storia e arte. Guardiamo al nostro campanile, sì, e facciamola suonare la nostra campana: ma che sia una campana autentica, non quella di peluches che oggi domina piazza Marconi. Il Natale dovrebbe essere un momento di unione e condivisione, non di divisioni e sterili polemiche. Facciamo un passo indietro per riflettere su ciò che davvero vogliamo per Bitonto: una comunità che guarda al futuro senza dimenticare il suo passato, che valorizza la sua gente e il suo talento, e che celebra le festività con un cuore autentico, non con decorazioni di plastica e idee riciclate», conclude la missiva.
«Siamo un gruppo di cittadini di Bitonto che, con grande amarezza, assiste al declino di quella che dovrebbe essere una delle festività più sentite e partecipate della nostra comunità. Il Natale a Bitonto, da ormai due anni, sembra essersi trasformato in un triste "buco nero", fatto di lotte fratricide e polemiche che nulla hanno a che vedere con lo spirito natalizio. Altro che "siamo tutti più buoni": tutto ciò che ci viene comunicato è una sterile gara a chi "conquista" questo o quell'altro bando, in un susseguirsi di rivalità che inevitabilmente lasciano indietro qualcuno».
«Ogni anno si ripete lo stesso copione: bandi onnicomprensivi che raggruppano tutte le associazioni locali sotto un unico "cavallo di Troia". Un meccanismo che, di per sé, non sarebbe sbagliato, se fosse pensato per valorizzare davvero l'originalità del nostro territorio. Siamo stanchi di luminarie anonime, prive di identità, che sembrano uscite da un centro commerciale e che nulla hanno a che fare con la tradizione bitontina - prosegue la lettera -. Siamo contenti che i commercianti locali vogliano investire per dare un contributo alla città, ma perché non investire sul capitale umano? Perché, invece, non investire sui nostri artigiani? Perché non coinvolgere ricamatrici, lavoratori dell'uncinetto o altri talenti locali per creare decorazioni uniche e artigianali? Un simile progetto non solo renderebbe il Natale più autentico, ma favorirebbe anche l'aggregazione sociale e la valorizzazione del nostro patrimonio umano».
«La scritta "Xmas – Love" (che poi che significa in traduzione letterale?) davanti alla villa comunale, poi, è l'ennesima dimostrazione di come Bitonto stia diventando il "mercato americano" di Bari, riproponendo decorazioni già scartate nel capoluogo, come ad esempio la casa di Babbo Natale dello scorso anno, già utilizzata l'anno prima a Bari in piazza del Ferrarese. L'anno scorso questa scritta era sul lungomare barese e creò le stesse polemiche lette in questi giorni sui social, in cui si faceva richiamo e riferimento alla Decima Mas, il reparto dei mezzi d'assalto della Marina italiana nel marzo del 1941 assunse la denominazione di X flottiglia Mas, dal motto dannunziano «Memento audere semper». E che, dopo l'armistizio, continuò a combattere al fianco del Terzo Reich. Beh, sì. Faremmo altri tipi di commenti sulla "Marina" nostra, Santo Spirito: e pure quella ci è stata tolta da Bari. Possibile che la nostra città non sia in grado di proporre qualcosa di nuovo, originale, che rispecchi la sua identità storica e culturale?», chiede il gruppo di cittadini.
«Anche quest'anno, ci troviamo a vivere un Natale pieno di improvvisazione: un calendario degli eventi approssimativo, comunicazioni fatte all'ultimo minuto tramite gruppi WhatsApp e locandine che sembrano uscite dagli anni '90. È questa la qualità che merita Bitonto? Il nostro sindaco ha dichiarato di recente: "Bari cresce quando cresce il territorio vicino. C'è 'mamma Bari' e poi ci siamo noi". Ma noi crediamo che, prima di pensare a far crescere Bari, dovremmo occuparci di far crescere Bitonto. Siamo una città ricca di tradizioni, storia e arte. Guardiamo al nostro campanile, sì, e facciamola suonare la nostra campana: ma che sia una campana autentica, non quella di peluches che oggi domina piazza Marconi. Il Natale dovrebbe essere un momento di unione e condivisione, non di divisioni e sterili polemiche. Facciamo un passo indietro per riflettere su ciò che davvero vogliamo per Bitonto: una comunità che guarda al futuro senza dimenticare il suo passato, che valorizza la sua gente e il suo talento, e che celebra le festività con un cuore autentico, non con decorazioni di plastica e idee riciclate», conclude la missiva.