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Oggi a Bitonto la Via Crucis “TerraTerra” nella chiesa di San Domenico
Un recital per ripercorrere il cammino doloroso di Cristo verso il Golgota
Bitonto - sabato 13 aprile 2019
10.26
Si terrà questa sera a partire dalle 19,30 il recital la "Via Crucis TerraTerra", una lettura del poeta Lino Angiulli che l'ha composta e portata in diverse città pugliesi. Insieme all'attore Lino Di Turi, Angiulli cerca di rendere il senso della fede della gente comune, in un'interpretazione "moderna" di uno dei momenti più intensi di tutta la liturgia cristiana. L'iniziativa è stata organizzata dall'Associazione culturale "Cenacolo dei Poeti", del presidente Pasquale Rienzo, in collaborazione con l'Arciconfraternita del Santissimo Rosario , priore Pasquale Cariello segretario Domenico Ferrovecchio, e dalla Confraternita Monte dei Morti della Misericordia, commissario Maurizio De Fano. L'iniziativa è inserita nel programma "Settimana Santa in Puglia" cui aderisce il Comune di Bitonto con il Parco delle Arti , e rappresenta la tappa bitontina del tour "pasquale" di Lino Angiuli che quest'anno prevede anche chiese di Turi, Castellana e Conversano. Bitonto è stata inserita grazie all'intervento della socia del cenacolo Antonella Fiorio dottoressa in Scienze Storiche con formazione letteraria, che ha incontrato Lino Angiuli durante un corso del professor Daniele Maria Pegorari, docente di letteratura contemporanea presso l'Università di Bari.
«La tappa bitontina del recital ha un significato particolare – spiegano gli organizzatori - perché cade alla vigilia della domenica delle Palme, giorno in cui l'Arciconfraternita del Santissimo Rosario e la confraternita Monte dei Morti della Misericordia si accingono a preparare i Misteri, 8 opere d'arte scultorea lignea realizzate tra il XVII e il XIX secolo, di notevole pregio storico artistico oltre che religioso, periodicamente restaurate, custodite nella monumentale Cappella dei Misteri adiacente alla splendida San Domenico cuore della Settimana Santa bitontina: "Quadri" della Via Crucis che nel Venerdì Santo attraversano la città in composta ed orante processione sin dal lontano 1714. Misteri della "festa del dolore" che "nutriranno" la lettura e che Lino Angiuli, teorizzatore della poetica post-rurale con Raffaele Nigro, saprà senz'altro cogliere e trasferire nella propria ricerca interiore. Ricordiamo a tal proposito le suggestioni bitontine della settimana santa "finite" dentro i versi editi del poeta Silvio Raffo, ospite del cenacolo nelle scorse quaresime. L'impegno del cenacolo dei poeti per la settimana santa non è nuovo: ricordiamo negli scorsi anni la rappresentazione in san Leucio vecchia di "Va a lo Chalvario", antica laude bitontina del giovedì santo ritrovata dal prof. Stefano Milillo negli archivi diocesani e pubblicata nel suo libro "Confraternite ed associazioni laicali a Bitonto". La lauda fu già rappresentata da Michele Noviello e Marino Pagano in san Luca; successivamente letta da Nicola Abbondanza in san Leucio vecchia e poi musicata su commissione del cenacolo dal maestro Adriano Morea, che la eseguì con l'organista Francesco Cannito e la cantante Anna Mila Stella. Il fil roug che lega la rappresentazione delle laudi, composizioni poetiche medievali che diedero un forte impulso sia alla formazione della lingua italiana sia alle prime forme del teatro moderno europeo, i Misteri di età moderna, la via crucis terra terra di età contemporanea, è motivo di indagine dell'associazione proponente che intende offrire il proprio apporto letterario alle manifestazioni quaresimali giustamente dominate dalla musica e dalle marce funebri».
Alessandro Cobianchi, ufficio stampa della " Di Pagina edizioni" che ha prodotto l'opera, ha fatto notare come «il testo di Angiuli "via crucis terra terra" abbia conosciuto fortunate collaborazioni e letture, tra cui ricordiamo quella con la cantante e attrice Maria Giaquinto».
