Attualità
Ok definitivo all’Ospedale di Comunità di Bitonto
Nell’ex nosocomio prosegue la riconversione con l’arrivo dei medici di base che seguiranno i pazienti in degenza post emergenza
Bitonto - martedì 27 novembre 2018
8.11
Una piccola rivoluzione delle strutture pugliesi, in parte già avviata, che trasformerà il modo di concepire i servizi sanitari a disposizione del cittadino. È arrivato nelle scorse ore l'ok definitivo della giunta regionale per la trasformazione degli ex ospedali, come quello di Bitonto, in Presidi Territoriali di Assistenza, da dove spariranno le emergenze e i ricoveri, mentre arriveranno i medici di base, le degenze post emergenza e i servizi di prossimità.
Gli studi dei medici di famiglia e dei pediatri di libera scelta, quindi, si trasferiscono negli ex nosocomi convertiti in Ppa, insieme a tutte le altre funzioni che non necessitano di ricovero ospedaliero, con i servizi di continuità assistenziale, l'assistenza specialistica, laboratori di analisi e prestazioni strumentali. Nei 22 "ospedali di comunità" individuati dalla Regione, inoltre, fra i quali c'è anche Bitonto, ci sarà spazio anche per allestire strutture di passaggio post-ricovero.
A dare una definizione di "Ospedale di Comunità" è la stessa delibera regionale. Si tratta di strutture che faranno da ponte tra il ricovero e l'assistenza domiciliare, in cui si entra con una diagnosi già definita e con la prescrizione del medico di famiglia, che avrà la responsabilità di seguire il suo paziente. Ne usufruiranno, per un periodo in genere non superiore a 20 giorni, pazienti che, dimessi dall'ospedale, hanno necessità di rimanere sotto osservazione continua o di effettuare una riabilitazione che non può essere prestata a domicilio. Il paziente resterà sotto la responsabilità clinica del proprio medico di base oppure, in caso di emergenza, del servizio 118. La Regione distribuirà fra queste 22 nuove strutture 365 posti letto.
Nei PTA come quello di Bitonto, inoltre, è in programma il potenziamento degli ambulatori, con più specialisti e più ore a disposizione, oltre al mantenimento delle sale operatorie per i day surgery. In alcuni verranno attivati consultori e centri di riabilitazione, oltre che servizi di igiene mentale. Le grandi macchine già attive, come la Tac di Bitonto, rimarranno operative.
Certo, non sarà un percorso repentino: ci vorrà del tempo.
Prima bisognerà rivedere le convenzioni con i medici specialisti, senza considerare che sarà necessario confrontarsi ancora per l'istituzione degli Ospedali di Comunità, a partire dalle modalità di trasferimento degli ambulatori dei medici di famiglia, che in alcuni Pta è in realtà già iniziato.
Il percorso, in ogni caso, è stato segnato e, al di là delle programmazioni regionali, sarà importante il ruolo della politica locale per seguire la vicenda e impedire che vengano perpetrati in futuro nuovi dolorosi tagli ai danni dei servizi sanitari della comunità bitontina, già pesantemente segnata dalle gestioni del passato.
Gli studi dei medici di famiglia e dei pediatri di libera scelta, quindi, si trasferiscono negli ex nosocomi convertiti in Ppa, insieme a tutte le altre funzioni che non necessitano di ricovero ospedaliero, con i servizi di continuità assistenziale, l'assistenza specialistica, laboratori di analisi e prestazioni strumentali. Nei 22 "ospedali di comunità" individuati dalla Regione, inoltre, fra i quali c'è anche Bitonto, ci sarà spazio anche per allestire strutture di passaggio post-ricovero.
A dare una definizione di "Ospedale di Comunità" è la stessa delibera regionale. Si tratta di strutture che faranno da ponte tra il ricovero e l'assistenza domiciliare, in cui si entra con una diagnosi già definita e con la prescrizione del medico di famiglia, che avrà la responsabilità di seguire il suo paziente. Ne usufruiranno, per un periodo in genere non superiore a 20 giorni, pazienti che, dimessi dall'ospedale, hanno necessità di rimanere sotto osservazione continua o di effettuare una riabilitazione che non può essere prestata a domicilio. Il paziente resterà sotto la responsabilità clinica del proprio medico di base oppure, in caso di emergenza, del servizio 118. La Regione distribuirà fra queste 22 nuove strutture 365 posti letto.
Nei PTA come quello di Bitonto, inoltre, è in programma il potenziamento degli ambulatori, con più specialisti e più ore a disposizione, oltre al mantenimento delle sale operatorie per i day surgery. In alcuni verranno attivati consultori e centri di riabilitazione, oltre che servizi di igiene mentale. Le grandi macchine già attive, come la Tac di Bitonto, rimarranno operative.
Certo, non sarà un percorso repentino: ci vorrà del tempo.
Prima bisognerà rivedere le convenzioni con i medici specialisti, senza considerare che sarà necessario confrontarsi ancora per l'istituzione degli Ospedali di Comunità, a partire dalle modalità di trasferimento degli ambulatori dei medici di famiglia, che in alcuni Pta è in realtà già iniziato.
Il percorso, in ogni caso, è stato segnato e, al di là delle programmazioni regionali, sarà importante il ruolo della politica locale per seguire la vicenda e impedire che vengano perpetrati in futuro nuovi dolorosi tagli ai danni dei servizi sanitari della comunità bitontina, già pesantemente segnata dalle gestioni del passato.