Cronaca
Omicidio Caprio a Bitonto, udienza rinviata al 18 aprile
Imputato, il 21enne ex pugile Fabio Giampalmo, ritenuto, dal pm, il responsabile del pestaggio
Bitonto - venerdì 3 marzo 2023
11.23
È stata rinviata al prossimo 18 aprile l'udienza fissata inizialmente per ieri, davanti alla Corte d'Assise di Bari, del processo per il delitto di Paolo Caprio, il 40enne di Bitonto aggredito durante una lite avvenuta la notte tra il 4 e il 5 settembre 2021 all'esterno del bar dell'area di servizio Dill's lungo la provinciale per Modugno.
Con l'accusa di omicidio volontario è imputato il 21enne ex pugile Fabio Giampalmo, di Bitonto, ritenuto dal pubblico ministero della Procura della Repubblica di Bari, Ignazio Abadessa, responsabile del pestaggio. Il processo riprenderà fra quasi due mesi, sempre in Corte d'Assise, con l'ascolto dell'ultimo testimone citato dalla parte civile. Secondo quanto ricostruito dalle indagini Caprio, dopo essere stato colpito, cadde sbattendo la testa sul marciapiede e infine morì.
Secondo quanto emerso dalle indagini, Caprio, dopo essere stato colpito, cadde sbattendo la testa sul marciapiede e infine morì. La Procura di Bari ritiene si sia trattato di omicidio volontario, mentre la difesa, composta dagli avvocati Giovanni Capaldi e Nicola Quaranta, intende provare che si sia trattato di un omicidio preterintenzionale e che i pugni inferti non siano stati idonei a cagionare la morte che sarebbe avvenuta per il trauma occipitale causato dalla caduta.
Nel provvedimento di convalida del fermo in carcere, il giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Bari, Marco Galesi, aveva sottolineato nell'atto di fermo la profonda conoscenza delle tecniche di combattimento di Giampalmo, giovanissimo con un passato da pugile, rinchiuso in carcere da poco meno di due anni.
Con l'accusa di omicidio volontario è imputato il 21enne ex pugile Fabio Giampalmo, di Bitonto, ritenuto dal pubblico ministero della Procura della Repubblica di Bari, Ignazio Abadessa, responsabile del pestaggio. Il processo riprenderà fra quasi due mesi, sempre in Corte d'Assise, con l'ascolto dell'ultimo testimone citato dalla parte civile. Secondo quanto ricostruito dalle indagini Caprio, dopo essere stato colpito, cadde sbattendo la testa sul marciapiede e infine morì.
Secondo quanto emerso dalle indagini, Caprio, dopo essere stato colpito, cadde sbattendo la testa sul marciapiede e infine morì. La Procura di Bari ritiene si sia trattato di omicidio volontario, mentre la difesa, composta dagli avvocati Giovanni Capaldi e Nicola Quaranta, intende provare che si sia trattato di un omicidio preterintenzionale e che i pugni inferti non siano stati idonei a cagionare la morte che sarebbe avvenuta per il trauma occipitale causato dalla caduta.
Nel provvedimento di convalida del fermo in carcere, il giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Bari, Marco Galesi, aveva sottolineato nell'atto di fermo la profonda conoscenza delle tecniche di combattimento di Giampalmo, giovanissimo con un passato da pugile, rinchiuso in carcere da poco meno di due anni.