Cronaca
Nel crollo di Marsiglia perde la vita Maguette, ospite del centro di accoglienza di Bitonto
In una intervista la sua storia di coraggio e speranza
Bitonto - sabato 10 novembre 2018
8.32
C'è anche Maguette, il 24enne artista senegalese per mesi ospite dello Sprar di Bitonto, tra le vittime del crollo delle palazzine di Marsiglia, avvenuto lo scorso lunedì 5 novembre in Francia. A confermarlo anche i messaggi, commossi, di alcuni operatori del Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati bitontini. «Questo ragazzo, proveniente dal Senegal – racconta Luana - è stato ospite dello Sprar di Bitonto per svariati mesi, abbiamo avuto la fortuna di conoscerlo, rispettoso, educato e volenteroso. Ci rammarica tanto la sua scomparsa causata dal crollo delle palazzine a Marsiglia. Per sempre nei nostri cuori».
Dopo i mesi passati a Bitonto, Maguette era stato spostato a Corato, e anche la sua nuova città gli era rimasta nel cuore, quando partì per Milano e successivamente per Marsiglia. Il suo estro artistico era rimasto particolarmente impresso nella mente di Maria, la sua insegnante di italiano a scuola, qui a Corato. Maguette aveva lasciato il segno, ospite del centro di accoglienza di Corato. Andava a scuola e aveva dei sogni, ma purtroppo la sua vita si è spenta a Marsiglia, nel crollo delle palazzine.
Aveva lasciato la sua terra per migliorare la sua vita che si è spezzata precocemente nel disastro di rue d'Aubagne, nel quartiere di Noailles, nel centro storico di Marsiglia.
In una intervista, realizzata dal centro di accoglienza in cui era ospitato, Maguette aveva parlato di sè, della sua vita e della sua permanenza a Corato. E viene naturale ricordarlo con le sue stesse parole che, lette oggi, fanno molto riflettere. Diceva, infatti: «Io mi trovo bene qui in Italia ma sento che c'è un forte razzismo».
«Vengo dal Senegal, ho 24 anni. Vivevo con mia nonna che ha 113 anni perché i miei sono separati. Una delle cose che mi rende felice è sentire mia madre al telefono.
Lei spesso accoglie in casa i miei amici, così ogni tanto riesco a sentire anche loro. Mi mancano molto i miei amici, quelli con cui ho condiviso la mia infanzia.
Eravamo sempre insieme, quelli sì che sono veri amici.
Io per esempio posso stringere la mano a qualcuno qui che conosco appena, ma so che infondo non sarà mai un mio amico, così come lo sono i miei amici del Senegal. Per essere mio amico, lui deve fare qualcosa di serio con me.
In Senegal ho due sorelle gemelle, sono identiche, hanno 11 anni e studiano. Ho anche due fratelli, uno ha frequentato la scuola superiore e lavora in un Call center, l'altro è in Francia.
Io mi trovo bene qui in Italia ma sento che c'è un forte razzismo. Eppure, quando con il Centro di Accoglienza abbiamo partecipato alla sfilata di Carnevale a Corato non abbiamo avuto problemi, eravamo tutti felici e vedevamo che la gente rideva e si divertiva insieme a noi».
Dopo i mesi passati a Bitonto, Maguette era stato spostato a Corato, e anche la sua nuova città gli era rimasta nel cuore, quando partì per Milano e successivamente per Marsiglia. Il suo estro artistico era rimasto particolarmente impresso nella mente di Maria, la sua insegnante di italiano a scuola, qui a Corato. Maguette aveva lasciato il segno, ospite del centro di accoglienza di Corato. Andava a scuola e aveva dei sogni, ma purtroppo la sua vita si è spenta a Marsiglia, nel crollo delle palazzine.
Aveva lasciato la sua terra per migliorare la sua vita che si è spezzata precocemente nel disastro di rue d'Aubagne, nel quartiere di Noailles, nel centro storico di Marsiglia.
In una intervista, realizzata dal centro di accoglienza in cui era ospitato, Maguette aveva parlato di sè, della sua vita e della sua permanenza a Corato. E viene naturale ricordarlo con le sue stesse parole che, lette oggi, fanno molto riflettere. Diceva, infatti: «Io mi trovo bene qui in Italia ma sento che c'è un forte razzismo».
«Vengo dal Senegal, ho 24 anni. Vivevo con mia nonna che ha 113 anni perché i miei sono separati. Una delle cose che mi rende felice è sentire mia madre al telefono.
Lei spesso accoglie in casa i miei amici, così ogni tanto riesco a sentire anche loro. Mi mancano molto i miei amici, quelli con cui ho condiviso la mia infanzia.
Eravamo sempre insieme, quelli sì che sono veri amici.
Io per esempio posso stringere la mano a qualcuno qui che conosco appena, ma so che infondo non sarà mai un mio amico, così come lo sono i miei amici del Senegal. Per essere mio amico, lui deve fare qualcosa di serio con me.
In Senegal ho due sorelle gemelle, sono identiche, hanno 11 anni e studiano. Ho anche due fratelli, uno ha frequentato la scuola superiore e lavora in un Call center, l'altro è in Francia.
Io mi trovo bene qui in Italia ma sento che c'è un forte razzismo. Eppure, quando con il Centro di Accoglienza abbiamo partecipato alla sfilata di Carnevale a Corato non abbiamo avuto problemi, eravamo tutti felici e vedevamo che la gente rideva e si divertiva insieme a noi».