«Il gran teatro della via Crucis – scrive il poeta Davide Rondoni nella prefazione - ha strappato parole di bocca a tanti poeti… ora arriva "Nennella" la serva, e arrivano le altre voci, le imprecazioni, gli sconforti che Angiuli porta in scena, in un lessico arcaico e presentissimo, in una lingua locale e universale per la spezia di dolore e invenzione da cui è segnata. (…) La vera sacra rappresentazione è rappresentazione "terraterra". Mistica e popolare, come nella vena vera della cultura italiana. Poiché la terra qui, anche se solo accennata, è la terra vera, reale, carnale della vita dello scrivente. In questo lavoro c'è proprio la "sacra rappresentazione terraterra", mistica e popolare, che in 14 stazioni inscena il punto di vista di uno spettatore occasionale - uno qualunque, di passaggio -, ma capace di guardare con cuore e occhi spalancati alla passione di un Innocente. Uno sguardo inedito, sincero e intenso».
Lino Angiuli (1946) è nato, vive e scrive in Terra di Bari. Collaboratore dei Servizi culturali della Rai e di quotidiani, spesso presente sulla Gazzetta del Mezzogiorno, ha contribuito a fondare collane editoriali e riviste letterarie, tra le quali il semestrale "Incroci". Con tredici raccolte poetiche in lingua italiana e dialettale, la sua produzione è considerata nell'ambito di manuali scolastici ed enciclopedie, nonché in ambito universitario. Numerosi i riconoscimenti e le traduzioni. Molti i suoi lavori sul versante della valorizzazione della cultura popolare.
Lino Di Turi è nato a Valenzano nel 1943, dove vive ed opera. Già direttore artistico dello studio di fonoproduzione A.L.A., che svolgeva prevalentemente attività di recupero della cultura orale sul territorio, si occupa ora di stesura di testi teatrali ad indirizzo didattico, tesorizzando le esperienze pedagogiche dell'Istituto di sperimentazione scolastica, dove è stato impiegato (già I.R.R.S.A.E. Puglia oggi I.R.R.E.). È altresì impegnato in attività teatrali in qualità di attore, regista ed autore.
«Il Cenacolo – scrivono ancora gli organizzatori - ringrazia il padre spirituale don Ciccio Acquafredda, il priore dell'Arciconfraternita Pasquale Cariello, il segretario Domenico Ferrovecchio, il signor Pasquale Acquafredda e tutto il consiglio di amministrazione, il signor Tommaso Valeriano ed i portatori, Maurizio De Fano, l'editore Piero Cappelli e l'ufficio stampa delle edizioni "di Pagina" Alessandro Cobianchi, la dottoressa Antonella Fiorio. Il socio onorario Pasquale Fallacara attento studioso di storia locale. Il service audio Sergio Schiavone dei Sound Messanger, e soprattutto Lino Angiuli che il cenacolo "insegue" da anni».
«La tappa bitontina del recital ha un significato particolare – spiegano gli organizzatori - perché cade alla vigilia della domenica delle Palme, giorno in cui l'Arciconfraternita del Santissimo Rosario e la confraternita Monte dei Morti della Misericordia si accingono a preparare i Misteri, 8 opere d'arte scultorea lignea realizzate tra il XVII e il XIX secolo, di notevole pregio storico artistico oltre che religioso, periodicamente restaurate, custodite nella monumentale Cappella dei Misteri adiacente alla splendida San Domenico cuore della Settimana Santa bitontina: "Quadri" della Via Crucis che nel Venerdì Santo attraversano la città in composta ed orante processione sin dal lontano 1714. Misteri della "festa del dolore" che "nutriranno" la lettura e che Lino Angiuli, teorizzatore della poetica post-rurale con Raffaele Nigro, saprà senz'altro cogliere e trasferire nella propria ricerca interiore. Ricordiamo a tal proposito le suggestioni bitontine della settimana santa "finite" dentro i versi editi del poeta Silvio Raffo, ospite del cenacolo nelle scorse quaresime. L'impegno del cenacolo dei poeti per la settimana santa non è nuovo: ricordiamo negli scorsi anni la rappresentazione in san Leucio vecchia di "Va a lo Chalvario", antica laude bitontina del giovedì santo ritrovata dal prof. Stefano Milillo negli archivi diocesani e pubblicata nel suo libro "Confraternite ed associazioni laicali a Bitonto". La lauda fu già rappresentata da Michele Noviello e Marino Pagano in san Luca; successivamente letta da Nicola Abbondanza in san Leucio vecchia e poi musicata su commissione del cenacolo dal maestro Adriano Morea, che la eseguì con l'organista Francesco Cannito e la cantante Anna Mila Stella. Il fil roug che lega la rappresentazione delle laudi, composizioni poetiche medievali che diedero un forte impulso sia alla formazione della lingua italiana sia alle prime forme del teatro moderno europeo, i Misteri di età moderna, la via crucis terra terra di età contemporanea, è motivo di indagine dell'associazione proponente che intende offrire il proprio apporto letterario alle manifestazioni quaresimali giustamente dominate dalla musica e dalle marce funebri».
Alessandro Cobianchi, ufficio stampa della " Di Pagina edizioni" che ha prodotto l'opera, ha fatto notare come «il testo di Angiuli "via crucis terra terra" abbia conosciuto fortunate collaborazioni e letture, tra cui ricordiamo quella con la cantante e attrice Maria Giaquinto».
«Il gran teatro della via Crucis – scrive il poeta Davide Rondoni nella prefazione - ha strappato parole di bocca a tanti poeti… ora arriva "Nennella" la serva, e arrivano le altre voci, le imprecazioni, gli sconforti che Angiuli porta in scena, in un lessico arcaico e presentissimo, in una lingua locale e universale per la spezia di dolore e invenzione da cui è segnata. (…) La vera sacra rappresentazione è rappresentazione "terraterra". Mistica e popolare, come nella vena vera della cultura italiana. Poiché la terra qui, anche se solo accennata, è la terra vera, reale, carnale della vita dello scrivente. In questo lavoro c'è proprio la "sacra rappresentazione terraterra", mistica e popolare, che in 14 stazioni inscena il punto di vista di uno spettatore occasionale - uno qualunque, di passaggio -, ma capace di guardare con cuore e occhi spalancati alla passione di un Innocente. Uno sguardo inedito, sincero e intenso».
Lino Angiuli (1946) è nato, vive e scrive in Terra di Bari. Collaboratore dei Servizi culturali della Rai e di quotidiani, spesso presente sulla Gazzetta del Mezzogiorno, ha contribuito a fondare collane editoriali e riviste letterarie, tra le quali il semestrale "Incroci". Con tredici raccolte poetiche in lingua italiana e dialettale, la sua produzione è considerata nell'ambito di manuali scolastici ed enciclopedie, nonché in ambito universitario. Numerosi i riconoscimenti e le traduzioni. Molti i suoi lavori sul versante della valorizzazione della cultura popolare.
Lino Di Turi è nato a Valenzano nel 1943, dove vive ed opera. Già direttore artistico dello studio di fonoproduzione A.L.A., che svolgeva prevalentemente attività di recupero della cultura orale sul territorio, si occupa ora di stesura di testi teatrali ad indirizzo didattico, tesorizzando le esperienze pedagogiche dell'Istituto di sperimentazione scolastica, dove è stato impiegato (già I.R.R.S.A.E. Puglia oggi I.R.R.E.). È altresì impegnato in attività teatrali in qualità di attore, regista ed autore.
«Il Cenacolo – scrivono ancora gli organizzatori - ringrazia il padre spirituale don Ciccio Acquafredda, il priore dell'Arciconfraternita Pasquale Cariello, il segretario Domenico Ferrovecchio, il signor Pasquale Acquafredda e tutto il consiglio di amministrazione, il signor Tommaso Valeriano ed i portatori, Maurizio De Fano, l'editore Piero Cappelli e l'ufficio stampa delle edizioni "di Pagina" Alessandro Cobianchi, la dottoressa Antonella Fiorio. Il socio onorario Pasquale Fallacara attento studioso di storia locale. Il service audio Sergio Schiavone dei Sound Messanger, e soprattutto Lino Angiuli che il cenacolo "insegue" da anni».